TOTTA e DYLAN

I bolli speciali italiani 1946-1947

Inizia con L’ANNULLO n. 167 - luglio 2008 - la catalogazione dei bolli speciali italiani 1946-1947, lavoro di Gianfranco Mazzucco con la collaborazione dei soci A.N.C.A.I.
La catalogazione proseguirà per gli anni 1948 - 1949 - 1950, pertanto tutti i soci sono pregati di inviare le riproduzioni dei bolli di questi anni (fotocopie nitide o immagini scandite a 300 dpi) alla Segreteria A.N.C.A.I. oppure ad uno dei seguenti indirizzi e-mail:

Inoltre, ancora interessante è il “ripassino” di Alcide Sortino sulle macchine bollatrici PITNEY BOWES 3920, HASLER F 210/220 e ASCOM HASLER. Molto utile per chi si occupa di Storia postale.


SOMMARIO n. 167 - luglio 2008
Coordinatore/Redattore capo: Alcide Sortino

Dalla sede - Domenico Santona
Pubblicazioni ricevute
La posta
L’Ufficio postale di Torino - Italo Robetti - Achille Vanara
Annulli speciali della Repubblica Italiana (02.06.1946 - 31.12.1947) - Gianfranco Mazzucco
XIX, XX, XXI… Tre secoli di marcofilia - Alcide Sortino
- Annullo speciale appoggiato ad un C.U.A.S.
- Bollature anconetane
- “Cascata del Toce” in transito
- Ancora sul servizio Pick-up
- Bollo lineare “A DOMOCILIO”: roba per parlamentari
- Quando la parola “poste” ci vuole
- Il mistero “De Martino” - Luigi R. Castaldi
- Il recapito Playtex-Sara Lee P.P.
- Quiz palermitano
- Carellata sugli external (13) - in collaborazione con Lorenzo Olivieri
- Altro datario di Sampierdarena Autostrada
- Ripassino sulle bollatrici
Gli uffici postali oggi: L’ufficio di Redipuglia Sacrario
La mia pagina - Mario Pozzati
- La prima follatrice italiana
- Missioni militari all’estero: Altea e Praesidium
- Ancona
- Jet francesi
Pubblicazioni riservate a i soci
-
Italia / San Marino / Vaticano
- Collana di studi sui bolli postali
- Altre pubblicazioni
Offertasta n. 167 (riservata ai soci) - Italo Robetti
Catalogo 2005 degli annulli speciali meccanici e a mano d’Italia (4^ puntata) - Alcide Sortino

Il periodico L’ANNULLO non è in vendita ed è riservato ai soci dell’A.N.C.A.I.
La quota associativa per il 2008 è di € 30,00
c/c postale n. 34338103 - A.N.C.A.I. - Via Petrarca, 12 - 10126 Torino (TO)

Lettere maiuscole tra le linee ondulate delle FLIER

Che cosa sono quelle lettere maiuscole che a volte sono comparse tra le linee ondulate delle bollatrici FLIER e derivate?
Ebbene, il consocio Mario Pozzati ci offre una esauriente spiegazione nel bimestrale L’ANNULLO n. 166 - maggio 2008 - sollevandoci definitivamente da questa curiosità marcofila.

