TOTTA e DYLAN

Riceviamo e pubblichiamo


Luca a 63 giorni...

...Tu si' guaglione!...
Che t'hê miso 'ncapa?
va' a ghiucá 'o pallone...

In aria

Un nuovo progetto espositivo prodotto e curato da Contrasto per Alitalia. Cinque fantastiche mostre allestite presso il prestigioso Spazio Alitalia in Piazza di Spagna a Roma.

Fino al 20 gennaio 2013

A dare il via al progetto la mostra “Giostre” con fotografie di autori vari che presenta scatti realizzati in diverse città del mondo. Ogni immagine mostra una giostra in movimento o anche un solo dettaglio della stessa, l’espressione delle persone nel pieno del turbinio ludico. Giovani, anziani e bambini: l’ebbrezza del volo inteso come divertimento non ha età.

Febbraio / marzo 2013

In occasione del lancio della nuova rotta Alitalia sulla destinazione Abu Dhabi sarà poi la volta della serie “Dall’alto, dal basso. I grattacieli di Abu Dhabi”, una selezione di immagini di grandi autori internazionali che consentiranno di esplorare fotograficamente la verticalità della città degli Emirati Arabi. I grattacieli avveniristici creati dai grandi architetti contemporanei, sono immortalati da diverse prospettive, in un gioco di vertigine verticale della costruzione umana.

Aprile / maggio 2013

A seguire la serie inedita delle “Nuvole” di Irene Kung, artista di origine svizzera, apprezzata a livello internazionale. Fotografate proprio dall’interno di un normale aereo di linea, le nuvole di Kung sono soffici omaggi alla fantasia umana, che riconosce proprio nelle nuvole le forme, questa volta aeree, della vita di tutti i giorni.

Giugno / luglio 2013

Dopo le "Nuvole", saranno protagoniste le “Mongolfiere” di Massimo Siragusa, le magnifiche, scenografiche e colorate mongolfiere, arrivate fino a noi direttamente dall’Ottocento. Si alzano nel cielo azzurro come sospese nel tempo oltre che nello spazio. Queste opere daranno vita a una mostra-installazione del tutto innovativa e suggestiva.

Agosto / settembre 2013

Il progetto espositivo chiuderà con un allestimento insolito e innovativo, “Jump”, collettiva dei fotografi Reuters, che esplora l’universo del parkour e immagine dopo immagine, permette di seguire le evoluzioni, i salti, le piroette di un popolo di atleti metropolitani davero spettacolari.

Ingresso libero.
Dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 19.
Sabato dalle ore 10 alle ore 18.

Bicicletta in cartone riciclato

Costruire unabicicletta con soli 9 dollari utilizzando cartone riciclato? Impossibile, viene da pensare. Devono averlo pensato in molti davanti alla proposta di Izhar Gafni che vive in un Kibbutz in Israele. Da tempo l'uomo covava il sogno di dimostrare ai colleghi ingegneri che era possibile costruire una bicicletta, mezzo ecologico per eccellenza, quasi a costo zero.


“Tutti mi hanno detto era impossibile” racconta Gafni. Ma l'uomo non si è rassegnato e ha deciso di provarci da solo tentando di cambiare il concetto stesso di veicolo verde. Ovviamente riuscendo nell'impresa di costruire la sua bici total green, non solo perché non produce emissioni inquinanti ma anche perché fin dalle origini è concepita in chiave sostenibile, utilizzando materiali riciclati e riutilizzabili.

A giudicare dai numerosi prototipi appoggiati al muro della sua abitazione, l'idea è più che realizzata. Difficile credere che ci fosse una qualche relazione tra la bicicletta e il cartone. Ma così è stato. La sua bici è rivestita da uno strato di materiale forte e solido marrone e bianco. Il materiale di partenza è cartone riciclato, in grado di resistere all'acqua e all'umidità, e caratterizzato da un costo quasi nullo.

Oltre a prevenire l'inquinamento, la facilità a reperire il materiale e il basso costo della bici la renderebbe accessibile a tutti, incoraggiando l'attività fisica. E c'è di più. In un'intervista rilasciata al quotidiano israeliano Newsgeek, Gafni ha rivelato che il costo di produzione per le sue biciclette riciclate è di circa 9-12 dollari ciascuna, e si stima che potrebbero essere vendute al consumatore per 60 dollari, a seconda delle parti che si decide di aggiungere.

Un altro vantaggio della bici è che è facilmente smontabile e si può portare con sé evitando così anche il rischio di furti. È possibile inoltre personalizzarla ad esempio aggiungendo un motore rimovibile per renderla elettrica (portando il costo a 60 dollari), smontarlo e portarlo con sé dopo aver parcheggiato. Azzerato così anche il problema furto.

