TOTTA e DYLAN

La casta

















Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum.


Rimborsi elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più virtuose moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati trombati consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l'autoblu.

La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l’intera società italiana.

Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti spassosi nel reportage di due grandi giornalisti.

Un dossier impressionante, ricchissimo di notizie inedite e ustionanti che dovrebbe spingere la classe dirigente a dire: basta.

CHE FUTURO HA UN PAESE DOVE LA FAME DI POLTRONE HA SPINTO A INVENTARE LE COMUNITÀ MONTANE AL LIVELLO DEL MARE?

DOVE IL QUIRINALE SPENDE IL QUADRUPLO DI BUCKINGHAM PALACE?

DOVE UNA "LASAGNETTA AL RAGÙ BIANCO E SCAMORZA" DELLO CHEF DEL SENATO COSTA LA METÀ DI UNA "PASTASCIUTTA" ALLA MENSA DEGLI SPAZZINI?

DOVE CI SONO PARTITI NATI DALLA MUTAZIONE GENETICA DI UNA BOTTEGA DI CUOIO E OMBRELLI?

DOVE CONVIENE FISCALMENTE REGALARE SOLDI A UNA FORZA POLITICA PIUTTOSTO CHE AI BAMBINI LEBBROSI?

CHE FUTURO HA UN PAESE COSÌ?


Rizzoli editore - Milano
Collana Saggi italiani
Anno di pubblicazione: 2007
Formato: 14x22 - rilegato
Pagine: 284

Il metodo antistronzi





















Prefazione di Pier Luigi Celli


Questo libro è dedicato a chi sul posto di lavoro subisce abusi di ogni tipo da parte di superiori e colleghi e a tutti coloro i quali hanno il potere e il dovere (oltre che l’interesse) di cambiare le cose.

In questo volume, di grande leggibilità e al contempo condotto con estrema serietà nei contenuti e ricchezza di esempi, Robert I. Sutton affronta il problema del mobbing da un punto di vista originale: le conseguenze economiche che esso provoca alle aziende.

Gli
stronzi - un termine che non consente eufemismi, come sostiene l’autore - provocano danni enormi non solo alle loro vittime ma anche alla performance aziendale nel suo complesso, a tutti quelli che ne subiscono di riflesso gli effetti e, non ultimo a se stessi. Le conseguenze, in termini economici, emergono dagli studi effettuati negli Usa e in Europa sui costi derivati dell’aumento del Turnover (il 25% delle vittime del bullismo e il 20% di chi semplicemente vi assiste lasciano il posto di lavoro), dall’assenteismo, dal calo della dedizione al lavoro.

Sutton non si limita però alla sola analisi della situazione ma fornisce, in termini chiari e inequivocabili, suggerimenti pratici sia ai dipendenti che ai manager per creare un luogo di lavoro vivibile e veramente produttivo.

Ricco di umorismo e di un sano buon senso, ma imbattibile dal punto di vista tecnico-pratico-scientifico pur non essendo un freddo manuale di management.

Il metodo antistronzi
è l’unico testo che può salvarti davvero la vita. Permettendoti anche di non trasformarti in uno di loro. Basta fermarsi in tempo.

NOTE BIOGRAFICHE

Robert I. Sutton è titolare a Stanford della cattedra di tecnica aziendale innovativa.
Laureatosi in psicologia applicata al posto di lavoro, ha creato lo Stanford Technology Venture Program - STVP, mirato al pensiero lineare e multidisciplinare all’interno del marketing.
E’ o è stato consulente per le maggiori aziende americane ed europee, dalla Pepsi alla Nokia, dalla Nike all’IBM.
Autore di altri best-seller (già sotto contratto per Elliot Edizioni), ha rinunciato a pubblicare il suo ultimo libro con la prestigiosa Harvard University Press perché i responsabili editoriali non gradivano il termine “stronzo”, che poi è stato addirittura censurato sulla classifica del New York Times!

Elliot Edizioni - Roma
Collana Antidoti
Anno di pubblicazione: 2007
Formato: 14,5x21,5
Pagine: 224

Traduzione di Fabrizio Saulini


Links utili: metodoantistronzi.splinder.com - bobsutton.typepad.com

3 - La statua di cartapesta più alta del mondo

L’utilizzazione per finalità artistiche della cartapesta - materiale leggero, versatile, di facile lavorazione, noto in Italia nel secolo XVII, soprattutto a Bologna, Venezia e Napoli - si diffonde a Lecce a iniziare dalla metà del Settecento, assumendo caratteristiche di tecnica autonoma.

Tra la fine del XVI secolo e per tutto il XVII secolo, Lecce ha costituito il centro del Mezzogiorno più ricco di insediamenti religiosi, secondo per importanza solo a Napoli. Si comprende quindi come dovesse essere elevata la richiesta di oggetti sacri: in effetti, le “imprese” formatesi nei numerosi cantieri avevano tra i propri collaboratori scalpellini e scultori di chiara fama.

Peraltro, agli inizi del XVIII secolo la richiesta di edilizia sacra diminuì considerevolmente, sicché le maestranze specializzate indirizzarono altrove l’acquisita professionalità. Fu così che scultori come Cesare Penna e Mauro Manieri iniziarono a dedicarsi a opere in stucco e, soprattutto il secondo, all’esecuzione di statue in cartapesta. E’ proprio grazie al Manieri – persona colta e tecnico di fiducia dell’aristocrazia locale, sempre attento a quanto accadeva nella Capitale – che, a quanto sembra, le tecniche “alla moda”, tra cui quella della cartapesta, entrarono a far parte del panorama figurativo leccese.

