TOTTA e DYLAN

Ponte di Messina

Oggi 23 dicembre 2009 apertura dei primi cantieri per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Questi primi cantieri costituiscono le opere funzionali alla costruzione del ponte che riguardano i passanti ferroviari e la viabilità della zona.
L’inaugurazione è prevista per il 1° gennaio 2017.

Sono state coinvolte per la realizzazione del Ponte di Messina le migliori competenze disponibili al Mondo.
A seguito di 4 gare internazionali che hanno avuto inizio dall'aprile del 2004 e che hanno visto la partecipazione di oltre 60 aziende, 20 delle quali estere, nell’ottobre del 2005 l'Associazione Temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A. ha vinto l'appalto di General Contractor per la realizzazione dell'opera.
Il progetto definitivo per la realizzazione è stato appaltato per un costo di circa 3,88 miliardi di Euro.
Il progetto che per la sua imponenza batte ogni precedente record, prevede il collegamento tra Cannitello, frazione di Villa San Giovanni in provincia di Reggio Calabria, e Ganzirri, frazione del comune di Messina in Sicilia, mediante un ponte sospeso a campata unica con sei corsie di traffico stradale e due binari di traffico ferroviario, sostenuta da due piloni posti sulle sponde della Calabria e della Sicilia.

Il Ponte di Messina supererebbe nel suo progetto attuale tutti i record mondiali per i ponti sospesi:

m 3.300 - lunghezza della campata centrale - RECORD
m 3.666 - lunghezza complessiva del ponte con le campate laterali
m 60,40 - larghezza dell'impalcato -
RECORD
m 382,60 - altezza delle torri -
RECORD
n. 2 coppie di cavi per il sistema di sospensione
m 5.300 - lunghezza complessiva dei cavi
m 1,24 - diametro dei cavi di sospensione -
RECORD
n. 44.352 fili di acciaio per cavo
m 65 di altezza per m 600 di larghezza di canale navigabile centrale
m 50 di altezza per m 1.000 di larghezza per ciascuno dei canali navigabili laterali.

Grande asta di fotografie a Vienna

Un punto di riferimento importante per la fotografia a livello internazionale, sia nell’ambito delle attrezzature da collezione che delle stampe fotografiche è la WestLicht Photographica Auction.
Nel suo archivio vi sono circa 10.000 fotografie, di epoca diversa e di autori internazionali.
Recentemente il 5 dicembre 2009 ha tenuto a battesimo un’asta di oltre 160 fotografie di autori prestigiosi e in cui sono stati raggiunti valori interessanti.
Il prezzo di aggiudicazione più alto di € 27.600 (prezzo di partenza € 16.000) è stato per un ritratto del pittore viennese Gustav Klimt (1862-1918), opera del fotografo austriaco Moriz Nähr (1859-1945), una stampa vintage del 1912, in formato cm 22,7x17.
La stampa d’epoca ritrae Gustav Klimt nel giardino del suo studio a Vienna in Feldmühlgasse 9.

Gustav Klimt, fu uno dei massimi esponenti dell’Art Nouveau (stile Liberty) e protagonista della “Secessione viennese”, movimento nato a Vienna nel 1897 di pittori ed architetti che si dissociarono radicalmente dagli stili tradizionali costituendo così l’espressione più importante del Novecento. Moriz Nähr era un amico dei membri del gruppo.

Riceviamo

La Triennale di Milano ci ha inviato gli auguri. Ringraziamo e contaccambiamo.

Wiggle Side Chair

Sedia della serie “Easy Edges” disegnata nel 1972 dal noto architetto canadese Frank Owen Gehry (1929), produzione Vitra.
Interamente realizzata in cartone ondulato con i profili a curve multiple in high-density fibeboard naturale o laccato.
Della serie “Easy Edges” fanno parte anche la Side Chair e il Wiggle Stool”.

Per arredi e complementi, sempre realizzati in cartone ondulato incredibilmente resistente attraverso pieghe o incastri e soprattutto ecosostenibile, si elenca di seguito una serie di link interessanti di prodotti noti e distribuiti in tutto il mondo ed inoltre convenienti dal punto di vista economico.

GILES MILLER

DISEGNI

QUART DE POIL’

MATREC

Papercut

E’ il risultato della collaborazione tra l’architetto Elina Drossou - dARCH Studio e lo stilista contemporaneo Yiorgos Eleftheriades per la ristrutturazione della showroom YESHOP IN CASA di quest’ultimo, nel centro di Atene.


L’obiettivo è stato quello di sintetizzare due differenti approcci al design: la moda e l’architettura.
Pertanto, rispettando l’ambiente la scelta è caduta sul cartone ondulato rivestendo a strati alcune pareti formando una elegante texture che ha permesso di evidenziare maggiormente il movimento interno dell’ambiente. Parte dell'arredamento è stato risistemato e sospeso sulle pareti di cartone liberando più spazio possibile per i visitatori accentuando l'illuminazione naturale.


