TOTTA e DYLAN

Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza

E’ LA PRIMA MARCIA MONDIALE CHE PERCORRERA’ TUTTO IL PIANETA
CHIEDENDO
LA FINE DELLE GUERRE
IL DISARMO NUCLEARE
OGNI FORMA DI VIOLENZA


Un'azione diretta a:

Ottenere l’eliminazione delle armi nucleari, la riduzione progressiva e proporzionale degli armamenti, la firma di trattati di non-aggressione tra paesi, la rinuncia dei governi ad utilizzare la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.

Riscattare la parte migliore delle diverse culture e dei popoli della terra.

Far confluire le volontà della società civile per eliminare definitivamente la piaga sociale delle guerre.

Generare una coscienza sociale mondiale contraria a ogni forma di violenza (fisica, psicologica, razziale, economica, sessuale), oggi così accettata dalla società.

UNA COSCIENZA GLOBALE CHE SI TRADUCA IN RIPULSA GENERALE
NEI CONFRONTI DELLA VIOLENZA

La Marcia Mondiale è stata promossa da "Mondo Senza Guerre", un'organizzazione internazionale che da 15 anni lavora nel campo del pacifismo e della nonviolenza.

la Marcia comincerà in Nuova Zelanda dalla città di Wellington il 2 ottobre 2009, anniversario della nascita di Gandhi, dichiarato dalle Nazioni Unite "Giornata internazionale della Nonviolenza" e si concluderà nella località Punta de Vacas, sulle Ande argentine, ai piedi del monte Aconcagua, il 2 gennaio 2010.
Durerà 90 giorni, tre lunghi mesi di viaggio. Passerà attraverso tutti i climi e le stagioni, dalla calda estate dei tropici e dei deserti all’inverno della Siberia.

Link utile: Mappa

Randagismo


E’ da tantissimo tempo che l’OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali lamenta delle varie inadempienze dei Comuni che non hanno un canile sanitario comunale né tantomeno una convenzione con uno dei canili del territorio, come dovrebbe invece essere per legge. Nei casi che esiste un canile comunale, spesso questo risulta gremito.

Inoltre, si parla continuamente di sterilizzazioni per non fare proliferare il fenomeno del randagismo, ma ci vogliono le tragedie per convogliare finalmente i riflettori sul problema.
La verità è una sola, i sindaci sono inadempienti, perché la legge li obbliga a convenzionarsi con una struttura idonea per i cani, qualora non dispongano di un canile sanitario comunale.

Le responsabilità invece non vanno addossate ai cani né tanto meno agli animalisti come qualcuno, ignorante in materia, ha tentato di sostenere, perché l’OIPA, costituita esclusivamente da volontari non sovvenzionati da nessuno, da anni impiega tutte le proprie risorse, esclusivamente per raccogliere cani e gatti dalla strada, curarli, metterli in pensione o nelle case dei volontari, fare la profilassi antiparassitaria , vaccinarli, operarli, e farli adottare.

Dopo i gravi incidenti avvenuti nel ragusano Valentina Raffa, delegata OIPA per Ragusa e provincia, precisa:
“È ora di osservare le leggi, senza arrogarsi la presunzione di ritenerne alcune più importanti ed altre, quelle in tema di animali, secondarie. La legge è legge e va rispettata. Confidiamo, insieme alla rete nazionale di animalisti di cui facciamo parte, nell’intervento immediato dell’on. Francesca Martini per salvare i cani e far sì che chi ha colpe paghi. E’ facile addossare la colpa ai cani, non parlano, ma se delle teste devono saltare, queste sono quelle dei sindaci!”.

Link utili:
Decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 08.02.1954 - Regolamento di Polizia Veterinaria
Legge quadro n. 281 del 14.08.1991 - Animali di affezione e prevenzione randagismo
Accordo tra Governo, regioni, Province, Comuni e Comunità montane in materia di randagismo - 18.03.1999
Circolare del Ministero della Sanità n. 5 del 14.05.2001
Accordo Stato-Regioni sul benessere degli animali da compagnia e pet-therapy - 06.02.2003

Immagine tratta da: demo.lav.nethhouse.it

Chiavi USB


Le pendrive o chiavi USB hanno oggi davvero la forma di una chiave, grazie alle nuove soluzioni progettate dallo studio 5.5 Designers e prodotte dalla LACIE.