"Mi piacciono molto le biciclette, e quando ho lavorato negli Stati Uniti ho chiesto in California per vedere se qualcuno aveva già pensato al concept di bicicletta in cartone. Con mia grande gioia, ho scoperto che esistevano solo concept simili ma a base di bambù. Ma quando ho iniziato a chiedere ai tecnici circa la possibilità di produrre una bicicletta di cartone, sono stato mandato via e mi è stato detto che la realizzazione della mia idea era impossibile” spiega Gafni, che non si è dato per vinto. “I miei primi prototipi sembravano scatole di consegna su ruote. Erano pesanti e non ci voleva molta immaginazione per capire che erano fatte di cartone”.
Successivamente e grazie all'aiuto di alcuni investitori l'uomo ha capito che occorreva rendere la bici più confortevole e più leggera.

Una bici che può essere facilmente assemblata e smontata, che può trasportare un peso fino a 140 chilogrammi e soprattutto che sia ecologica e green, a partire dai materiali che la compongono.

Speriamo diventi presto realtà

Genesi del fare

La galleria A arte Studio Invernizzi di Milano dall’11 dicembre 2012 al 30 gennaio 2013 ospita la mostra dal titolo “Genesi del fare” che, attraverso diversi artisti, ripercorre l’evoluzione di una linea dell’arte contemporanea che ha privilegiato la ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e forma.


Il percorso espositivo parte dall’opera ”Spazio totale“, progressioni ritmiche simultanee in variazione vibratile, realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origini di un’esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull’essenza dell’esistenza umana. Al piano superiore, le opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Varisco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell’immagine. Questa ricerca trova, poi, nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Rodolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, che indagano forme e colori in una sintesi che tende all’universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate all’idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall’essenzialità geometrica delle strutture, sono l’esito di una riflessione sull’idea stessa di scultura, divenendo un elemento specificatamente pensato per lo spazio di destinazione. David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l’espressività artistica di materiali legati all’uso quotidiano, come carta, cartoncino e MDF. I lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L’utilizzo di un elemento reiterativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in forme primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken. Infine, i risultati più recenti di questo percorso: le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla riflessione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, di Nelio Sonego, che trascrive sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, gli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli ambienti con le loro proiezioni, le forature di Riccardo De Marchi su superfici in plexiglas e le considerazioni dell’architettura come parte fondante nell’opera di Francesco Candeloro.

Notizie e immagine tratte da: aarteinvernizzi.it

Oscar Niemeyer

Il visionario architetto brasiliano si è spento nella notte del 5 dicembre scorso nell’ospedale samaritano di Rio de Janeiro, sua città natale, dove era ricoverato dal 2 novembre scorso.

Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho, noto come Oscar Niemeyer, il 15 dicembre avrebbe compiuto 105 anni, il più famoso architetto brasiliano, tra i più illustri e prolifici del XX secolo, sintetizzava nel modernismo le suggestioni tropicali del Brasile.

“Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell’oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita”.
Con questa frase Niemeyer sintetizzava il suo credo stilistico che ha influito su centinaia di opere, da Brasilia a tutto il mondo.
 
"Q" - barretta di cioccolato di Oscar Niemeyer per Aquim di Rio de Janeiro

Nel tour della sua vita le tappe più importanti:

1929
Si sposa con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova.
1934
Si laurea ingegnere architetto e va a lavorare nello studio dell’architetto Lúcio Costa (1902-1998), futuro disegnatore del piano di Brasilia. In questi anni il contatto con Le Corbusier influenzano molto il suo stile basato sulle estreme possibilità del cemento armato.
1945
Entra nel partito comunista brasiliano restando fedele fino alla morte.
1947
Si reca a New York per lavorare al Palazzo di Vetro dell’Onu.
1951
Disegna a San Paolo il Parco Ibirapuera con la sede della Biennale e la Oca, un padiglione per il IV centenario della città ispirato alla struttura delle capanne degli indios, e l’Edificio Copan.
1052-1053
Costruisce la propria casa a Rio de Janeiro, Casa das Canoas, il suo capolavoro domestico.

Casa das Canoas a Rio de Janeiro
1956
Vince con Lúcio Costa il concorso per il piano pilota della nuova capitale Brasilia, che sostituirà Rio de Janeiro con una città avveniristica spostata più a nord, al centro della savana brasiliana.
Niemeyer vi realizza decine di edifici. I più famosi sono il Palazzo dell’Alvorada e il Palazzo del Planalto, sedi del Presidente della Repubblica, le cupole convessa e concava del Palazzo del Congresso, il Palazzo di Itamaraty, sede del Ministero degli Esteri, e la Cattedrale, ancora oggi considerata il capolavoro di Niemeyer.

Palazzo del Congresso a Brasilia
1957
A San Paolo progetta l’immenso Edificio Residenziale Copan, alto 140 metri con 38 piani.
1963
Diviene membro onorario dell’American Institute of Architects negli Stati Uniti.
1964
Soffre sulla sua pelle il golpe militare.
“Durante la dittatura tutto è stato differente - ha ricordato -. Il mio studio è stato saccheggiato. I miei progetti poco a poco hanno incominciato ad essere rifiutati. Il posto di un architetto comunista è a Mosca, mi disse un giorno un ministro”.
È di questi anni la celebre frase di Fidel Castro: “Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti rimasti a questo mondo”.
1967
Va in esilio a Parigi.
1968
Progetta in Italia il Palazzo Mondadori a Segrate, sede dell’Arnoldo Mondadori Editore.