Inoltre, il ricorso alla cartapesta fu favorito dalla nascita, nella seconda metà del Settecento, di nuove forme di espressione della pratica religiosa collegate alle Confraternite che si manifestavano, in particolare, nei riti professionali della Settimana Santa: a quanto sembra, le statue settecentesche dell’Addolorata e dei Misteri delle processioni tarantine sono state eseguite a Lecce.

Nonostante la diffusione della tecnica della cartapesta, a noi sono pervenute poche opere; inoltre non si ha conoscenza dei nomi dei numerosi cartapestai che, verosimilmente, operarono all’epoca, risultando noti solo alcuni tra questi.

Tra gli stessi, spicca Pietro Surgente, soprannominato “mesciu Pietru delli Cristi”, giacché specializzato nella produzione di “Cristi”. Anche di questo Maestro, “geloso” dei suoi “segreti professionali”, sono rimaste poche opere.

L’arte del Surgente fu tramandata ai cartapestai attivi nel secolo XIX da altri artigiani, che avevano visto all’opera lo stesso, carpendone i segreti. Fu così che, proprio agli inizi di quel secolo, accanto a un gruppo di “barbieri” che si dedicavano alla produzione di pupi da presepio – esposti, come ancora si usa, il 13 dicembre alla fiera di S. Lucia e il 5 maggio a quella di S. Irene – iniziarono a operare alcuni artisti: Antonio Maccagnani, Achille De Lucrezi, Giovanni Andrea De Pascalis e Oronzo Greco. A quest’ultimo (nato a Lecce il 7 febbraio 1810), soprannominato “mesciu Ronzu facce de zita” (maestro Oronzo faccia da sposa), si deve la realizzazione della statua di San Giuseppe Patriarca, commissionata dai padri Gesuiti, per la chiesa di San Francesco alla Scarpa. Ad esecuzione ultimata la statua fu collocata in una nicchia dell'altare maggiore e nella circostanza la chiesa fu dedicata a San Giuseppe Patriarca, mutando la sua originaria intitolazione.


La statua di San Giuseppe Patriarca dopo il restauro

La statua, avente l'altezza di m 5,60, il perimetro massimo di m 6,20 e il peso complessivo di circa q 5,00, è considerata la statua in cartapesta più grande del mondo ed è un’importante testimonianza della produzione in cartapesta della prima metà dell’Ottocento, in considerazione del suo elevato valore plastico ed espressivo. Le grandi capacità artistiche del Greco risultano anche dal fitto panneggio che conferisce alla statua un gusto classico e dalla scelta della monocromia che simula gli effetti plastici della pietra leccese.


La statua di San Giuseppe Patriarca durante il restauro

Notizie e immagini sono tratte da:
Annunziata Piccolo - Magazine Caripuglia - G. LATERZA & Figli Editore, Bari, 1996

2 - La cartapesta

Un tempo tutto il Salento fu un centro molto noto, nel Mezzogiorno, per la sua produzione di statue di cartapesta: non solo presepi, ma anche e soprattutto opere a soggetto religioso.
Pertanto la maestrìa dei cartapestai, con la loro originale tecnica, è stata tramandata di generazione in generazione.

Fasi di lavorazione di una statua di cartapesta

1. Modellatura del capo e delle estremità
La testa, le mani e i piedi, in proporzione all’altezza del personaggio da realizzare, generalmente vengono modellati in terracotta, e così, il cartapestaio oltre a saper modellare la carta, secondo il procedimento stilistico tradizionale, deve essere anche un abile scultore e sapersi preparare i calchi per il suo percorso operativo.


Laboratorio Mina Natali - Copertino, Lecce - deagostiniedicola.it

2. Creazione del bustino e del corpo
La statua prende forma da un manichino creato attorno ad una sottile anima di filo di ferro che funge da sostegno delle braccia, del tronco e delle gambe del personaggio. Poi viene foderata con paglia ricciolina, dando il dovuto spessore e tenuta con lo spago, realizzando pertanto il bustino su cui vengono montati la testa, le mani e i piedi precedentemente realizzati, che dopo l’assemblaggio, vanno a costituire il corpo, la forma della statua.


Laboratorio Mina Natali - Copertino, Lecce - deagostiniedicola.it

3. Fasciatura
Il corpo viene fasciato con strisce di ponnula cioè carta bigia ricavata da stracci, con bassa percentuale di cellulosa, imbevuta di colla di farina tanto da rendere la struttura del personaggio più resistente, in modo da poter far assumere alla statua una voluta postura.

4. Vestizione
Dopo la fase dell’asciugatura e dopo aver fissato la statua su una base di legno provvisoria, inizia la vestizione che consiste nel sovrapporre strato su strato la carta, modellandola per creare i panneggi di varie figure. Questo richiede abilità artistica che i maestri cartapestai hanno ereditato dalla esaltante tradizione.