L’unità passKey dispone di un lettore per schede microSD incorporato, contenuto in un dispositivo che permette agli utenti di usare le proprie memory card come eleganti e pratiche chiavi USB.
Le unità iamaKey e itsaKey hanno invece una memoria flash da 8 GB.

Le tre chiavi USB hanno una solida finitura in metallo che le rende estremamente resistenti ai trattamenti a cui sono solitamente sottoposte le normali chiavi. Grazie al connettore Gold SIP, impermeabile e resistente ai graffi, iamaKey è una delle unità flash più sottili e resistenti attualmente disponibili in commercio.

Dotate di interfaccia Hi-Speed USB 2.0 che fornisce anche una connessione hot-plug e velocità di trasferimento dei dati straordinariamente elevate: fino a 30 MB/s. Le unità passKey permettono agli utenti di potenziare in modo rapido ed efficace una scheda di memoria microSD, risparmiando tempo, denaro e risorse. Sono inoltre versatili, in quanto consentono di cambiare facilmente la capacità scambiando semplicemente la scheda microSD o micro SDHC.

LM Project


Steven Holl (1947), architetto dell'omonimo studio statunitense Steven Holl Architects, rinnoverà il porto di Copenhagen con uno spettacolare progetto, LM Project, selezionato in un concorso internazionale.

Il progetto prevede la realizzazione di due edifici a torre, su una superficie complessiva di mq 57.454, adibiti prevalentemente ad uffici, attività commerciali e sociali, collegati da una passerella pedonale a m 65 dalla superficie del mare.

La prima torre è ubicata a Langelinie, storico luogo dove attaccavano i bastimenti al suo pontile, sul golfo di Øresund, ricco di ristoranti e gallerie d’arte. La seconda torre è ubicata a Marmormolen, luogo caratterizzato da una preesistente edilizia classica che affaccia sul porto.

Il progetto è il risultato di una combinazione perfetta di estetica e funzionalità che imprimerà una svolta urbanistica alla città di Copenhagen, rendendola più moderna e più spettacolare.Inoltre, secondo la politica danese circa la sostenibilità, prevede l’impiego di pannelli fotovoltaici ad alto potenziale e turbine eoliche che forniranno l’energia necessaria all’intero complesso.


Immagini tratte da: designbuild-network.com

Cioccolato e food design


Il gruppo creativo 5.5 Designers propone nel campo del food design, per il brand Chocolat Facrory, “la più onesta tavoletta di cioccolato”, da loro così definita, che consiste in una serie di barrette di diversa lunghezza da consumare in base valore energetico assimilato e individuato sul packaging da 34 kcal a 272 kcal.

Una simile esperienza è stata realizzata dall’Agenzia per il Disegno & la Funzione creando una tavoletta di cioccolato preforata, Rompibollo, per il brand Golosi di Salute, in cui ogni pezzo variabile di dimensioni esprime in rilievo, sulla superficie, il proprio contenuto in calorie. Progetto vincitore del concorso Food Design 4 - “Il cibo è materia” - edizione 2007, organizzato dal gruppo di designers ed event designers ONE Off di Torino.

A proposito di Carmelo Bene



Andrea Di Consoli (1976) scrittore e giornalista free-lance.




Tra i miei ritagli di carta stampata, dell’inizio dell’anno, rileggo: la morte di Carmelo Bene (1937-2002) si avvolge di mistero. Il grande artista italiano potrebbe essere deceduto per "cause non naturali". A sostenerlo è la sorella, Maria Luisa Bene, che chiede l'apertura di un’inchiesta.
Carmelo Bene si spense nella sua casa di Roma il 16 marzo del 2002, dopo essere entrato in coma.

Ma nell’articolo, di seguito riportato, di Andrea Di Consoli pubblicato su IL TEMPO, a proposito della notizia diramata, invece si evidenzia, in maniera analitica, soprattutto la figura di un grande artista impossibile da duplicare e la sua opera unica che non può vivere senza di lui.
Senza dare alcun peso, logicamente, ad un presunto “giallo”.