Palazzo Mondadoro a Segrate
1985
Torna in Brasile e progetta il Memorial da America Latina a San Paolo, e il Museo di Arte Contemporanea a Niterói, città vicino a Rio de Janeiro.

Museo di Arte Contemporanea a Niterói
1988
Negli Stati Uniti vince il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura.
1996
Riceve il Leone d’Oro della Biennale di Venezia.
2000
Disegna il progetto dell’Auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010.
2005
La Tim inaugura l’Auditorium del Parco Ibirapuera a San Paolo, un progetto del 1954 rimasto per anni chiuso nel cassetto.
2006
Si risposa all’età di 98 anni con la sua segretaria Vera Lucia Cabreira, più giovane di lui di 38 anni, contro il volere di Anna Maria, l’unica figlia. Niemeyer è follemente innamorato.
2011
In Spagna viene inaugurato il Centro Culturale Internazionale da lui progettato e a lui dedicato.

“L’architettura è il mio hobby - diceva spesso Niemeyer - una delle mie allegrie: creare la forma nuova e creatrice che il cemento armato suggerisce, scoprirla, moltiplicarla, inserirla nella tecnica più d’avanguardia. Questo è per me inventare lo spettacolo dell’architettura”.

Vendesi voli per la Luna



Questo è il progetto presentato da due ex alti funzionari della NASA, annunciando la creazione della società privata Golden Spike Company. Un volo andata e ritorno per due passeggeri con passeggiata sulla Luna avrà un costo di 1,5 mld di dollari, pari a “una frazione di qualsiasi programma lunare mai concepito”, hanno precisato in un comunicato.



“Golden Spike Company è la prima azienda che vuole offrire in modo regolare spedizioni di esplorazione sulla superficie della Luna entro la fine del decennio”, hanno aggiunto nella nota. L’azienda precisa di voler ricorrere a “razzi disponibili e ai veicoli spaziali per passeggeri in fase di sviluppo”, per vendere i voli a “nazioni, individui e aziende con obiettivi e ambizioni di esplorazione lunare”.

La presentazione della nuova azienda è avvenuta alla vigilia del 40° anniversario del lancio di APOLLO-17, l’ultima missione che portò l’uomo sulla Luna. I due protagonisti del progetto sono Alan Stern, ex numero uno NASA per la scienza, e Gerry Griffin, ex direttore di volo di APOLLO e numero uno del Johnson Space Center Houston della NASA in Texas.

Alan Stern sarà l’amministratore delegato dell’azienda, mentre Gerry Griffin Presidente del Consiglio di amministrazione. Tra i consiglieri dell’azienda figurano anche uomini politici, tra cui l’ex Presidente della Camera dei rappresentanti Newt Gingrich e Bill Richardson, ex ambasciatore dell’ONU ed ex Segretario per l’Energia dell’ex Presidente Bill Clinton.

Innamorato della luna

Giovedì 29 novembre 2012, presso la Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense (Via Brera, 28 - Milano) si è tenuta l’inaugurazione della mostra

Innamorato della luna.
Antonio Rubino e l’arte del racconto

e sarà aperta fino al 31 gennaio 2013.

Ideata e curata da Martino Negri (Università degli studi di Milano - Bicocca) e realizzata dalla Biblioteca.

Alla presentazione hanno partecipato, oltre al curatore, il Direttore della Braidense, Andrea De Pasquale, Antonietta Rubino che ha generosamente offerto molti dei documenti esposti, appartenenti all'Archivio Rubino Antonio, e alcuni degli autori dei saggi pubblicati nel catalogo della mostra dall'editore Scalpendi: Antonio Faeti, Paola Pallottino, Claudio Bertieri, Santo Alligo, Paolo Rusconi, Valentina Zanchin, Michele Rapisarda, Alessandro Milani, Roberto Coaloa, Fernando Rotondo, Milena Bernardi, federico Appel, Marco Cassini.

Ritenuto da molti il "padre del fumetto italiano", oltre a essere stato tra i fondatori del Corriere dei Piccoli, nel lontano 1908, Antonio Rubino fu anche narratore di notevole qualità letteraria nonché grafico intelligente e innovativo, come testimoniano le copertine del Giornalino della Domenica di Vamba e i progetti grafici per diverse collane editoriali, tra cui anche la celebre Bibliotechina de La Lampada.

La mostra ripercorre l'intero arco della produzione rubiniana nell'ambito della carta stampata, dai primi ex libris ai manifesti pubblicitari, dalle strisce a fumetti ai libri della maturità, con l'obiettivo di mostrare la versatilità della sua intelligenza artistica e la storia della sua evoluzione, che trova nei libri pensati in piena autonomia inventiva e realizzativa i suoi esiti più interessanti. Un'attenzione particolare sarà rivolta al romanzo illustrato Viperetta (1919), esemplare per il dialogo tra linguaggio iconico e verbale che lo caratterizza, per l'epoca innovativo, e ai progetti di editoria didattica realizzati da Rubino negli anni Venti, per l’editore Cartoccino di Monza, di cui la Bibliotechina Prescolastica è il risultato più originale.