Sottolineare e intensificare la continuità dello spazio, donando una sensazione formale e famigliare allo stesso tempo, questi sono stati gli elementi per creare un ambiente ideale agli eventi che accadono nell'atelier che funge da negozio, spazio espositivo, area di intrattenimento e piccole sfilate di moda. Il carattere "effimero" della ristrutturazione è stato un desiderio dello stilista Yiorgos Eleftheriades.

Il lato oscuro della rete



Gian Antonio Stella (1953) giornalista e scrittore.




Abbiamo toccato il fondo… o quasi.
Interessante, ragionevole, analitico è il pezzo di Gian Antonio Stella di seguito pubblicato, ma dobbiamo ricordare l’approvazione, a marzo di quest'anno, della relazione di Stavros Lambrinidis, menbro del Parlamento Europeo e vicepresidente della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, circa il rafforzamento della sicurezza e delle libertà fondamentali su Internet.
Il Parlamento chiedeva di lottare con determinazione contro i crimini commessi su e tramite Internet, senza però compromettere la libertà di espressione e la privacy, rilevando tra l’altro che il web può anche essere utilizzato per incitare al terrorismo e commettere cybercrimini.

Ma davvero “in democrazia un cittadino deve avere il diritto di dire le sciocchez­ze più grandi che crede”, come teorizzò nel 2003 l’al­lora ministro della Giusti­zia Roberto Castelli metten­dosi di traverso alla legge europea che voleva ridefini­re i reati di razzismo e xe­nofobia? Roberto Maroni, vista l’immondizia che tra­bocca online a sostegno dell’uomo che ha scaraven­tato una statuetta in faccia a Silvio Berlusconi (c’è chi si è spinto a scrivere: “Gli doveva rompere il cranio a quel testa d’asfalto!”) pen­sa di no. E ha ragione. Se è vero che la nostra libertà fi­nisce là dove inizia la liber­tà degli altri, anche la liber­tà di parola, cioè il bene più prezioso dell’oro in una democrazia, ha un li­mite. Che non è solo il buon senso: è il codice pe­nale.

Ci sono delle leggi: l’ist­i­gazione a delinquere e l’apologia di reato vanno puniti. Uno Stato serio non può tollerare che esista una zona franca dove di­vampa una guerra che quo­tidianamente si fa più aspra, volgare, violenta. Co­me ha spiegato Antonio Ro­versi nel libro “L’odio in Rete”, il lato oscuro del web “è popolato da indivi­dui e gruppi che, pur nella diversità di accenti e idio­mi utilizzati, parlano tutti, salvo qualche rara ma im­portante eccezione, il lin­guaggio della violenza, del­la sopraffazione, dell’an­nientamento”. Tomas Maldonado l’aveva già intuito anni fa: ”In queste comuni­tà elettroniche cessa il con­fronto, il dialogo, il dissen­so e cresce il rischio del fa­natismo. Web significa Re­te ma anche ragnatela. Una ragnatela apparentemente senza ragno, dove la comu­nicazione, a differenza del­la tivù, sembra potersi eser­citare senza controllo». Ma più libertà di odio è più de­mocrazia? È una tesi dura da sostenere. E pericolosa. Perché, diceva Fulvio To­mizza, che aveva visto il suo piccolo paradiso istria­no disintegrarsi in una fai­da etnica un tempo inim­maginabile, «devono anco­ra inventarlo un lievito che si gonfi come si gonfia l’odio”.

Colpire Internet, dicono gli avvocati di Google de­nunciata per certi video in­fami su YouTube ( esem­pio: un disabile pestato e ir­riso dai compagni) “è co­me processare i postini per il contenuto delle lettere che portano”. E lo stesso ministro degli Interni non si è nascosto la difficoltà di avventurarsi in battaglie in­ternazionali contro un gi­gante immenso e impalpa­bile. Peggio, c’è il rischio di far la fine dello scoiattoli­no dell’«Era glaciale»: a ogni forellino che tappa, l’acqua irrompe da un’altra parte. Ancora più rischio­so, però, sarebbe avviare una (giusta) campagna con­tro solo una parte dell’odio online. Trascurando tutti gli altri siti che tracimano di fiele come quelli che im­punemente scrivono d’un “olocausto comunista per­petrato dalla mafia razzista ebraica responsabile dello sterminio di 300 milioni di non ebrei”, di “fottuti schi­fosi puzzoni stramaledetti sporchi negri mangiabana­na”, di “maledetti zingari immigrati razza inutile sporca da torturare”, di re­spingimenti da abolire per­ché “la soluzione a questi problemi è il napalm, altro che rimpatri”. Non puoi combattere l’odio se non lo combatti tutto. Andan­do a colpire sia i teppisti razzisti che sputano online su Umberto Bossi chiaman­dolo “paralitico di m.” sia quanti aprono gruppi di Fa­cebook intitolati “Io odio Di Pietro” o “Uccidiamo Bassolino”.
Mai come sta­volta, però, il buon esem­pio deve venire dall’alto. Occorre abbassare i toni. Tutti.