Carmelo Bene è stato uno dei grandi artisti del secondo Novecento. Il suo cinema, il suo teatro, la sua scrittura sono ai vertici di una sorta di Avanguardia Personale tra le più dirompenti del secolo.
Fiero, collerico, presuntuoso, visionario, eccentrico, bizzarro, dissacrante, luciferino, Bene ha riletto e rivisitato la tradizione poetica, teatrale e cinematografica a partire dal suo talento, dal suo fuoco. Tutto sembra terminare con lui, in una specie di ultima fiammata.

Bene si è posto come “alfa e omega” dell'Arte, metà romantico e metà grottesco, sempre in bilico tra un sublime sorgivo e un disprezzo buffonesco. Bene ha continuamente rovesciato le tradizioni e i canoni; ha depistato i suoi “lettori” con oscurantismi dotti o visionari; ha ribaltato, con la “scrittura di scena”, il professionismo e il servilismo del teatro borghese. Bene non è stato né attore né regista né scrittore: è stato qualcosa in più, ovvero un Artista Assoluto. Tutto ciò che lui ha fatto non costituisce un "repertorio", perché senza Bene la sua opera è morta, è inerte, è “in consumabile”.

È una sorta di damnatio memoriae che il salentino ha lanciato alla posterità; anzi, finché è stato in vita ha giocato più volte a fare il morto, il postumo per eccellenza, l'assente. Il mondo, per Bene, sarebbe finito con la sua morte; e, così issato al centro dell'Arte, Bene non si è mai periferizzato rispetto alla tradizione o ad altro; addirittura, scrisse, fu lui ad apparire alla Madonna.


Fu anche un tenebroso romantico hegeliano, ma tutto percorso da interferenze comiche, grottesche, buffonesche, che mai però lo portarono nei territori dell'ironia, ovvero della “fredda” pratica del distanziamento. La sua faccia bizantina e stravolta sembrava la faccia sperduta di un santo abbandonato e impazzito, sperso nelle lande di un impero crollato. Tutto doveva sembrargli decadenza, se non la sua grandezza, ultimo bagliore prima della notte eterna dell'Arte. La parola di Bene è violentata, ubriacata, estremizzata; il suo corpo è la sintesi di tutte le convulsioni, le risa e i dolori corporali; mentre il fuoco sembra divampare senza requie sulla scena, sulla pellicola, sul suo volto ora beffardo, ora cattivo, ora agonico.

La sorella di Carmelo Bene dice che suo fratello non morì di cancro al fegato, ma per mano altrui. Quello che non si accetta davvero, però, a nostro avviso, è la sua assenza, che ha reso assente anche la sua opera, la sua possibile memoria. La complessità di Bene ha reso impossibile la sua memoria, obbligatoria la sua smemoratezza. Chiunque tentasse di decifrarlo, è come se venisse travolto dalla sua risata isterica postuma, prepotente finanche nell'Averno. Ha usato certamente le parole, le tradizioni e i “repertori” culturali che noi tutti usiamo, e gli spazi che noi tutti calpestiamo, ma riducendo tutto a sé, al suo sublime e diavolesco disegno.

Sappia la sorella ferita che Carmelo Bene è l'artista più morto dell'Arte universale; uno dei pochi che abbia portato nella tomba la propria opera, senza pensare agli altri e senza pensare al dopo, al dopo del mondo. Carmelo Bene è l'assolutamente morto per eccellenza. È inutilizzabile, se non sotto forma di precaria replica video.

Che sia morto per cancro o altro, rimane il fatto che Carmelo Bene non voleva sopravvivere a se stesso, avendo provato in vita l'ebbrezza di essere postumo, ovvero di essere il più grande morto della stirpe dei vivi. A quel tempo, perciò, secondo noi, bisognava piangere e disperarsi.
(Andrea Di Consoli - IL TEMPO - 18.01.2009)

Tomás Maldonado

Tomás Maldonado (1922) illustra, per la prima volta in Italia, la sua poliedrica attività di artista, progettista, teorico del disegno industriale, educatore e studioso della cultura tecnica e della comunicazione, in una mostra avvincente presso Triennale Design Museum di Milano, dal 19 febbraio al 5 aprile 2009.