La mostra, che comprenderà per lo più materiali a stampa (libri, riviste, manifesti, quaderni), ma anche tavole originali (chine, tempere, acquarelli), fotografie d’epoca e manoscritti dell'autore, non è rivolta solo agli studiosi più esperti di letteratura per l'infanzia o ai bibliofili appassionati ma anche e soprattutto ai giovani, offrendosi come un'occasione di incontro e di scoperta di una delle figure più interessanti del panorama culturale italiano dei primi cinquant'anni del Novecento e, attraverso le sue opere, della storia d’Italia.

Pescato!

Venerdì 7 dicembre essereAnimali sarà a Bologna per richiamare l'attenzione e lanciare un chiaro quanto provocante messaggio sul fatto che ogni essere vivente non è un oggetto di cui possiamo deciderne l'utilizzo, né uno schiavo a cui possiamo stringere catene.

Piazza del Nettuno sarà testimone di un'azione dimostrativa di forte impatto, una dichiarazione di assoluta solidarietà a tutti quegli individui torturati e uccisi ma che come noi hanno diritto alla vita e alla libertà, un ammonimento ad una società... apatica e ancora troppo indifferente,

A sostenere e rappresentare ogni vita di questo pianeta il 7 dicembre saranno i PESCI, esseri tanto intelligenti quanto splendidi, tra i più sterminati, racconteranno la violenza e la tirannia di una specie a discapito di tutte le altre.

Chiunque può essere partecipe all'iniziativa, essereAnimali distribuirà un cartello ad ogni persona che intende condividere con noi questo tipo di messaggio.

info@essereanimali.org
342.1894500

Il Cile


Lorenzo Cilembrini in arte "Il Cile" (1982), cantautore

...una fotografia straordinaria della vita...

Cemento armato

Anche questa è vita:
respirare i silenzi spietati di una donna che hai perso. 

Quando il freddo di tutto l’inverno brucia più dell’inferno e ti guardi dentro e capisci che qualcosa hai sbagliato. 

Anche questa è vita: vagabondi e innamorati a una stazione, in un cestino o in un abbraccio c’è uguale immersione. 

Così acido è il sapore di una delusione. 

Anche questa è vita: un lavoro che non sopporti ma che devi fare, perché senza uno stipendio sei un difetto sociale, perché crepi per consumare e consumi crepando. 

Anche questa è vita: ritrovarsi in una rissa di sabato sera, come sfondo le luci blu di una sirena. 

Mentre scappi e tutto intorno è una nuvola nera. 

Anche questa è vita: ascoltare i politici che fanno chiari discorsi, che il paese ha bisogno soltanto di iene ghignanti, di pagliacci da televisione e dettagli eleganti. 

Anche questa è vita: ingoiare una polaroid di carta vetrata, regressione in chiave etilica di un’altra giornata. 

Non potresti mai capire quanto ti ho amata. 

Dove sei? Mi hai lasciato in un oceano di filo spinato. 

Io ti ho dato prati di viole e tu cemento armato. 

Dove sei? Mi hai lasciato in un oceano di filo spinato. 

Io ti ho dato prati di viole e tu cemento armato… cemento armato… cemento armato.

Casa discografica Universal Music Italia.
Pubblicato il 20 gennaio 2012.
Prodotto da Fabrizio Barbacci.

 

REWIND, 50 anni di FENDER in Italia

Dal 16 novembre al 13 febbraio 2013, presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica Palazzo Sanguinetti a Bologna (Strada Maggiore 34), una mostra di 22 artisti italiani e internazionali che si incontrano per dare un loro contributo al grande mito della Fender, un famoso marchio americano di chitarre elettriche. Infatti, nelle sale del Museo si possono ammirare le chitarre Fender in un allestimento intelligente per richiamare la memoria della musica italiana dagli anni ’60 ad oggi, in un contesto di elementi visivi e scenografici.

Gli stili e i linguaggi adoperati sdagli artisti invitati ono molto diversi, dalla pittura figurativa all'arte concettuale, dall'oggetto all'installazione, dalla street painting alla sound art.

In mostra gli italiani Dario Arcidiacono, Alessandro Baronciani, Emanuele Becheri, Carlo Benvenuto, Davide Bertocchi, Valerio Berruti, Cuoghi Corsello, Marica Fasoli, Matteo Fato, FranKo B, Anna Galtarossa, Enrico Ghinato, Ugo Nespolo, KayOne, Giorgio Ortona, The Bounty Killart, Giuseppe Veneziano.

Spicca la presenza di artisti internazionali quali il californiano Anthony Ausgang, l'inglese Chris Gilmour, l'argentino Daniel Gonzalez, l'austriaco Hubertus Von Hohenlohe e il tedesco Hermann Pitz.