5. Focheggiatura
Questa è la fase che più si distingue nell’opera del cartapestaio, infatti modella la carta con degli attrezzi di ferro arroventati (aventi l’estremità con forme diverse) dando una ulteriore plasticità alla carta grezza: togliere le grinze, correggere le imperfezioni, levigare ed aumentare la resistenza al panneggio. Questo procedimento fornisce al manufatto un bel colore naturale soltanto per quelle statue che si vogliono lasciare focheggiate.
Importante è questo procedimento che impedisce la tarlatura a causa del deterioramento della statua nel corso degli anni.


Laboratorio Mina Natali - Copertino, Lecce - deagostiniedicola.it

6. Finitura
Per le statue focheggiate, le più tradizionali, non viene applicata la colorazione ma vengono protette con uno strato trasparente di colla animale.
Mentre per le statue colorate vengono applicati colori acrilici indelebili, ed anche qui il cartapestaio manifesta le sue abilità pittoriche dando quel giusto valore cromatico ai particolari del personaggio rappresentato.

Per quanto riguarda la lavorazione delle statue a soggetto religioso, sulla cartapesta focheggiata, si stendono più mani di un particolare gesso per rendere la struttura più compatta; poi la superficie viene minuziosamente levigata fino ad ultimare il lungo processo con la colorazione, attenta e scrupolosa per dare con arte, a madonne, santi e cristi, quella rappresentazione figurativa del culto tradizionale o quella più personalizzata.




La testa, le mani ed i piedi sono in terracotta colorata mentre gli abiti, in cartapesta, sono dipinti con colori acrilici
(esemplari unici: posizioni e colori dipendono esclusivamente dalla scelta operata dall’artista durante l’esecuzione)
Laboratorio Giuseppe De Tommasi - Via dell’Aquilone, 11 - Giorgilorio, Surbo, Lecce

Una bottega da visitare è quella di Claudio Riso, dove si possono apprezzare i suoi lavori, e come la sua innumerevoli erano un tempo le botteghe in cui si lavorava la cartapesta e ancor più i cartapestai che in esse operavano. Dopo un periodo di oblìo, soltanto negli ultimi decenni è tornato a rifiorire questo artigianato artistico per il quale storicamente Lecce è ritenuta il maggior centro in Italia.

Laboratorio Claudio Riso - Via Vittorio Emanuele, 27 - Lecce

1 - Storia di una tradizione

aformadidea.com

Presepio, o nella forma poetica presepe, è un vocabolo che indica la greppia nella stalla e poiché nella greppia nacque Gesù, con questo termine, per estensione, è designata la stalla di Betlemme dove, secondo la tradizione evangelica, ciò accadde.

Presepe quindi è detta la raffigurazione plastica della natività e dell’ambiente circostante, nota genuina e caratteristica del rito cristiano, specialmente cattolico.
Da ciò l’uso antico e tradizionale nel mondo latino di piccoli o grandi presepi allestiti nelle chiese.

La rappresentazione plastica della natività si fa risalire comunque a San Francesco d’Assisi che, nel 1223 a Greccio, per ravvivare la fantasia della povera gente, volle improvvisare, con pastori veri e fedeli esultanti, la scena della Natività rendendo più suggestive le funzioni della notte di Natale.

Dalle chiese l’uso passò poi alle case ed ebbe il massimo sviluppo nel 1600-1700, soprattutto nell’area dell’Italia centro-meridionale. Dalla primitiva ingenuità della scena si giunse a forme scenografiche di popolaresca fastosità.

Figure in terracotta dipinte a mano con vestiti impreziositi
presepenapoletano.it

Una vera fioritura artistica si ebbe nel meridione, a Napoli in particolare, nel XVIII secolo, quando non solo provetti artigiani, ma anche noti scultori si cimentarono nella realizzazione del presepe. Pregevole è quello che occupa una sala intera del Palazzo Reale borbonico di Caserta, composto da oltre 1200 figure in un mirabile impianto scenografico che si anima dei colori e degli ambienti della realtà popolare dell’epoca.

Le statuine policrome, nella storia del presepe, sono state costruite in un primo tempo in legno (come è ancora in uso in alcune zone alpine del nord Italia), successivamente si diffusero figure in cera o in terracotta, come nella tradizione napoletana, abbigliate secondo i costumi della popolazione nel XVII-XVIII secolo.
Nel Salento l’uso di statuine in terracotta si è affiancato a quello di figure in cartapesta, tipiche della mirabile tradizione leccese.

Natività e particolari presepiali in cartapesta
presepenapoletano.it

The story of a tradition

In Italian the word presepio,
poetic presepe, indicates just the crib where Jesus Christ was born in Betlehem, according to evangelical tradition.

So presepe is a plastic reproduction of nativity in its environment, genuine and characteristic note of the Christian custom, particularly catholic. In fact, small and big presepe are built in churches, since ancient times.

The first plastic reproduction of nativity, however, was attributed to St. Francis from Assisi who, in 1223 in Greccio, in order to revive the imagination of poor people, improvised, with real shepherds and exultant believers, the scene of nativity making even more suggestive the Christmas services.

From churches the custom passed to houses and had the greatest diffusion in 1600-1700, especially in the central-southern area of Italy. From the original ingenuity of the scene it reached scenographical figures of popular magnificence.

A true artistic blossom spread in southern Italy, particulary in Naples in the 18th century, when not just skilled craftsmen, but also famous sculptors competed in building presepe. A valuable one fills an entire hall in the Royal Palace in Caserta, made up of over 1200 statues in a wonderful scenographical plant which takes life from colours and surroundings of the popular reality of the times.

