TOTTA e DYLAN

Posta Italiana

Il giudizio critico di molti collezionisti, sulla nuova serie ordinaria emessa il 7 luglio 2009, coincide con quello della stampa specializzata.

“Occasione persa”.
Questo è il titolo in copertina e ripreso nell’editoriale di “cronaca filatelica” n. 364 - settembre 2009.

“Non era difficile migliorarsi dal punto di vista grafico - afferma Danilo Bogoni nel suo articolo - ciò nonostante si è fatto un bel passo avanti rispetto all’odiato Prioritario. Di sicuro l’immagine della busta che lascia una scia tricolore porta con sé una ventata di freschezza, ma se fosse passata in Commissione sarebbe stata bloccata, ancor di più per la scritta “Poste Italiane”.
In ogni caso, è sulla lotta alle falsificazioni che si sono concentrati gli sforzi di Poste Italiane e del Ministero, che per la sicurezza hanno messo a punto misure grafiche quali la stampa calcografica a più colori e la microscrittura. Non si tratta, però, di una novità assoluta: è già stata usata di recente da Royal Mail per la stampa della nuova definitiva con l’aggiunta di tacche laterali antiriciclaggio”.

Ma anche il mensile “IL COLLEZIONISTA” n. 9 - settembre 2009, dalla nota “Il graffio del grafico”, della rubrica “Cronaca delle novità” a cura di C. Hertel, si evince un giudizio negativo:

“Il parto della montagna. Anni di lavoro, tecniche d’avanguardia, un incisore dei migliori, microscrittura ritenuta degna di un decreto, inchiostri di sicurezza metallizzati, codici identificativi: e alla fine sbuca il solito topolino disegnato con simbologie anni Trenta e grafica anni Cinquanta. Da far sbudellar dal ridere con le sue ambiguità.
La lettera vola via nel senso che va veloce o che sparisce finendo chissà dove?
E lascia una scia tricolore per farsi notare dalla famose Frecce visto che a Poste italiane non le bada più nessuno?
Soprattutto, proprio nell’Anno europeo della Creatività e dell’innovazione dovevano tirar fuori questa banalità che più ordinaria non si può?
Ma forse no: se è vero che l’arte deve rispecchiare il suo tempo, vien da pensare che questa puerile allegriuccia antiquata e provinciale è perfetta per l’Italia di oggi”.


E’ la pura verità. Condivido.


OBIRETTIVO SICUREZZA PER LA NUOVA ORDINARIA

Le tecniche per rendere più difficile la vita ai falsari secondo il testo diffuso dal dicastero allo Sviluppo economico e attribuito al ministro Claudio Scajola.

"I francobolli ordinari, grazie alla loro capillare diffusione ed utilizzazione, sono quelli che ci accompagnano nella nostra quotidianità". È quanto il dicastero allo Sviluppo economico presenta come discorso del ministro Claudio Scajola, a proposito della nuova emissione “Posta italiana”.

"Le serie ordinarie di uso corrente, o definitive - per usare un termine mutuato dal lessico del collezionismo filatelico - sono composte da francobolli emessi in tiratura illimitata, destinati ad essere distribuiti ed utilizzati per un lungo periodo di tempo". Non vi è abitazione dove, almeno una volta, non sia entrata una lettera o una cartolina affrancata con un francobollo di questo tipo.
Le ordinarie "sono dunque destinate a durare negli anni e ad entrare nell'immaginario collettivo, assurgendo spesso a simboli stessi della Nazione. Basti pensare ai francobolli raffiguranti i castelli d'Italia…".

L'ultima definitiva che, con il suo caratteristico colore oro, ha accompagnato il lancio del servizio prioritario risale al 1999. "In dieci anni - prosegue il documento - il settore postale in Italia ha subìto notevoli cambiamenti, tesi sempre a migliorare il servizio, sicché anche per i francobolli ordinari si è reso necessario un restyling che li rendesse allo stesso tempo più accattivanti dal punto di vista grafico e dotati di maggiori elementi di sicurezza".

L'esigenza di cambiare "è stata manifestata da diverso tempo dagli operatori del settore e da molti collezionisti italiani. Sono certo che la nuova serie ordinaria incontrerà il favore degli appassionati di francobolli, che nel nostro Paese sono oltre un milione e mezzo, riuniti in circa quattrocento circoli e società filateliche".

Tali francobolli "si caratterizzano per l'uso di sofisticate tecniche di stampa, che ne rendono estremamente difficile la falsificazione. L'uso della calcografia a più colori - tecnica di stampa tra le più pregiate - conferisce ai disegni una straordinaria nitidezza… Ulteriore elemento di sicurezza, reso possibile dall'estrema precisione dell'incisione calcografica, è la tecnica della microscrittura, utilizzata per la stampa della parte superiore del francobollo. La banda colorata che affianca il logo di Poste, che ad occhio nudo appare essere un unico elemento grafico, ad un'osservazione più attenta risulta essere composta dalla scritta senza fine «Poste italiane», ripetuta su otto righe sovrapposte".

"L'accorgimento - continua il testo attribuito al ministro - che più di ogni altro contribuisce a rendere questi francobolli unici ed estremamente difficili da riprodurre è l'uso di un particolare inchiostro di sicurezza. Si tratta di un inchiostro concentrato metallizzato simile a quello utilizzato per la stampa delle banconote dai tagli più elevati, che esposto alla luce cambia colorazione a seconda dell'inclinazione del francobollo".

Intanto, tra i collezionisti c'è già chi ha trovato le prime curiosità. Non solo l'ormai immancabile prevendita, avvenuta nonostante le tassative disposizioni contrarie. Circolano esemplari con le tinte parzialmente modificate, come è il caso della scia rossa presente sul 60 centesimi e soprattutto dei solchi verde e rosso dell'1,50 euro, come da segnalazioni. (VACCARInews - 08.07.2009)

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