"Questa mostra propone delle suggestioni legate agli ultimi cinquant’anni di storia italiana, non una loro ricostruzione. Grazie a Fender le chitarre diventano fulcro di un percorso più ampio all'interno del quale si incrociano, a tempo di rock, miti, stili di viti, ideali" spiega Luca Beatrice, curatore della mostra.
Opera di Marica Fasoli


Romafil 2012


La FSFI - Federazione fra le Società Filateliche Italiane in collaborazione con l'Associazione Filatelica Numismatica Italiana ''A. Diena'' di Roma organizza Romafil 2012, Esposizione Nazionale e di Qualificazione dal 12 al 14 ottobre 2012, presso il Palazzo dei Congressi (Piazza John Kennedy, 1 - 00144 Roma EUR), in concomitanza con il convegno commerciale organizzato da Poste Italiane.



Texture marziana



E’ la prima immagine ripresa dalla fotocamera MAHLI - Mars Hand Lens Imager posizionata sul braccio robotico del rover Curiosity, della missione MSL - Mars Science Laboratory.

La superficie fotografata è di 86 cm ed il sasso più grande, nella parte inferiore, è di circa 8 cm.

La fotocamera MAHLI è in grado a mettere a fuoco da 2,1 cm ad infinito. Inoltre il suo posizionamento sull’estremità del braccio robotico di Curiosity permette di essere utilizzata anche per altri scopi, ad esempio per riprendere il rover stesso da varie angolazioni.

Vedi le foto by Jet Propulsion Laboratory / NASA        

UNICHE NEL SUO GENERE !

Il rover Curiosity

Curiosity, realizzato nell'ambito della missione MSL - Mars Science Laboratory, si è posato sulla superficie di Marte, dopo 8 mesi di viaggio e percorso 567 milioni di chilometri, il 6 agosto alle 7,31 ore italiane, regalandoci uno spettacolo estremamente complesso carico di alta tecnologia.


L’operazione è avvenuta con una nuova tecnica, mai utilizzata prima con un mezzo spaziale senza equipaggio, che è stata paragonata al movimento di un ragno sulla sua tela. La navicella-madre è entrata nell'atmosfera a sei chilometri al secondo, ha aperto il più grande paracadute supersonico mai utilizzato ed ha usato apparecchi sofisticati per manovrare e rallentare la discesa. Dopo quelli che sono stati definiti “sette minuti di terrore” un applauso liberatorio è scoppiato fra gli scienziati del JPL - Jet Propulsion Laboratory. Subito dopo Curiosity ha inviato sulla Terra le prime due immagini della superficie del pianeta.

L’impresa è stata commentata con entusiasmo da Charles Frank Bolden, amministratore della NASA: “Oggi, le ruote di Curiosity hanno iniziato a tracciare il percorso per le impronte umane su Marte”, e si rinnova così la sfida per inviare entro la metà del 2030 un equipaggio umano su sul Pianeta Rosso.

Curiosity è la terza sonda inviata su Marte, dopo Spirit e Opportunity. Pesa 899 chili ed è un laboratorio scientifico della dimensione di una grossa auto. La navicella ha iniziato il suo viaggio il 26 novembre del 2011 con un lancio da Cape Canaveral, in Florida. Si tratta dell'oggetto più grande e più pesante creato dall'uomo mai posato su Marte. La sua missione è capire se il luogo dove è atterrato, il Gale Crater, abbia mai ospitato forme di vita.

… Marte è stato invaso dai terrestri…

La missione durerà circa due anni e ha portato sul pianeta rosso anche un pezzo di Italia: un chip che contiene l'autoritratto di Leonardo Da Vinci e il Codice del Volo, il testo nel quale Leonardo descrive il volo degli uccelli e la sua Macchina volante, considerato il fondamento della storia del volo.
L'iniziativa si deve all'ASI - Agenzia Spaziale Italiana, al Tg della Rai Leonardo e della sua conduttrice Silvia Rosa Brusin e al JPL - Jet Propulsion Laboratory della NASA.

Io l'ho visto

Riparte l’operazione

IO L’HO VISTO

per salvare gli amici a quattro zampe abbandonati sulle autostrade. L’operazione ronde scatterà il 24 luglio e durerà fino al 4 settembre 2012: sarà possibile segnalare i cani abbandonati o vaganti sulle autostrade inviando un sms al 334 1051030.

Orbita Italia

Tute spaziali, stemmi delle missioni orbitali, documentazione tecnica originale, addirittura alcuni frammenti di astronavi. Tutti volati nello spazio. Saranno questi i grandi protagonisti di “Orbita Italia”, la mostra organizzata in occasione del ventesimo anniversario del lancio del primo astronauta italiano nel luglio 1992. Organizzata dall’associazione culturale Ifimedia, la mostra è stata inaugurata martedì 12 giugno a Roma presso lo Spazio Europa, uno spazio pubblico gestito dall’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea (in via IV Novembre, 149).