The multi-coloured statuettes, in the history of presepe, where once built with wood (as it is still done in some alpine areas in northern Italy), then wax or terra-cotta figures were made, in Naples for example, dressed in traditional customs of 17th-18th centuries. In the Salento area, the use of terra-cotta statuettes goes with that of papier mâché figures, typical of the wonderful tradition in Lecce.

Traduzione di Luisa Magliola

Link utile: www.o-presebbio.com

Dal francobollo ad internet


31 ottobre 2007 - Svizzera
Francobollo speciale Bee Tagg
1,00 franco

Bee Tagg è un nuovo codice bidimensionale, simile ad un favo d'ape, che funziona come codice a barre.
Grazie al software gratuito Bee Tagg reader, la fotocamera del cellulare può riconoscere i Bee Tagg e collegare il telefono ad un determinato sito Internet.

Il procedimento è davvero molto semplice:
  • è sufficiente attivare il reader
  • avvicinare il Bee Tagg alla fotocamera del cellulare
  • cliccarci sopra, come cliccare con il mouse su un normale schermo del computer.
Il Bee Tagg crea quindi un collegamento a Internet per ogni oggetto sul quale sia possibile cliccare con il cellulare.

Un sistema simile è impiegato già da tempo in Giappone, ma la nuova generazione è pensata proprio per il cellulare. Rispetto al vecchio codice a barre, può essere corredato da loghi, immagini o testi. Da qui il potenziale sviluppo che promette: applicato a inserti o manifesti pubblicitari, ad esempio, il pubblico potrà rapidamente entrare in contatto con l'azienda promotrice attraverso il sito dedicato. Dato che è l'utente a decidere se cliccare con il proprio cellulare su un Bee Tagg o meno, questa tecnologia non potrà essere impiegata come spam.
Il francobollo, quindi, promuove il nuovo sistema e permette di darne un saggio: leggendo con il cellulare il codice situato sulla parte destra della carta valore, si accede ad un concorso firmato da Svizzera turismo e Swiss snowsports.

Nel frattempo, è stata sperimentata un'altra applicazione:
AutoPostale Svizzera, la società collegata a La Posta Svizzera che effettua trasporto passeggeri, ha avviato un progetto pilota. Attraverso dei Bee Tagg applicati alle indicazioni stradali e ai cartelli delle fermate, in certe zone del Paese è possibile conoscere i luoghi esatti e gli orari riguardanti i transiti dei bus.

Link utile: La Posta Svizzera

Pop Art 1956-1968

















Saggio di Walter Guadagnini, Lóránd Hegyi, Daniela Lancioni


Il volume ricostruisce attraverso oltre un centinaio di opere le vicende della Pop Art internazionale dal momento della sua nascita, alla metà degli anni cinquanta, alla chiusura del suo ciclo più propositivo, alla fine degli anni sessanta.

Si tratta di opere storiche di figure ormai leggendarie come Blake, Hamilton, Lichtenstein, Oldenburg, Raysse, Rotella, Warhol, ma anche di sorprendenti riscoperte di autori meno noti al grande pubblico che hanno contribuito in maniera decisiva a fare della Pop Art un linguaggio diffuso in tutto il mondo e ancora oggi di grande attualità.

Un viaggio tra le immagini, i miti e le icone di un decennio che ha cambiato il costume della società occidentale: la corsa nello spazio e l’assassinio di Kennedy, Marilyn Monroe e Brigitte Bardot, la Swinging London e la dolce vita, visti e interpretati da sessanta artisti le cui opere sono riprodotte e accompagnate da schede redatte da Walter Guadagnini.

Completano il volume le biografie degli artisti e una bibliografia essenziale.

Il catalogo accompagna una interessante mostra, curata da Walter Guadagnini, presso le Scuderie del Quirinale di Roma dal 26 ottobre 2007 al 27 gennaio 2008, allestita in 10 sale: Pop Art! 1956-1968.

Silvana Editoriale - Cinisiello Balsamo (MI)
Anno di pubblicazione: 2007
Formato: 23x28 - cartonato
Pagine: 312
Illustrazioni: n. 150 a colori

Links utili: www.silvanaeditoriale.it - www.scuderiequirinale.it

Gli indiani americani e l'arte pittorica

America! Storie di pittura dal Nuovo Mondo

Mostra ideata e curata da Marco Goldin, direttore di Linea d’ombra, presso il Museo di Santa Giulia di Brescia dal 24 novembre 2007 al 4 maggio 2008.

Circa 250 opere di pittura, molte delle quali di grande formato com’è caratteristica della pittura ottocentesca in America, 60 capolavori originali della fotografia del diciannovesimo secolo, 10 sculture e 80 oggetti rituali e di vita quotidiana dei nativi americani, due sale multimediali di approfondimento storico ai temi della Frontiera e della Secessione.

Indian Hunting Buffalo - George Catlin - Riproduzione litografica dipinta a mano
(huntington.org)

Una mostra che unisce, dipinge, racconta tante vicende, insieme alla storia dell’arte americana del primo decennio dell’Ottocento al primo Novecento, attraverso opere spettacolari, emozionanti, realizzate da artisti di valore assoluto ma spesso ignoti, o quasi, in Italia.