(Gian Antonio Stella - CORRIERE DELLA SERA.it - 15.12.2009)

Inganni ad arte

Coinvolgente mostra al Palazzo Strozzi di Firenze inaugurata il 16 ottobre scorso che rimarrà aperta fino al 24 gennaio 2010, curata da Annamaria Giusti dal titolo


Una sfida tecnica e un gioco concettuale che diverte l’artefice e stupisce lo spettatore. L’inganno ottico che porta a credere reale ciò che reale non è. Questo è il meccanismo del trompe-l’œil.

Si sviluppa in 10 sezioni dagli affreschi dell’antichità greco-romana attraverso capolavori dell’arte moderna europea fino ai giorni nostri, 160 opere provenienti da musei e collezioni private italiane ed estere, raccontano l’intrigante e spettacolare storia del trompe-l’œil.


Il percorso espositivo si apre con la metafora del rapporto artista-fruitore con il dipinto del pittore catalano Pere Borrel del Caso (1835-1919), dal titolo “Huyendo de la critica" - "Fuggendo dalla critica" del 1874 (Colléccion del Banco de España, Madrid).
Il titolo, tra l’ironia e la polemica, indica ciò che interessa l’artista quale spirito libero e creativo, l’apprezzamento della critica, soprattutto, verso cui fugge spaventato il ragazzo che scavalca la cornice del quadro, anch’essa dipinta.

Arte come imitazione del reale: a lungo fu questo un criterio-guida della rappresentazione artistica, finalizzata alla “verosimiglianza” nei confronti della realtà presa a soggetto. Ma gli artisti hanno voluto spingersi oltre, per sperimentare la sfida, concettuale e tecnica insieme, della contraffazione del reale. Ovvero, fare apparire come vero ciò che vero non è, suscitando la sorpresa e il momentaneo inganno dell’osservatore, con una vasta gamma di “effetti speciali” che vanno sotto il nome onnicomprensivo di trompe-l’œil.

La pittura in particolare, spronata dalla limitazione della propria natura bidimensionale, ha affinato mezzi tecnici ed espressivi per raffigurare un universo illusorio di volumi e di spazi. È quindi a giusto titolo la pittura il filo conduttore, anche se non unico, del trompe-l’œil e di questa mostra, che abbraccia l’intero arco cronologico dell’illusionismo artistico, ritagliandovi un’antologia di esempi rappresentativi delle diverse forme sperimentate nel suo lungo percorso storico, ma al tempo stesso della continuità di certi temi.
Oggi come in passato, l’osservatore è chiamato a sorprendersi, divertirsi, riflettere e… lasciarsi illudere.

Vittorio Storaro

Firmato da Vittorio Storaro (1940), tre volte premio Oscar alla fotografia, il calendario Epson 2010 intitolato SCRIVERE CON LA LUCE, è una scenografia in formato fotografico. Un’originale interpretazione di immagini tratte dalle scene di alcune tra le più note opere di cui ha diretto la fotografia, le cui luci e ombre si fondono con l’anima dei protagonisti che le hanno rese celebri, scrivendo 12 pagine - una per mese - di pura emozione.


Un anno di cinema e teatro di cui il maestro ha colto le più profonde sensazioni: 12 scatti stampati su carta Premium Luster con Epson Stylus Pro 4880 e incollati artigianalmente, uno a uno, sulle pagine del calendario, che diventa una sequenza di quadri scenici senza precedenti, prodotto in tiratura limitata e numerata.

SCRIVERE CON LA LUCE è un viaggio nello studio della luce, dei colori, degli elementi: un riassunto sparso nell’arco di un calendario, una serie di immagini ideate per raccontare con la fotografia “fissa” una storia in “movimento”, tentando di “foto-grafare”, cioè appunto di SCRIVERE CON LA LUCE, un concetto narrativo in un concetto visivo. Le immagini, originalmente concepite in doppia impressione direttamente nella macchina fotografica, sono state scattate durante vari lavori realizzati per la televisione.

I tre premi Oscar come direttore della fotografia riguardano i seguenti film:

Apocalypse Now film del 1979, diretto da Francis Ford Coppola.
Liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad (1857-1924) “Cuore di tenebra”.

Reds film del 1981, diretto e interpretato da Warren Beatty.
Basato sulla vita di John Reed (1887-1920), giornalista comunista statunitense che descrisse la rivoluzione russa nel suo libro “I dieci giorni che sconvolsero il mondo”.

