TOTTA e DYLAN

1 - Architettura rurale nel Salento

Prima di analizzare le architetture in pietra a secco nel territorio del Salento, è bene precisare che sempre si è data a riguardo una descrizione riferita soltanto ai trulli di Alberobello, mentre è da considerare una vasta area della Puglia dove il fenomeno delle costruzioni trulliformi si manifesta.

L'architettura rurale in pietra a secco ha avuto un forte rapporto con le caratteristiche del suolo e con l’ambiente, ha rappresentato un modello costruttivo altamente ecologico con un impatto ambientale inesistente che ha definito esaurientemente i criteri fondamentali della bioarchitettura.

Ma tutto questo, nella poetica e storica ricerca delle cose perdute, lo affondiamo nell’interesse del turismo rurale… e nel disinteresse degli amministratori locali.

Questo nostro patrimonio storico-ambientale è da salvaguardare e deve essere finalizzato ad una catalogazione in percorsi culturali e museali.

Invece, spesso, questa architettura viene trasformata con cattivi interventi di recupero, utilizzando materiali diversi e non idonei, andando pertanto a valorizzarla turisticamente con ristrutturazioni aventi soltanto lo scopo di un veloce ritorno economico.


L’architettura rurale in pietra a secco
, in Puglia, è diffusa dal Gargano al Salento con maggiore concentrazione nelle Murge e precisamente ad Alberobello, il nucleo più significativo.
Dal Gargano ad Alberobello le costruzioni sono sparse con varie destinazioni d’uso e tendono a concentrarsi nelle seguenti aree:
  • Territorio a sinistra del basso corso del fiume Ofanto
    La presenza delle costruzioni è dovuta all’arrivo dei contadini del Nord Barese per i lavori saltuari o stagionali e per la “transumanza”.
  • Territorio tra Barletta e Bari
    La presenza delle costruzioni è dovuta alla “mezzadria” ed erano disposte in fila o gruppi di due o più unità.
  • Territorio intorno ad Alberobello
    La presenza delle costruzioni è dovuta ad abitazioni permanenti tanto da formare veri centri abitati.
  • Territorio nel basso Salento
    La presenza delle costruzioni è dovuta ad una forma architettonica complementare alla dimora e legata alle attività agricole.

Le varie costruzioni trovano una giustificazione pratica nel tipo di roccia calcarea presente nelle Murge e nel Salento, infatti si presta al taglio e alla successiva sovrapposizione degli elementi poliedrici irregolari. Inoltre, l’impiego di pietre divelte dal terreno, per far spazio agli impianti di colture, risponde ad un principio di economia base legato alla cultura contadina.

L’operazione della posa in opera di pietre a secco, per realizzare ripari e muri, è data dalla:

  • accumulazione disordinata, fatta per getto;
  • accumulazione ordinata, fatta per stratificazione;
  • accumulazione strutturata.

Malgrado la notevole varietà di forme si riconoscono, secondo alcuni studiosi, tre modalità specifiche nell’accumulazione:

  • la disposizione stratificata
    degli elementi calcarei per filari degradanti formanti superfici inclinate a scarpa;
  • le disposizioni strutturate
    per la copertura di vani nei muri con architravi, mensole, biliti e triangoli di scarico (sistema costruttivo costituito da un architrave di pietra sormontato da due blocchi in contrasto);
  • le disposizioni strutturate
    per la copertura di ambienti che sviluppano gli elementi costruttivi precedenti nelle tre dimensioni realizzando la volta o la cupola in aggetto.

A queste modalità costruttive segue una varietà di manufatti suddivisi, in rapporto alla distribuzione sul territorio, in due tipi fondamentali:

accumuli a sviluppo lineare:

  • “li parieti” (muri di recinzione, di confine, di contenimento);

accumuli concentrati:

  • “le specchie” (accumuli veri e propri);
  • “li truddi” (costruzioni con uno o più vani);
  • “li puzzi” e “le cisterne” - “le spase” e “le littere” - “li furni” (monumenti della civiltà contadina);
  • “le aie” e “li puddari".

(1 - continua)

Notizie e immagini, dove non specificato, sono tratte da:
Arch. Gabriele Grasso - Architetture in pietra a secco nel Salento - Edizioni del Grifo, Lecce, 2000

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