Delle sette ampie sezioni, la quinta è dedicata alla Pittura western - Paesaggi e scene di vita, interamente riservata all’immagine proprio dell’Ovest, sia con i paesaggi intrisi di senso del sublime, di Albert Bierstadt (1830-1902) e Thomas Moran (1837-1926), sia con le scene, più propriamente di vita western per come le intendiamo in Italia, realizzate, tra gli altri, dai tre maggiori pittori di questa epopea: George Catlin (1796-1872) all’inizio e poi Frederic Remington (1861-1909) e Charles Marion Russel (1864-1926), come ci anticipa nella presentazione Marco Goldin.

Autoritratto - George Catlin
(it.wikipedia.org)

La pittura di Gorge Catlin, dominata da un ampio interesse etnologico e documentario, è dedicata al tentativo di far conoscere gli usi e la cultura delle tribù indiane, soprattutto come risposta alle tensioni che si stavano creando. La marcata diversità delle popolazioni native, non così disposte all’integrazione, aveva fatto sì che fossero sentite sempre più come una minaccia, tanto che sotto il presidente Andrew Jackson (1828-1836) vennero condotte le prime deportazioni e si assistette a un principio di impoverimento di quella cultura.
In loro difesa, il 23 settembre 1837, George Catlin crea, a Buffalo, l’Indian Gallery, nella quale raccoglie non solo i suoi dipinti ma anche molti dei loro oggetti di uso domestico e religioso, che saranno inseriti anche in questa sezione espositiva.

Rivestono una notevole importanza come fonti storiche ed etnologiche i libri scritti e illustrati da Catlin sulla vita e i costumi degli indiani d'America:
Manners, Customs, and Conditions of the North American Indians - 1841;
Catlin's North American Indian Portfolio - 1844;
My Life Among the Indians - 1867.

Link utlile: www.lineadombra.it

Gli indiani americani: voci nel silenzio

(aaanativearts.com)

Chi non conosce, almeno per sentito dire, Toro Seduto, Geronimo, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa?

Grandi guerrieri della storia delle guerre Indiane, grandi uomini del passato dei Popoli Indiani Americani, le cui gesta sono fissate nelle pagine di molti libri, nelle immagini di vari documentari e film in modo più o meno coerenti con la vera storia di questi uomini, ma che ne è degli indiani oggi? Persi nell'ombra di un Genocidio fisico e culturale che nessuno mai ricorda dovutamente e doverosamente, sopravvivono per la maggioranza delle persone negli stereotipi che sia pubblicità che media distribuiscono profusamente.

Così, nell'immaginario collettivo di molti noi essi ancora sono quelli che vivono nei tepee, sono quelli del famoso saluto “augh” e dei segni di guerra sul volto.
Oppure, quelli dei Cheving-gum "Blaster" che fanno la danza della pioggia o quelli della ormai tristemente conosciuta pubblicità della De Longhi, quella del "pinguino De longhi".

Ma davvero sono questi gli eredi dei grandi capi Indiani del passato?

Certamente no, sono uomini e donne che vivono sia nelle riserve americane e canadesi, sia nei centri urbani o in comunità all'interno di essi, che mantengono, anche se faticosamente e in modo disomogeneo, i legami con le loro Tradizioni culturali e spirituali.
Secondo l'utimo censimento, fatto nel 2007, sono quasi 2.4 milioni gli Indiani d’America e i Nativi dell’Alaska, e se consideriamo gli Indiani d’America di sangue misto il numero balza a 4.2 milioni.

Ma come mai nessuno parla di questi Popoli?

Se da una parte vi è un qualche raro accenno alla loro storia, il vuoto si fa assoluto sulla loro attualità, anche quando, vedi l’evento recente del Columbus Day, essi sono lì a manifestare la propria presenza e il proprio dissenso, anche quando, come ogni anno in questa occasione, vengono puntualmente arrestati in massa rei soltanto di “turbare” questa giornata dedicata "all’ orgoglio italiano” e a Cristoforo Colombo.

Niente sui media televisivi, niente sui giornali, qualcosa di raro su Internet. Vi è una forte esigenza, constatata questa incomprensibile realtà, di richiamare l’attenzione sui Popoli Nativi Americani, i cui problemi e le cui rivendicazioni non trovano spazio sufficiente per far sì che essi possano essere conosciuti per quello che sono e rappresentano.

Occorre una presa di coscienza sul silenzio su questi Popoli, che non ha ragioni editoriali concepibili nella logica dell’informazione democratica e civile che ogni palinsesto televisivo dovrebbe avere come priorità assoluta, come pure nell'informazione di ogni testata giornalistica.

Apache Renegade - Foto di Edward Sheriff Curtis - 1903
(sancarlosapache.com)

Non vi è logica nel non parlare dei Lakota, dei Cheyenne, degli Apache, dei Blackfoot, dei Ponca, degli Zuni, dei Navajo, degli Innu e di tutte le altre tribù che in tutti gli Stati Uniti e nel Canada vivono tra non poche difficoltà, sia nelle riserve che nei centri urbani. Non vi è logica nel non parlare delle loro condizioni sociali ed economiche precarie, dell’alto tasso di suicidi in queste comunità (frutto anche del Genocidio del passato) e della scarsa assistenza medica, evidente nei quasi inesistenti programmi governativi per prevenire malattie come diabete e colesterolo il cui tasso tra questi popoli è molto più alto che nel resto del mondo, non vi è ragione per tacere sui rimorchi tossici che la FEMA vuole assegnare nel Sud Dakota agli abitanti delle riserve, per tacere sul problema impellente dell’inquinamento di alcune riserve in cui compagnie estraggono uranio causando decessi non solo tra gli stessi minatori Nativi Americani ma anche per contaminazione nelle loro famiglie.

