TOTTA e DYLAN

2 - La cartapesta

Un tempo tutto il Salento fu un centro molto noto, nel Mezzogiorno, per la sua produzione di statue di cartapesta: non solo presepi, ma anche e soprattutto opere a soggetto religioso.
Pertanto la maestrìa dei cartapestai, con la loro originale tecnica, è stata tramandata di generazione in generazione.

Fasi di lavorazione di una statua di cartapesta

1. Modellatura del capo e delle estremità
La testa, le mani e i piedi, in proporzione all’altezza del personaggio da realizzare, generalmente vengono modellati in terracotta, e così, il cartapestaio oltre a saper modellare la carta, secondo il procedimento stilistico tradizionale, deve essere anche un abile scultore e sapersi preparare i calchi per il suo percorso operativo.


Laboratorio Mina Natali - Copertino, Lecce - deagostiniedicola.it

2. Creazione del bustino e del corpo
La statua prende forma da un manichino creato attorno ad una sottile anima di filo di ferro che funge da sostegno delle braccia, del tronco e delle gambe del personaggio. Poi viene foderata con paglia ricciolina, dando il dovuto spessore e tenuta con lo spago, realizzando pertanto il bustino su cui vengono montati la testa, le mani e i piedi precedentemente realizzati, che dopo l’assemblaggio, vanno a costituire il corpo, la forma della statua.


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3. Fasciatura
Il corpo viene fasciato con strisce di ponnula cioè carta bigia ricavata da stracci, con bassa percentuale di cellulosa, imbevuta di colla di farina tanto da rendere la struttura del personaggio più resistente, in modo da poter far assumere alla statua una voluta postura.

4. Vestizione
Dopo la fase dell’asciugatura e dopo aver fissato la statua su una base di legno provvisoria, inizia la vestizione che consiste nel sovrapporre strato su strato la carta, modellandola per creare i panneggi di varie figure. Questo richiede abilità artistica che i maestri cartapestai hanno ereditato dalla esaltante tradizione.

5. Focheggiatura
Questa è la fase che più si distingue nell’opera del cartapestaio, infatti modella la carta con degli attrezzi di ferro arroventati (aventi l’estremità con forme diverse) dando una ulteriore plasticità alla carta grezza: togliere le grinze, correggere le imperfezioni, levigare ed aumentare la resistenza al panneggio. Questo procedimento fornisce al manufatto un bel colore naturale soltanto per quelle statue che si vogliono lasciare focheggiate.
Importante è questo procedimento che impedisce la tarlatura a causa del deterioramento della statua nel corso degli anni.


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6. Finitura
Per le statue focheggiate, le più tradizionali, non viene applicata la colorazione ma vengono protette con uno strato trasparente di colla animale.
Mentre per le statue colorate vengono applicati colori acrilici indelebili, ed anche qui il cartapestaio manifesta le sue abilità pittoriche dando quel giusto valore cromatico ai particolari del personaggio rappresentato.

Per quanto riguarda la lavorazione delle statue a soggetto religioso, sulla cartapesta focheggiata, si stendono più mani di un particolare gesso per rendere la struttura più compatta; poi la superficie viene minuziosamente levigata fino ad ultimare il lungo processo con la colorazione, attenta e scrupolosa per dare con arte, a madonne, santi e cristi, quella rappresentazione figurativa del culto tradizionale o quella più personalizzata.




La testa, le mani ed i piedi sono in terracotta colorata mentre gli abiti, in cartapesta, sono dipinti con colori acrilici
(esemplari unici: posizioni e colori dipendono esclusivamente dalla scelta operata dall’artista durante l’esecuzione)
Laboratorio Giuseppe De Tommasi - Via dell’Aquilone, 11 - Giorgilorio, Surbo, Lecce

Una bottega da visitare è quella di Claudio Riso, dove si possono apprezzare i suoi lavori, e come la sua innumerevoli erano un tempo le botteghe in cui si lavorava la cartapesta e ancor più i cartapestai che in esse operavano. Dopo un periodo di oblìo, soltanto negli ultimi decenni è tornato a rifiorire questo artigianato artistico per il quale storicamente Lecce è ritenuta il maggior centro in Italia.

Laboratorio Claudio Riso - Via Vittorio Emanuele, 27 - Lecce

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