La mostra, attraverso il coordinamento generale di Silvana Annicchiarico e l’allestimento dello Studio Cerri & Associati, si sviluppa come un racconto, un percorso dinamico restituisce le innumerevoli sfaccettature della creatività di Tomás Maldonado.

Una prima fase è legata all’Argentina, suo paese di origine, dove, negli anni quaranta, ha un ruolo di primo piano nell’avanguardia sudamericana come teorico e pittore del movimento di arte concreta. La seconda fase riguarda invece la sua attività in Europa dal 1954 a oggi, in cui è protagonista del dibattito internazionale sul disegno industriale, sulle nuove tecnologie e sull’ambiente.
Di grande importanza sono stati i suoi tredici anni di attività a Ulm, in Germania, come professore nella famosa "Hochschule für Gestaltung", nota in Italia come "Scuola di Ulm", da lui diretta tra il 1964 e il 1966.

La mostra presenta una ricca documentazione sui contributi teorici e didattici di Tomás Maldonado e gran parte della sua produzione artistica, che comprende opere realizzate fra il 1945 e il 1953 fino a opere più recenti, che seguono il suo riavvicinamento alla pittura del 2000.
Fotografie, oggetti e documenti inediti testimoniano il lavoro di Tomás Maldonado nell’ambito del disegno industriale e della comunicazione in Germania e in Italia. Sono esposti i progetti eseguiti in collaborazione con Ettore Sottsass per la società Olivetti e il suo contributo come responsabile del team che ha lavorato nella corporate image del Gruppo Rinascente.
L’esposizione documenta anche alcuni dei temi che definiscono il profilo teorico di Tomás Maldonado e il suo apporto a diversi campi del sapere: dalla didattica della progettazione alla cultura industriale, dalla semiotica alla filosofia della tecnica e della scienza alle implicazioni socio-culturali delle nuove tecnologie digitali.


In occasione dell’uscita del volume 1928/2008 CASABELLA di Chiara Baglione e nell'ambito della mostra dedicata a Tomás Maldonado, mercoledì 11 marzo Triennale Design Museum ha realizzato un incontro coordinato da Fulvio Irace tra Alessandro Mendini, Tomás Maldonado e Vittorio Gregotti, che si sono succeduti alla direzione di Casabella dal 1970 al 1996.
Un appuntamento importante per discutere e approfondire le tappe della storica rivista di architettura, urbanistica e product-design fondata a Milano nel 1928 da Guido Marangoni.
Sarà presente Francesco Dal Co, direttore di CASABELLA.

BIOGRAFIA

Tomás Maldonado è nato a Buenos Aires nel 1922, professore emerito del Politecnico di Milano. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires.
Dal 1943 al 1954 ha partecipato attivamente all’avanguardia artistica in Argentina. Ha collaborato alle riviste "Arturo", "Arte Concreto-Invención" e "Ciclo", e ha diretto "Nueva visión", rivista di arte, architettura e disegno industriale. Le sue opere figurano in importanti collezioni pubbliche e private in Argentina, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Venezuela e Italia.
Nel 1954, si trasferisce in Germania, dove risiede fino al 1967. È stato docente alla "Hochschule für Gestaltung" (HfG) di Ulm dal 1955 al 1967 e rettore della stessa, dal 1964 al 1966. Il suo contributo allo sviluppo di questa istituzione, finalizzata alla formazione di progettisti per l’industria e la comunicazione, è stato rilevante. Oltre al suo impegno pedagogico, egli svolge, sempre nella HfG, una variegata attività di ricerca, di sviluppo e di progetto per l’industria. Nel 1965, è "Lethaby Lecturer" al Royal College of Arts di Londra. Nominato nel 1966 "Fellow" del "Council of Humanities of Princeton University" (USA).
Dal 1967 al 1970 ha occupato la cattedra "Class of 1913" nella School of Architecture della stessa Università. Dal 1966 al 1969 è presidente del Comitato esecutivo dell’ICSID - International Council of Societes of Industrial Design.
Nel 1968, la "Society of Industrial Artists and Designers" gli conferisce la "Design Medal", la più alta distinzione inglese nel campo del disegno industriale.
Dal 1967 al 1969 assume, come consulente, lo sviluppo dell’immagine coordinata del Gruppo Rinascente-Upim-Sma.
Nel 1969 si stabilisce definitivamente in Italia.
Dal 1976 al 1984 è professore ordinario di progettazione ambientale all’Università di Bologna.
Dal 1984 al 1997 è professore ordinario della stessa disciplina al Politecnico di Milano.
Dal 1977 al 1981 dirige la rivista di architettura "Casabella".
Nel 1994 promuove la creazione del corso di laurea in Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano.
Nel 1998 il Presidente della Repubblica Italiana gli conferisce la "Medaglia d’Oro e il diploma di prima classe, distinzione riservata ai benemeriti della scienza e della cultura".
Nel 1998 riceve il premio alla carriera (Career Award) del "Compasso d’Oro".
Nel 2001 è Doctor Honoris Causa del Politecnico di Milano, della Università di Cordoba e della Università di Buenos Aires.
Dal 2002 al 2004 tiene lezioni e seminari alla Facoltà di Design e Arti dello IUAV - Istituto Iniversitario di Architettura di Venezia.