All’apertura ufficiale della mostra ha partecipato il primo astronauta italiano Franco Malerba.
La mostra potrà essere visitata fino al 27 giugno con ingresso libero.

Operazione Drago (nuovo tentativo)

La storica missione Dragon ha subìto un aggiornamento circa la data del lancio prevista per il 19 maggio scorso. I tecnici della SpaceX hanno individuato in una valvola difettosa il problema che ha causato la sospensione automatica della missione proprio allo scadere del conto alla rovescia. Una lettura di pressione troppo alta nella camera di combustione del motore Merlin n. 5, del primo stadio del razzo, ha portato il computer di bordo allo spegnimento automatico del Falcon 9, pertanto una volta individuato il problema la SpaceX ha provveduto alle immediate riparazioni.

Infatti il lancio è avvenuto martedì 22 maggio alle ore italiane 09:44 dal Launch Complex 40 di Cape Canaveral Air Force Station, in Florida.

E’ iniziata la nuova era spaziale umana: per la prima volta nella storia un’azienda privata ha lanciato un veicolo spaziale verso la Stazione Spaziale Internazionale.

In seguito ai numerosi test che la capsula orbitale di trasporto Dragon effettuerà nei prossimi giorni, la NASA stabilirà se è pronta all'aggancio che potrà avvenire venerdì 25 maggio.
Se così sarà, Dragon verrà catturata dal SSRMS - Space Station Remote Manipulator System, ovvero il baraccio robotico della ISS che la aggancerà ad un portellone del nodo Harmony.

Durante la successiva settimana, secondo il programma, gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale entreranno nella prima capsula spaziale commerciale di tutti i tempi, ne preleveranno i rifornimenti e la riempiranno con tutto quello che si dovrà riportare sulla Terra.
Due settimane dopo Dragon verrà sganciata dalla ISS e rientrrà, ammarando nell'Oceano Pacifico a poche centinaia di km ad ovest dalle coste della California del Sud.


Immagine tratta da: nasa.gov / Vedi ns. precedente post pubblicato l'11.05.2012

Horst Faas

La guerra del Vietnam diede al mondo intero alcune fra le più sensazionali e atroci immagini mai catturate dall’obiettivo di una reflex. Sulla pellicola vennero fissati soltanto brevi istanti di vite che continuarono anche dopo la fine del conflitto. Le inquadrature che le documentano sono certamente alcune tra le più famose scattate da fotografi che tutti i giorni impressionavano sulle loro pellicole immagini forti che avevano a che fare più con la morte che con la vita.

Uno dei tanti è stato il fotoreporter tedesco Horst Faas (1933), che si è spento il 10 maggio scorso, vincitore di 2 premi Pulitzer, il primo nel 1965 per gli scatti fotografici eseguiti per narrare gli orrori del Vietnam, il secondo nel 1972 per documentare le esecuzioni e le torture in Bangladesh. Horst Faas era malato da diversi anni a causa di un'emorragia spinale che lo costrinse nel 2005 alla sedia a rotelle, paralizzandolo dal bacino in giù. Negli ultimi 3 anni le sue condizioni di salute erano peggiorate, ma fino al 2008 ha continuato a partecipare a mostre e convegni, con la stessa passione che lo spinse sul campo come fotoreporter.

Fu lui a diffondere due delle foto più significative della guerra che hanno fatto il giro del mondo.

Quella del vietnamita Nick Ut, pseudonimo di Huynh Cong Ut (1951) dell’Associated Press, ritraente Phan Thi Kim Phuc quando l’8 giugno 1972, a soli 9 anni, cercava di fuggire dal villaggio di Trang Bang, nel Vietnam del Sud, devastato dal napalm. Aveva il braccio sinistro, il collo e la schiena ustionati, rimanendo in coma per 6 mesi. La degenza in ospedale durò 18 mesi e le cure furono completate solo anni dopo, con un intervento di chirurgia plastica in Germania. Kim Phuc è diventata farmacista e oggi è ambasciatrice di pace per l’UNESCO.

Napalm Girl - Nick Ut, The Associated Press

E quella dello statunitense Edward Thomas “Eddie” Adams (1933-2004) dell’Associated Press, sull'esecuzione avvenuta il 1° febbraio 1968 a Saigon, da parte del Generale di brigata dell’Esercito della Repubblica del Vietnam Nguyen Ngoc Loan (1930-1998), di un prigioniero Vietcong di nome Nguyen Van Lem. Il fotoreporter scoprì in seguito che la vittima aveva ucciso uno dei migliori amici di Loan, un Maggiore di polizia, trucidandone anche l’intera famiglia. Sembra che la storia sia vera. Loan fu ritrovato a Burke, nella Virginia, dove si guadagnava da vivere gestendo una pizzeria.
L’esecuzione fu ripresa anche da un cameraman della NBC, network radiotelevisivo statunitense.