Non vi è inoltre alcuna ragione per non vedere servizi o programmi che mandino in onda la storia, durata fino a pochi fa, delle scuole residenziali canadesi (gestite per il 90% dalla chiesa cattolica) e delle boarding school americane, veri e propri lager nelle quali sono stati commessi reati gravi quali sevizie, torture fisiche e psicologiche al solo fine di convertire forzatamente i bambini Nativi Americani alla cultura occidentale. In queste “scuole” morirono numerosi bambini a seguito di queste torture. Infine, non vi sono motivi per non diffondere le loro voci ed appelli sul problema del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici che mettono in molti casi questi popoli in situazioni di rischio di sopravvivenza (vedi gli Indiani Gwich’in).

Nonostante siano i cittadini americani più titolati in questo senso, sono voci perse nel silenzio. Questi popoli, dimenticati e lasciati nell’indifferenza totali, sono detentori di un immenso e variegato patrimonio culturale mai cancellato nonostante il genocidio fisico e culturale della loro storia, che è senza dubbio patrimonio dell’intera Umanità, che in quanto tale deve avere il massimo rispetto. Questo patrimonio culturale e linguistico è ogni giorno di più messo in difficoltà da questo stato di cose. Questi popoli oggi chiedono di venire ascoltati.

E' doveroso ed impellente dedicare spazi informativi in cui si possa ascoltare queste voci, questi uomini, donne e bambini. E' giunto il momento di cominciare a cercare un cammino di riconciliazione con questi Popoli che possa portare ad una comprensione reciproca e ad un proficuo rapporto di educazione civile e sociale in cui tutti noi abbiamo e avremo molte cose da guadagnare.

E' urgente iniziare a porre fine al silenzio, con sincera convinzione e fermezza. Il 13 settembre 2007 è stata approvata all'O.N.U. la Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni e Tribali, dopo 22 anni di discussioni e negoziazioni, con il solo voto contrario di quattro Nazioni, tra cui gli Stati Uniti e il Canada, Nazioni queste considerate democratiche e che dovrebbero avere molto a cuore i diritti dei loro cittadini. Questa, e altre vergogne devono essere denunciate, diffuse, sapute. Sono, nel solo continente americano, quattro milioni di persone a chiederlo. E', o dovrebbe essere, il senso morale di chi opera nel campo dell'informazione a dover rispondere a queste voci.



Notizie tratte da: PROMISELAND.IT / Alessandro Profeti
Link utile:
www.nativiamericani.it

1 - Non solo carta... e novità filateliche

Da molti anni varie amministrazioni postali hanno proposto francobolli poco conformi impiegando vari materiali nella realizzazione.

L’obiettivo è forse sensibilizzare il collezionista ed anche chi non è appassionato.

Questo fenomeno sembra proprio stupire il collezionista filatelico che viene invitato a raccogliere non solo il francobollo cartaceo come da tradizione, ma un qualcosa di diverso. E stupire anche la persona non appassionata che, per una ragione o per l’altra , sente parlare o addirittura si trova fra le mani un oggetto filatelico sicuramente inconsueto con cui affrancare la propria lettera.

Orbene, grazie alle tecnologie applicate, notiamo che la creatività, nella realizzazione di francobolli non cartacei, approda nella sollecitazione dei cinque sensi:

  • il tatto, con l’aggiunta di materiali diversi o con carte speciali o con altri materiali;
  • la vista, con effetti tridimensionali e con performance micro;
  • l’olfatto, con essenze profumate;
  • il gusto, con la gomma avente vari sapori;
  • l’udito, con effetti musicali.

Vediamo alcuni esempi, considerando che le immagini non corrispondono alle dimensioni reali.

(1 - continua)

Notizie e immagini tratte da:
Fabio Bonacina - News 2000 - LIBERO - speciale - Questi pazzi, pazzi francobolli - 08.10.2004
(Vaccari magazine - Novità che vengono dal passato - n. 32 novembre 2004)
Aggiornamenti tratti da: VACCARI news

1.1 - Non solo carta... e novità filateliche

il tatto

CON L'AGGIUNTA DI MATERIALI DIVERSI

CARTA CON POLVERE DI METEORITE

24 marzo 2006 - Austria
Posta da un altro mondo: meteorite.
3,75 euro - foglietto.
Il meteorite, avente il peso di 19 kg, dal punto di vista geologico è composto di H-Condrite, sottogruppo della Condrite ordinaria, comune tra i meteoriti. Probabilmente è parte dell’asteroide "Belt", una accumulazione di centinaia di migliaia di frammenti rocciosi che orbitano tra Marte e Giove.