Tra le sue opere teoriche occorre menzionare:
Max Bill (1955)
La speranza progettuale (1970)
Avanguardia e razionalità (1974)
Disegno industriale: un riesame (1976 e 1991)
Tecnica e cultura (1979)
Il futuro della modernità (1987)
Cultura, democrazia, ambiente (1990)
Tre lezioni Americane. (1992); Reale e virtuale (1992)
Che cos’è un intellettuale. Avventure e disavventure di un ruolo (1995)
Critica della ragione informatica (1997)
Escritos preulmianos (1997)
Hacia una Racionalidad Ecológica (1999)
Memoria e Conoscenza. Sulle sorti del sapere nella prospettiva digitale (2005)
Digitale Welt und Gestaltung (2007)

Notizie e immagini tratte da:
triennale.it/press

Kepler Space Mission


La NASA ha lanciato in orbita il telescopio spaziale Keplero, prima missione finalizzata alla ricerca nella nostra galassia di pianeti extrasolari simili alla Terra.

Il lancio è avvenuto il 7 marzo 2009 alle ore 03:49:57 - 22:49 ora italiana del 6 marzo - dalla base di Cape Canaveral Air Force Station, complesso di lancio 17-B, in Florida, con il vettore Delta II.

Il telescopio Keplero, costruito dalla Ball Aerospace & Technologies Corp., avente la massa di kg 1.039 e l’altezza di m 5, è attrezzato di uno specchio primario di diametro m 1,40, con un campo di vista di 105° quadrati, capace di convogliare la luce cosmica ad un fotometro dotato di apertura di m 0,95 e sensori CCD da 95 milioni di pixel, il più potente mai lanciato: basti pensare che le macchine fotografiche professionali oggi non superano i 15 megapixel.

La durata della missione è di circa 4 anni, periodo in cui il telescopio dovrà scandagliare il campo stellare alla ricerca di pianeti che non appartengono al nostro sistema solare che possano avere dimensioni e condizioni complessivamente comparabili a quelle della Terra. È’ in grado, pertanto, di percepire le variazioni luminose causate dal passaggio di un pianeta davanti alla sua stella inviando agli scienziati dati che possono indicare sia le dimensioni del pianeta sia la durata dell’orbita intorno alla stella.

Durante la missione il telescopio Keplero prenderà in esame, ogni mezz’ora, 100.000 stelle in un settore della via Lattea e, l’indagine ricorrerà al “metodo dei transiti” che consiste nel misurare la variazione di luminosità di una stella quando il pianeta le transita davanti.
Secondo le ricerche circa l’1% delle stelle è circondato da pianeti ed un pianeta, avente le dimensioni della Terra, ha una probabilità di circa lo 0,5% di transitare sulla sua stella.

“Il cacciatore dei mondi” è costato 591 milioni di dollari e nel suo viaggio oltre il nostro sistema solare potrebbe scoprire, secondo le ipotesi, tra i 50 e 500 pianeti di dimensione simile al nostro.