Esecuzione di Saigon - Eddie Adams, The Associated Press


Horst Faas rivoluzionò il modo di raccontare la realtà sul campo, arruolando giovani talenti e free lance stranieri e imponendo "nuovi standard per chi decideva di raccontare una guerra con la macchina fotografica".

Operazione Drago

Inizia una nuova era, quella dei privati alla conquista dello spazio.
Parte l'Operazione Drago che per la prima volta porterà nello spazio un'astronave progettata, costruita e lanciata da un'azienda privata: 


La società americana SpaceX ha annunciato di aver fissato per il 19 maggio la data del primo tentativo di lancio della sua navicella “Dragon”. La destinazione è la ISS - International Space Station. Nei comunicati si parla di primo tentativo, con la prudenza d'obbligo in un settore dove tutto deve essere a prova di errore.
Il veicolo Dragon da 6 t di peso e le dimensioni di 5,2 m di altezza e 3,6 m di diametro sarà la prima capsula privata ad ormeggiare sulla ISS, grazie all’intervento dello speciale braccio robotico della stazione.


La SpaceX ovvero la Space Exploration Technologies Corporation è un'azienda pilota nel campo dei trasporti spaziali e da tempo ormai sta sviluppando lanciatori spaziali, parzialmente riutilizzabili come il Falcon 1 e il Falcon 9, più una capsula per il trasporto orbitale di persone e merci: la Dragon. Fondata nel giugno del 2002 dall’imprenditore sudafricano Elon Musk (1971) che, dopo avere inventato il PayPal il sistema di pagamento online, ha deciso di puntare dritto verso lo spazio rendendosi conto che progettare, costruire e varare una flotta spaziale e dovendo fare i conti con i problemi di budget, non è un'impresa da poco. Nonostante tutto ha lanciato la sua sfida consapevole dei rischi ma anche ottimista sulle probabilità di successo del viaggio.
Dal 7 febbraio scorso il decollo del Dragon è stato rinviato già 3 volte. La portavoce della SpaceX, Kirstin Brost Grantham, ha annunciato che “SpaceX e Nasa hanno terminato i controlli sulla strumentazione elettronica di Dragon e SpaceX ha presentato la domanda alla base aerea di Cape Canaveral per procedere al lancio il 19 maggio con la possibilità di un secondo tentativo il 22 maggio”. Inoltre ha aggiunto che “finora non è stato segnalato alcun problema durante le verifiche, ma data la complessità di una simile missione, vogliamo dare prova della massima diligenza”.


In realtà qualche problema c'è stato e la data del lancio è stata studiata con attenzione, infatti la Nasa non voleva procedere all'operazione prima del lancio di una Soyouz russa il 14 maggio, sempre con destinazione ISS e ammaraggio il 16. Alla fine si è deciso che l'operazione drago poteva lasciare la rampa di lancio sabato della prossima settimana. Si tratta di un obiettivo importante, che segnerà il futuro prossimo dell'avventura delle aziende private nello spazio e della SpaceX in particolare.

La ISS dovrebbe restare in funzione probabilmente fino al 2028 e pertanto la Nasa ha scommesso, senza alcun dubbio, sul settore privato per effettuare almeno i viaggi di approvvigionamento e di trasporto degli astronauti verso la Stazione Internazionale, nel programma denominato NASA COTS - Commercial Orbital Transportation Services.

Immagini tratte da: spacex.com

La super Luna

Tra il 5 e il 6 maggio la Luna è apparsa più grande del 14% e più luminosa del 30% trovandosi al perigéo ovvero nel punto più vicino alla Terra nella sua orbita ellittica di rivoluzione attorno al pianeta: 356.955 km di distanza. In una notte di plenilunio...

Le più belle foto dal mondo tratte da fotografia.it.

Rio de Janeiro
New York
Atene
Ed un interessante video tratto da science.nasa.gov.

Gustav Klimt

Giuditta, 1901 - Olio su tela - Vienna



A quasi un secolo dalla sua acclamata partecipazione alla Biennale di Venezia del 1910, Gustav Klimt (1862-1918) è tornato a Venezia come protagonista di una straordinaria esposizione che si è inaugurata il 24 marzo scorso nelle sale del Museo Correr, dal titolo

Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione

curata dallo storico dell’arte austriaco Alfreid Weidinger, celebra i 150 anni della nascita di Gustav Klimt e resterà aperta fino al prossimo 8 luglio. 

Saranno esposti dipinti, disegni, oggetti preziosi e mobili realizzati da Klimt e da altri esponenti della Secessione viennese, il gruppo di pittori, architetti, scultori che nel 1897 si staccò dall’Accademia di Belle Arti viennese per fondare un movimento artistico rivoluzionario e innovativo dedicato a nuove idee sulla ricerca del bello: George Minne, Jan Toorop, Fernand Khnopff, Kolo Moser, il fratello Ernst e l’amico e architetto Josef Hoffmann.