Alcuni esemplari risultano privi di perforazione circolare.
Asta Viennafil - Vienna, 12 maggio 2007 - Base € 1.000 / Realizzo € 13,200.
(IL COLLEZIONISTA - BOLAFFI EDITORE - n. 10 ottobre 2007)



CARTA CON PICCOLI CRISTALLI

22 agosto 2006 - Austria
Fuochi d’artificio.
18,76 euro - blocco foglietto di 2 valori (emissione congiunta con Hong Kong).
Serie dedicata ai giochi pirotecnici resi graficamente utilizzando preziosi cristalli Swarovski.
Esistono tre versioni: con due esemplari dell’Austria, con due esemplari di Hong Kong e con un esemplare dell’Austria ed un esemplare di Hong Kong.



2o settembre 2004 - Austria
Mondi di cristallo Swarovski.
2 esemplari da 3,75 euro - blocco foglietto di 2 valori.
I due francobolli arricchiti da sei piccoli cristalli firmati dalla società.



CARTA CON TERRENO DEL CAMPO DA GIOCO

19 febbraio 2003 - Russia
Vittoria russa alla Coppa Davis 2002.
50 rubli - foglietto.
Utilizzata la tecnica termografica comprendente finissime particelle del terreno da gioco su cui si è disputata la partita ed inoltre, nella rappresentazione del trofeo, sono stati impiegati la goffratura e l'argento puro al 99,9%.



CARTA CON POLVERE DI ROCCIA

2002 - Gibilterra
La rocca di Gibilterra.
2 esemplari da 30 pence e 2 esemplari da 1 sterlina - striscia.



CARTA CON ARGENTATURA A CALDO

2000 - Francia
Unione delle industrie metallurgiche e minerarie.
4,50 franchi (0,69 euro).

(1.1 - continua)

Notizie e immagini tratte da:
Fabio Bonacina - News 2000 - LIBERO - speciale - Questi pazzi, pazzi francobolli - 08.10.2004
(Vaccari magazine - Novità che vengono dal passato - n. 32 novembre 2004)
Aggiornamenti tratti da: VACCARI news

1.2 - Non solo carta... e novità filateliche

il tatto

CON CARTE SPECIALI

CARTA VELLUTATA

9 agosto 2004 - Finlandia
Commemorazione della scrittrice e disegnatrice Yowe Jansson (1914-2001).
0,65 euro.
Uno dei suoi personaggi: "Moumin", leggendario abitante dei boschi, dalle sembianze di un ippopotamo, in compagnia di "Snufkin", altro personaggio protagonista di storie immaginarie.



21 mqggio 2004 - Singapore
Centenario della FIFA.
0,30-0,60-1-2 dollari.



19 gennaio 2003 - Hong Kong
Anno zodiacale (dragone - serpente - cavallo - capra).
10 dollari - blocco fogliettodi 4 valori.

CARTA RICICLATA CON AROMA DI BRUCIATO

1 agosto 1999 - Brasile
Prevenzione contro gli incendi nelle foreste.
0,51 real - blocco foglietto di 4 valori.
Raccolti in un unico blocco che, raffigurando foglia, formichiere, tronco e fiore, propone il problema di salvaguardare la natura e, in particolare, i parchi nazionali dall'azione distruttiva del fuoco.



A tal proposito è bene ricordare l'emissione del 27 marzo 2004 di due francobolli dell'Argentina da 75 centesimi che, raccolti in coppia, costituiscono un'unica immagine proponendo la folta vegetazione locale che da verde diventa gradualmente rossa per il fuoco. Per rendere più efficace il messaggio si è inserito, nella parte centrale del secondo valore, un vero e proprio foro irregolare, attorno al quale si espande un alone nero con effetto bruciatura rappresentando infatti il degrado e la deforestazione del patrimonio boschivo.




CARTA DA SIGARETTE

1921 - Kilis (oggi Turchia)
Emissione locale.
1 piastra.
Nel 1921 Kilis era in Siria e l'emissione di questo francobollo provvisorio fu ad opera dei rifugiati Armeni, durante la loro fuga dalla Cilicia, distretto sulla costa sudorientale dell'Asia Minore (Turchia); doveva diventare parte della Siria ma fu ceduta alla Turchia nel 1921.



CARTA PER BANCONOTE

1921 - Lettonia
Riunione delle province lettoni.
50 kapeks / 1 rublis.
La Lettonia si trovò a corto di carta e non trovò di meglio che utilizzare carta per banconote o per mappe geografiche.

recto verso

CARTE PER MAPPE GEOGRAFICHE

1918-1920 - Lettonia
Proclamazione della Repubblica.
3-5-10-15-20-25-35-40-50-75 kapeks.
Stampati su mappe geografiche tedesche.

recto verso

(1.2 - continua)

Notizie e immagini tratte da:
Fabio Bonacina - News 2000 - LIBERO - speciale - Questi pazzi, pazzi francobolli - 08.10.2004
(Vaccari magazine - Novità che vengono dal passato - n. 32 novembre 2004)
Aggiornamenti tratti da: VACCARI news

1.3 - Non solo carta... e novità filateliche

il tatto

CON ALTRI MATERIALI

SUGHERO

28 novembre 2007 - Portogallo
1,00 euro - autoadesivo in fogli da 32 valori.
Tiratura 230.000 esemplari di cui 20.000 con bandella dedicata al Gruppo AMORIM, attivo nel settore del sughero.

Gruppo AMORIM

PLASTICA IN RILIEVO

1971 - Bhutan
Storia della scultura.
10-75 chetrums / 1,25-2 ngultrum.
Storia della scultura.
3-4-5-6 ngultrum (posta erea).