SOMMARIO n. 166 - maggio 2008
Coordinatore/Redattore capo: Alcide Sortino

Assemblea annuale dei soci - Relazione
Comunicato - Mostra interassociativa organizzata dal CIFT
Dalla sede - Domenico Santona
Pubblicazioni ricevute
La posta
Aggiornamenti all’Annuario soci - Michele De Lorenzo
L’Ufficio postale di Torino: i bolli della Nazione Piemontese - Italo Robetti - Achille Vanara
Pubblicazioni riservate a i soci
- Italia / San Marino / Vaticano
- Collana di studi sui bolli postali
- Altre pubblicazioni
XIX, XX, XXI… Tre secoli di marcofilia - Alcide Sortino
- Meglio tardi che mai
- Le targhette sono ancora in vita!
- Napoli, 4° negozio filatelici
- Casini… filatelici
- Timbratura misteriosa
- Un ignoto recapito alberghiero
- Colonia Araldi: nuova scoperta
- Timbro lineare “A DOMICILIO”
- Il primo annullo autostradale
- La rassegna delle poste dei telegrafi dei telefoni on line
- Carellata sugli external (12) - in collaborazione con Lorenzo Olivieri
- Lampedusa Telegrafo
Questo timbro non c’è più: L’ex ufficio di Maggio
Gli uffici postali oggi: L’ufficio di Roccatagliata
La mia pagina - Mario Pozzati
- Le letterine…
- Altra ELSAG di prova
- Le nuove TP LABEL
- Nuovi C.A.P.
- Un timbro molto particolare
Offertasta n. 166 (riservata ai soci) - Italo Robetti
Catalogo 2005 degli annulli speciali meccanici e a mano d’Italia (3^ puntata) - Alcide Sortino

Il periodico L’ANNULLO non è in vendita ed è riservato ai soci dell’A.N.C.A.I.
La quota associativa per il 2008 è di € 30,00
c/c postale n. 34338103 - A.N.C.A.I. - Via Petrarca, 12 - 10126 Torino (TO)

Cocktail-tower

Nel 1973 leggevo su il corriere dei costruttori (n. 21 del 28 maggio) un articolo dal titolo “Si progettano città galleggianti e appartamenti mobili” riguardante l’inchiesta di come saranno le città del XXI secolo.
Tengo a precisare che l’argomento mi destò allora un tale interesse tanto che lo trattai nella mia recensione della mostra personale unità spaziali tenuta nel 1988 (vedi produzione artistica 1984/1994).
Artisticamente ricercavo nella cultura architettonica le nuove ed impreviste necessità, le nuove spinte e le nuove dimensioni che conducevano gli architetti a concepire differenti strutture da realizzare in differenti ambienti, per andare incontro alle accresciute e diverse esigenze dell’uomo che progrediva.

L’articolo evidenziava l’opera di un architetto giapponese Kisho Kurokawa con la sua “cocktail-tower” che nell’intervista affermava:

“Si dovrà affrontare il problema della mobilità perché col rapido progresso tecnologico, l’uomo è troppo spesso costretto a condurre una vita diversa da quella cui aspirerebbe. Bisogna perciò che l’uomo riacquisti il controllo della tecnologia e se ne serva per arricchire la propria esistenza. L’edificio che ho battezzato “cocktail-tower” è interamente costruito con unità prefabbricate come anche gli elementi che ne compongono l’arredamento.
Finora venivano prefabbricate soltanto delle case intere, dei modelli standard, senza tenere in considerazione le particolari esigenze di ciascuna famiglia; cosicché chi vi andava ad abitare doveva adattarsi a quanto stabilito dal costruttore o dall’architetto. Con questo nuovo sistema, visto che vengono prefabbricate le singole stanze, i differenti ambienti, ogni famiglia può organizzarsi un appartamento che sia rispondente alle sue necessità. E’ importante rammentare che bisogna adattare l’ambiente ai mutamenti della vita dell’uomo e non viceversa”.

“Non va dimenticato poi il fatto – dice ancora Kurokawa – che è ormai tramontata l’epoca in cui un uomo viveva relegato nella stessa comunità. Oggi si abita in una zona, si va a studiare in un’altra, si lavora in un terzo luogo, si frequentano amici che vivono in un ambiente estraneo agli altri tre. Questo è un fenomeno nuovo e un giorno ciascuno di noi dovrà poter disporre di case diverse, situate in luoghi diversi.
Ecco il concetto delle mie “towers”; quando ve ne sarà la necessità, ciascuno di questi cubi potrà essere smontato dalla intelaiatura cui è stato avvitato e rimontato su un’altra intelaiatura o palazzo, là dove il suo proprietario andrà ad abitare. Sarà una vita molto più movimentata e ricca di esperienze. D’altra parte, questo concetto di mobilità di ciascuno, negli anni a venire, sarà un elemento comune della vita di allora a cui pochi si potranno sottrarre.
L’homo movens, questo sarà l’individuo del XXI secolo”.