150 anni dedicati al futuro

Per il 150° anniversario delle Poste italiane, in occasione dell’anniversario della legge sulla riforma postale promulgata il  5 maggio 1862 con il n. 604, sarà inaugurata dal Presidente della Repubblica la mostra

150 anni
dedicati al futuro

e sarà aperta al pubblico dal 9 al 20 maggio, in una tensostruttura allestita presso il Circo Massimo, in Via dell’Ara Massima di Ercole a Roma, per poi toccare le più importanti città italiane.

Un percorso attraverso la storia, i fatti e il nostro patrimonio culturale in cui l’evoluzione dell’azienda e quella del Paese si intrecciano in un continuo rimando di eventi, scoperte e cambiamenti.

Il tutto sarà fruibile grazie all’ausilio di una tecnologia avanzata.


Tobia, il delinquente

    
Domenica 22 aprile 2012

Lettere con carattere: senza con/senso

Dal 3 maggio al 27 maggio 2012 presso la Triennale Design Museum, Bruno Morello, graphic designer e art designer, espone 118 opere grafiche in un progetto di ricerca dal titolo:

Lettere con carattere: senza con/senso

che tratta in maniera originale il tema del riuso e del riciclo, sviluppano una riflessione sull’essenza del linguaggio come “gioco comunicativo” e aiutano a guardare con occhi nuovi la realtà quotidiana che ci circonda.


Le “lettere morte” recuperate da Bruno Morello sono lettere dimenticate e usurate dal tempo, che, in origine costruivano e comunicavano un messaggio di carattere sociale o commerciale (come per esempio vecchie insegne o cartelli con scritte adesive).
Grazie all’intervento del graphic designer queste “lettere morte” vengono sottratte al processo di decadimento, riprendono vita e veicolano nuovi messaggi.
Bruno Morello inizia a “catturare lettere” nel 2008, quando a New York acquista una macchina fotografica super compatta. Da quel giorno, nei suoi viaggi inizia a fotografare qualsiasi tipo di lettera e numero che incontra, capaci di attrarlo e suscitare in lui un’emozione visiva.
La serie di opere in mostra deriva dalla rielaborazione di 4 fotografie scattate dall’autore casualmente e istintivamente sul ponte di Kensington Gardens a Londra nel novembre 2010.
Dalle 4 fotografie Morello ha ricavato 12 lettere con le quali ha costruito 100 parole. Con le 100 parole ha costruito delle frasi “senza con/senso”, che affrontano temi legati al nostro tempo, passato presente futuro. La font fotografata e con la quale sono costruite le parole è l'Helvetica.

Silvana Annicchiarico, direttore del Triennale Design Museum, afferma: “Variamente combinate, queste lettere malate e invecchiate, questi moncherini di parole, queste frattaglie alfabetiche tornano a fare il lavoro che sempre devono fare le lettere e le parole: quello di produrre senso (ovviamente, senza con/senso). Quello di essere veicoli di significati. Ciò che il tempo o il caso hanno scomposto e diviso, viene ricomposto e riaggregato dal gesto di Bruno Morello: che si offre, in tal modo, quasi come un paradigma di ogni gesto che ambisca – in un modo o nell’altro – a essere «arte»”.

Mario Piazza, curatore della mostra, scrive: “Morello attraversando un uggioso parco londinese vede delle lettere caduche come foglie autunnali. Stanno per decomporsi. Sbiadire fra umidità fumose. Svanire per sempre e lasciare il posto ad altri segni, altre tracce alfabetiche delle necessità comunicative. Quello che non viene visto dallo stanco passante, dal turista frettoloso e dal cittadino annoiato viene invece registrato dall’occhio grafico di Morello. Non è una fine allora la scivolante lettera, bagnata e deformata. È una genesi. Questa nuova vita ricorda certe bellissime pagine della rivista Typographica di Herbert Spencer, pubblicata a Londra in due serie di sedici numeri ciascuna tra il 1949 e il 1967. In essa un nero calcografico faceva splendere come un radioso sole i fantasiosi tombini in ghisa che trovavi nelle strade. O la materialità e la nuova figurazione che venivano ad assumere le lettere delle insegne o i segni del traffico nella città. Morello sembra voler proseguire queste sperimentazioni e chirurgicamente fotografa il reperto e con impeto cesellatorio fa emergere il “corpo molle” delle lettere. Ora allineate, esse danzano. Le imperfezioni del tempo ora interpretano flessuose coreografie. Il nero fotografico (e potremmo dire anche tipografico) panneggia questi movimenti sottratti al declino. Prendono consapevolezza, flettono e s’innalzano, s’inchinano e s’arricciano.
Come in una sorta di lapdance si aprono ad un inedito spettacolo. Desiderano continuare a mandare messaggi, grazie all’occhio e alle mani di Morello”.

Bruno Morello è libero professionista dal 1993 ed è socio AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva) dal 2000. Ha progettato per editori, musei, e numerose istituzioni culturali. Impara il mestiere agli inizi degli anni Novanta presso lo studio Graphiti di Firenze, con Andrea Rauch e Stefano Rovai.
I suoi lavori sono pubblicati in varie riviste e volumi di grafica, esposti in mostre e biennali Internazionali.