ARGENTO

20 marzo 2003 - Polonia
25° Anniversario del papato di Giovanni Paolo II.
10 zloty (emissione congiunta).

20 marzo 2003 - Vaticano
25° Anniversario del papato di Giovanni Paolo II.
2,58 euro (emissione congiunta).

Vaticano / Filatelia

2001 - Paesi Bassi
Francobollo sorpresa.
12,75 fiorini.

ORO

14 settembre 2007 - Austria
Josef Hoffmann (1870-1956)
2,65 euro - foglietto
Carta normale con al centro quantità minima di vero oro.



1 giugno 1993 - Mongolia
Protezione della natura.
200 tugrik.

1970 - Gabon
Presidente Albert Bernard Bongo.
200 franchi.

31 luglio 1970 - Gabon
Esposizione Universale di Osaka.
1.000 franchi.

1969 - Mauritania
Missione Apollo VIII.
2.000 franchi (posta aerea).

24 luglio 1969 - Mali
Missione Apollo VIII.
2.000 franchi.

1965 - Gabon
Morte di Albert Schweitzer.
1.000 franchi (posta aerea).

ACCIAIO

1969 - Bhutan
Storia dell'acciaio.
2-5-15-45-75 chetrums / 1,50-1,75-2 ngultrum.
Storia dell'acciaio.
3-4-5-6 ngultrum (posta aerea).

ALLUMINIO


1961 - Unione Sovietica
22° Congresso del Partito.
1 rublo.
22° Congresso del Partito.
1 rublo (sovrastampa per l'apertura).

1955 - Ungheria
Congresso internazionale dei metalli leggeri.
5 fiorini (posta aerea).



TESSILI / MERLETTO

8 ottobre 2004 - Italia
Arte del merletto.
2,80 euro - autoadesivo.

Poste italiane / Filatelia - Gruppo Tessile Arnaldo Caprai

TESSILI / RICAMO

2003 - Saint Vincent
Centenario dell'orso di peluche.
15 dollari.

21 giugno 2000 - Svizzera
Pizzo di San Gallo.
5 franchi.

La Posta Svizzera

TESSILI / SETA


29 novembre 2001 - Italia
Industria serica.
5.000 lire / 2,58 euro - francobusta autoadesiva.

Poste italiane / Filatelia

1971 - Grenada
Miss Mondo.
0,50 dollari - foglietto.

1969 - Bhutan
Tappezzerie buddiste.
15-75 chetrums / 2-5-6 ngultrum

12 dicembre 1958 - Polonia
4° Centenario delle poste polacche.
50 zloty - foglietto.



TESSILI / TESSUTO ARTIFICIALE "DEDERON"

12 marzo 1963 - Germania Democratica
50-70 pfenning - blocco foglietto di 2 valori.
Il ruolo della chimica per la la pace e il socialismo.



LEGNO

2 luglio 2007 - Italia
Serie tematica "IL patrimonio artistico e culturale italiano".
Basilica di San Vincenzo in Galliano, Cantù (Como).
2,80 euro - autoadesivo.
Il francobollo, fustellato, è stampato in offset su un foglio di legno impiallacciato di betulla nello spessore di mm 0,3. Azienda fornitrice: Tecnolegno S.r.l. di Arosio (CO).

Poste italiane / Filatelia - Tecnolegno

21 ottobre 2005 - Regno Unito
Bicentenario della battaglia di Trafalgar.
Serie di 4 valori più un foglietto.
Solo il valore da 1,60 sterline (Gibilterra) si caratterizza per le particelle di legno inserite nella fase produttiva, proveniente dalla "Victory", la nave ammiraglia di Horatio Nelson nella battaglia di Trafalgar, quella in cui riusci a bloccare ed a sconfiggere la flotta napoleonica franco-spagnola.

VACCARI news

7 settembre 2004 - SvizzeraI
Il legno svizzero.
5 franchi.
Il francobollo, fustellato, è stampato in serigrafia su un foglio di legno impiallacciato di abete rosso nello spessore di mm 0,7. Azienda fornitrice: Lanz SA di Rohrbach.
Matrimonio della coppia imperiale giapponese.
500 franchi.



23 marzo 1987 - Gibuti
Lotta contro la lebbra.
500 franchi.

27 gennaio 1985 - Gibuti
Bicentenario della nascita del pittore e disegnatore Jean-Jacques Audubon.
200 franchi - foglietto (posta aerea).



19 giugno 1984 - Gabon
19° Congresso mondiale UPU.
1.000 franchi.

7 ottobre 1983 - Gibuti
50° Anniversario dell'Air France.
25 franchi.

17 agosto 1982 - Gabon
2° Anniversario dell'indipendenza.
2.000 franchi - foglietto.
Il foglietto è stampato su un foglio di legno impiallaciato di oukoumé, ricchezza naturale.

CERALACCA

1852 - India
Distretto di Scinde.
1/2 anna.
I primi francobolli emessi in Asia nel 1852 dal distretto di Scinde, ubicato nella parte a nord di Bombay sin dentro il Pakistan occidentale.


(1.3 - continua)

Notizie e immagini tratte da:
Fabio Bonacina - News 2000 - LIBERO - speciale - Questi pazzi, pazzi francobolli - 08.10.2004
(Vaccari magazine - Novità che vengono dal passato - n. 32 novembre 2004)
Aggiornamenti tratti da: VACCARI news