Questo ieri.

Oggi leggo su SPECCHIO+ (n. 574 di settembre) una cover story, a firma di Joseph Grima e di seguito riportata, dal titolo “Capitali d’oriente”, un viaggio nelle contraddizioni urbanistiche dell’Asia, fra orrori e capolavori, dove si parla anche di Tokyo.

Home Delivery, una mostra sull'architettura prefabbricata di recente inaugurata al MoMa di New York, ha risvegliato nostalgici ricordi di anni in cui sembrava non tanto possibile quanto inevitabile che la tecnologia e l'industrializzazione avrebbero trasformato in meglio l'architettura, le città e di conseguenza la vita quotidiana.

Nel Giappone dei primi anni Settanta il sogno sembra essere a portata di mano: l'Expo 1970 a Osaka offrì a una nuova generazione di giovani architetti giapponesi l'opportunità di realizzare una serie di opere altamente sperimentali, molte basate sulle nuovissime tecniche di prefabbricazione.

Un paio di anni dopo, nel 1972, l'architetto Kisho Kurokawa (1934-2007) progetta a Tokyo un edificio prefabbricato che avrebbe cambiato la storia dell'architettura nipponica: la Nakagin Capsule Tower è il primo “capsule hotel”, una tipologia d'albergo di microstanze ormai onnipresente nei densissimi centri urbani giapponesi. Non solo offre un nuovo modo - effimero e transitorio - di abitare a basso costo la città: dimostra che la prefabbricazione non equivale necessariamente a monotona ripetizione, ma può essere utilizzata in maniera ingegnosa per introdurre una rivoluzione industriale nella costruzione degli edifici senza sacrificarne il valore architettonico. Sembrava l’alba di una nuova era.

Trentacinque anni dopo, la Nakagin Tower rischia la demolizione. Al momento della sua costruzione era una delle torri più alte del quartiere Ginza, ma oggi è sovrastata su tre lati da altri grattacieli, e il valore del terreno su cui poggia è cresciuto a livello quasi inestimabile. Da agente di densificazione, la Nakagin Tower si è trasformata, paragonata ai lotti che la circondano, in un “buco nero” a bassa densità: nonostante gli appelli della comunità architettonica internazionale, sembra che il suo valore storico non basterà a salvarlo. Neanche la recente morte di Kurokawa, il suo autore, è servita a smuovere gli immobiliaristi che vorrebbero vederla rimpiazzata da un grattacielo.

E del segno dell'architettura industralizzata che ne è? Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, oggi in Giappone la prefabbricazione è più diffusa che mai, ma sotto una veste inaspettata. Grandi “produttori edilizi” - l'equivalente in ambito residenziale delle case automobilistiche - producono oggi in fabbrica e vendono da cataloghi una percentuale assai consistente delle case monofamiliari di nuova generazione. Sono edifici anonimi, indistinguibili dagli altri che li circondano, ma effettivamente più economici. Soddisfano l'esigenza giapponese di abitazioni usa e getta (la vita media di una casa è di soli vent'anni, dopodichè viene demolita e ricostruita). Hanno nomi che ricordano le sigle delle automobili giapponesi: Espacio GX, Sincè Cada, Raison-G II. Per quanto il sogno dell'Expo 1970 sia rimasto irrealizzato, l'urbanistica e l'architettura giapponesi rimangono epicentri di innovazione, e non solo per le opere dei progettisti di fama internazionale.

Non è da demolire.

La Nakagin Tower è un caposaldo dell’architettura contemporanea e pertanto è da salvaguardare.

Per la liberazione animale e della Terra!

Con questo comunicato informiamo della nascita di una nuova "realtà" che si inserisce nel già vasto ambiente contro-informativo, quotidianamente in lotta per divulgare e dare spazio a tutti i fatti e le notizie che realmente costituiscono piccoli e grandi aspetti rivoluzionari.

