TOTTA e DYLAN

2.3 - Architettura rurale nel Salento

Accumuli concentrati

"li truddi"


Realizzati con una tecnica costruttiva basata sulla pietra posta in opera senza leganti e senza centine, come ogni architettura spontanea, sono costituiti da spazi interni ed esterni.
La tipologia è varia dalla forma tronco-conica alla forma cilindro-conica, a gradoni semplice o a gradoni elicoidali ed anche a pianta quadrangolare.
Le volte interne ed il muro esterno erano costruiti contemporaneamente secondo piani orizzontali, partendo dalla messa in opera degli anelli delle volte. Nel “truddu” si notano due parti indipendenti: la cupola, che copre il vano interno, e la struttura di rivestimento esterno. La presenza di terra nelle coperture forniva protezione dal calore estivo ed anche dall’acqua trattenuta dal tappeto erboso.
Per ispezionare la struttura veniva realizzata una scala esterna, costituita da gradoni elicoidali, che fungeva anche da rinforzo esterno rendendo impermeabile e stabile l’intero manufatto.


Dettagli delle strutture d'ingresso (pinodenuzzo.com)


Particolari sono le strutture e i profili delle porte d’ingresso, generalmente esposte a SE per la difesa dalle correnti gelide invernali, realizzati con il tipo di roccia a disposizione, formando il trilite primitivo (sistema costruttivo costituito da due elementi verticali che sorreggono un architrave) o l’architrave spezzato in due blocchi monolitici che anticipa il triangolo di scarico delle soluzioni più evolute. Nelle forme più elaborate si hanno soluzioni che sostituiscono il triangolo di scarico con una piccola finestra o incorniciano l’apertura con un arco sotteso dall’architrave.

Con una molteplicità e varietà di esempi di costruzioni in pietra a secco, caratterizzate da uno o più vani, diversi sono stati gli studiosi che hanno tentato di fare delle classificazioni e di riscontrare alcune caratteristiche comuni che permettano di identificare classi tipologiche.
Una classificazione fatta da A. Ambrosi riesce bene a muoversi all’interno di un’indagine tipologica che accetta la definizione di “tipo” come “invariante”.
In effetti, nelle architetture in pietra a secco l’idea di abitazione e riparo è la vera costante tipologica, che accomuna, in ogni momento storico, tutti i membri della società, che risponde, a seconda dell’aspetto geomorfologico del luogo e delle proprie esigenze, con atti costruttivi individualmente diversificati.
Pertanto, si è giunti ad una classificazione di sei gruppi di architetture:
  1. il cumulo: edificio con copertura di pietrisco o zolle erbose;
  2. la torre terrazzata, che può essere semplice o gradonata;
  3. il tetto conico: forma cilindro-conica (a generatrice rettilinea);
  4. le superfici raccordate, che richiamano la tenda;
  5. il tetto displuviato, che si rifà alla capanna rettangolare con tetto a due o una falda;
  6. le coperture: cuspidate ogivali o cupoliformi cilindriche (a generatrici inflesse).

(2.3 - continua)

Notizie e immagini, dove non specificato, sono tratte da:
Arch. Gabriele Grasso - Architetture in pietra a secco nel Salento - Edizioni del Grifo, Lecce, 2000

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