L'ultimo imperatore film del 1987, diretto da Bernardo Bertolucci.
Trae spunto da “Sono stato imperatore”, l'autobiografia di Aisin Gioro Pu Yi (1906-1967), ultimo imperatore della Cina.

Notizie e immagine tratte da: epson.it

Caravaggio, restauro aperto

Dal 7 ottobre scorso fino al 31 gennaio 2010, gli spazi della Camera dei Deputati, in via del Parlamento a Roma, ospitano “Caravaggio, restauro aperto'”, un evento eccezionale che consente di seguire giorno per giorno i lavori di conservazione che verranno eseguiti su una delle opere più suggestive ed intime del famoso Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, ''Adorazione dei Pastori'' del Museo Regionale di Messina.

L'opera, collocata all'interno del Punto Camera in via del Parlamento, sarà restaurata da Valeria Merlini e Daniela Storti, ogni giorno sotto gli occhi del pubblico. I lavori saranno diretti dal Dott. Gioacchino Barbera, Direttore del Museo Regionale di Messina e dall'ISCR - Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.

Due giorni la settimana, il mercoledì e il venerdì dalle ore 15.00 alle 17.00 con prenotazione obbligatoria, sarà possibile accedere all'interno del Punto Camera a gruppi di 10 persone ogni 20 minuti, per assistere agli interventi in corso sull'opera avvalendosi della guida esperta delle restauratrici. Negli altri giorni chi passerà in Piazza del Parlamento potrà vedere l'esecuzione dei lavori attraverso una delle vetrate dello spazio attrezzato a laboratorio di restauro.

L’opera “Adorazione dei Pastori” un olio su tela realizzata dal Caravaggio nel 1609, aventi le dimensioni di cm 314x211, è giunta a Roma dal Museo Regionale di Messina, appare all'interno del Punto Camera in tutta la sua intima e riservata bellezza.
La Vergine, riposa a terra tra la paglia tenendo a se il suo bambino appena nato, San Giuseppe e i pastori si sporgono verso di lei con ammirata discrezione, mentre un bue ed un asino di straordinaria bellezza osservano la scena.

L'evento anticipa di qualche mese l'apertura delle celebrazioni per 400 anni dalla morte di Caravaggio, che interesseranno, tutto il 2010.
Al termine del restauro l'opera sarà esposta alla grande mostra ''Caravaggio'' che dal 18 febbraio 2010 prossimo sarà ospitata presso le Scuderie del Quirinale.

Sergio Rubini in l'UOMO NERO



Gian Luigi Rondi (1921) crtico cinematografico.




Sergio Rubini racconta il sud, i sogni della sua Puglia nel film L’UOMO NERO, una commedia sentimentale ambientata negli anni ’60.


L'hanno dimostrato certi suoi film di successo quali “Tutto l'amore che c'è”, “L'anima gemella” e, soprattutto “La terra”. Lo dimostra anche il film di oggi, più scopertamente autobiografico dei precedenti, visto con gli occhi di un ragazzetto di una cittadina di provincia accudito da una mamma tenera ma spesso coinvolto nelle ire un po' nevrotiche di un papà che, pur facendo di mestiere il capostazione, ai treni preferisce la pittura. A tal segno da volere un giorno organizzare con i suoi dipinti una mostra dedicata un po' temerariamente a Degas di cui ha copiato l'autoritratto conservato nel museo di Bari. Naturalmente non ha successo, i due critici d'arte locali lo stroncano e continueranno così anche quando lui organizzerà alle loro spalle una beffa che dovrebbe farli ricredere...

I punti di forza del film sono proprio, nel disegno vivace di quella passione per la pittura da cui il padre è affetto. Si tiene in equilibrio sagace fra la commedia ed il dramma, evocandovi attorno una famiglia e un coro di gente paesana affidati in più momenti a colori vividi, qua con accenti caricaturali, là con puntate nell'onirico, dato che il ragazzetto che guarda e ricordando ci racconta ha spesso, anche di giorno, incubi e visioni; a cominciare dall'Uomo Nero del titolo.

In altri momenti il testo, che Rubini ancora una volta si è scritto con i suoi fedeli
Domenico Starnone e Carla Cavalluzzi, insiste un po' in episodi marginali, proponendo figure di contorno che non favoriscono la linearità della storia di quel padre pittore dilettante. Nel suo insieme, comunque, il film può convincere perché ha tensioni, ritmi e atmosfere che, specie quando nelle sue cornici provinciali predomina il realismo, pretendono una plausibile attenzione. La facilitano gli interpreti. Non solo lo stesso Rubini che incide a tutto tondo quel suo personaggio passionale e fanatico, ma Valeria Golino, una moglie trepida dagli accenti misurati, e Riccardo Scamarcio un cognato nei panni abilmente ricostruiti di un pittoresco seduttore di paese, destinato però al grigiore.