Finoallafine.info si diffonde da oggi nella rete imparando e traendo spunto dall'esperienza di siti come directaction.info, accionvegana.org e djurensbefrielsefront.com che già hanno fatto e stanno facendo molto per la diffusione di informazioni sulla lotta per la liberazione animale e della Terra.

L'esigenza era quella di poter dare una voce in più all'azione diretta e di farlo con costanza e possibilmente estrema puntualità riportando comunicati e qualche notizia diffusa dai media. Sarà sempre aggiornato, con un'apposità sezione, sulla situazione dei prigionieri ma non solo, saranno presenti archivi di azioni passate, fotografie, video, approfondimenti tratti da periodici come La Nemesi e Terra Selvaggia e la possibilità di ottenere informazioni su come avere riviste e libri. Il sito non si concentrerà solo sulle azioni che avvengono in Italia ma al meglio delle possibilità provvederà a tradurre e riportare settimanalmente azioni accadute all'estero. Vista la quantità enorme di avvenimenti saranno tradotte e riportate gli eventi giudicati più importanti per l'effettività dell'azione ma anche per la bellezza del comunicato o perchè possono essere accaduti in paesi dove raramente succedono azioni dirette di questo genere.

Non ci resta che concludere il comunicato riportando esattamente quanto pubblicato nella sezione "introduzione" del sito, riassume esattamente il significato profondo di questo nuovo "progetto":

Uomini e donne in passamontagna che tengono dolcemente in mano degli animali.
Questa è l'immagine più nota e più cara al movimento di liberazione animale, perché raffigura tutto quello che desideriamo: aprire ogni porta, distruggere ogni gabbia, abbattere ogni muro pur di salvare gli animali dalle mani dei loro torturatori.

Per qualcuno questi individui sono dei terroristi, per i giudici e i poliziotti sono dei criminali, per gli sfruttatori sono un grave problema da considerare.

Per noi sono semplicemente persone sensibili all'orrore quotidiano dello sfruttamento animale e che hanno il coraggio di mettere in pratica le loro idee e trasformare la rabbia in azione. Si tratta di guerrieri per la libertà, privi di qualunque egoismo e dediti a salvare altri esseri viventi. Persone che si meritano un applauso e tutto il sostegno di chi come loro vuole vedere gli animali finalmente liberi e la Terra verde e rigogliosa.

Assistiamo ogni giorno ad un lento ma inesorabile aumento della distruzione della natura e di tutte le specie che abitano questo pianeta. Indifferenza e silenzio sono il percorso ideale per continuare su questa strada. Significa lasciare che quest'ultimo sia irrimediabilmente ferito. E' condannare gli animali a tutta la sofferenza di una vita vissuta da schiavi. E' chiudere gli occhi, è voltare lo sguardo e mantenere tutta l'ignoranza e l'arroganza di chi vede nelle differenze di specie una inferiorità che legittima tutto, anche un massacro.

Questo sito nasce con l'intento di rompere il muro di indifferenza, di divulgare il più possibile tutte quelle notizie che riportano la liberazione di un animale sfruttato o torturato, di mettere in luce la pesante responsabilità di esseri umani che non esitano a sfruttare gli animali non umani e la Terra per il profitto e la desiderio di dominio.

Finoallafine.info rappresenta un' ulteriore "voce" per chi non ha voce, per chi decide di correre migliaia di volte sotto la luna durante notti infinite in cui gli sfruttatori non potranno e dovranno mai dormire sonni tranquilli.

Chi si contrappone all'indifferenza, con i propri gesti e con il proprio cuore, compie una scelta altamente responsabile.
Decidere di rischiare la propria libertà per quella di qualsiasi altro essere vivente (che sia umano o non umano) merita rispetto, attenzione e possibilità di diffondere il più possibile le azioni compiute.
Chi rischia di perdere la propria libertà per donarla ad altri esseri viventi compie uno dei percorsi più rivoluzionari che si possa immaginare.

Fino alla fine, per la liberazione animale e della Terra!


Notizie tratte da: promiseland.it