Forse anche vita e intelligenza extraterrestre…


Dal 1994 a oggi gli astronomi hanno scoperto circa 340 pianeti extrasolari, ma il loro numero cresce continuamente. Tuttavia, nessuno di questi ha caratteristiche simili alla Terra. Si tratta per lo più di pianeti gassosi e di grandi dimensioni, più simili a Giove o Saturno.
Il più piccolo è stato stanato dal telescopio spaziale francese COROT - COnvection ROtation & planetary Transit, messo in orbita il 27 dicembre 2006, denominato COROT-Exo-7b. Ha un diametro lungo poco meno del doppio di quello della Terra e compie un' orbita intorno alla sua stella ogni 20 ore. Si trova vicinissimo alla sua stella madre ed ha una temperatura molto elevata, compresa tra 1000 e 1500°C. È stato individuato dagli astronomi mentre transitava davanti alla sua stella madre, indebolendone leggermente la luce con il suo passaggio.
Osservare un pianeta di dimensioni inferiori non è facile. Con i telescopi terrestri è addirittura impossibile. La luminosità delle stelle impedisce ogni possibilità di percepire il passaggio di oggetti celesti di piccole dimensioni come la Terra: per la scoperta effettuata da telescopi terrestri il limite è un rapporto di circa 1 su 300.000 tra pianeta e la sua stella. Se il passaggio davanti al Sole di un pianeta grande come Giove ne offusca la luminosità di circa l’1%, l’effetto per un pianeta delle dimensioni della Terra si riduce a meno dello 0,0001%.
(ESA - Notizie Locali Italia)

Immagini tratte da: kepler.nasa.gov
Link utile: Johannes Kepler

Geronimo, onorato a 100 anni dalla morte

La camera dei Rappresentanti USA ha reso omaggio alla memoria di Geronimo, il leggendario capo degli Apache, in occasione dei 100 anni dalla morte.

In una risoluzione si afferma che il centesimo anniversario “deve offrire un'opportunità di riflessione e l'avvio di una riconciliazione con il popolo Apache”.
Il più famoso capo indiano del XIX secolo trascorse gli ultimi 20 anni della sua vita in carcere a Fort Sill, Oklahoma, dove morì nel 1909 all'età di 90 anni. Fu nel periodo della reclusione che il grande capo indiano raccontò le memorie personali e quelle del popolo Apache, che permettono di ricostruire e ricordare un importante pezzo di storia.
Per la pubblicazione dell'autobiografia fu necessaria l'autorizzazione personale dell'allora presidente in carica Theodore Roosevelt.

Geronimo nacque con il nome di Goyathlay nel 1829, vicino alle sorgenti del fiume Gila, Arizona. Furono i messicani a conferirgli il soprannome di Hieronymus (Geronimo), ma i soldati statunitensi lo conoscevano anche con il nome di Victorio Old Vic e Old Jerome. Trascorse una gioventù spensierata con i fratelli, lavorando le fertili terre che abitavano gli Apache Bedonkohe che all'epoca avevano pochi contatti con i bianchi.

Si sposò all'età di 17 anni ed ebbe 3 figli. Divenne membro del consiglio dei guerrieri.

Nel 1858 avvenne però il fatto che cambiò la vita di Geronimo: mentre prese parte ad una spedizione per affari sul confine con il Messico, il campo fu duramente attaccato da 400 soldati messicani, guidati da Josè Maria Carrasco, che uccisero donne e bambini senza pietà.
La moglie Alope, i loro 3 figli e la madre di Geronimo morirono nel massacro.

Geronimo, condottiero nativo americano

L'evento trasformò radicalmente il pacifico uomo che, assetato di vendetta, coinvolse la sua tribù in una sanguinosa guerra contro gli assassini della sua famiglia. La forza che sostenne Geronimo durante l'aspra battaglia nella città di Arispe, gli valse la nomina di capo e il suo nome cominciò a divenire molto noto. Durante la guerra di secessione gli indiani furono vittime di razzie e gli Apache continuarono la loro lotta contro americani e messicani. Catturato con l'inganno poiché gli americani gli fecero credere di voler trattare con lui, fu catturato nel 1877 e rimase in prigione per 4 mesi. Dopo un periodo di esilio volontario in Messico, il popolo Apache ritornò nel 1882 negli Stati Uniti dove ricominciarono le aspre battaglie contro l'esercito americano e contro i messicani.

Stanchi di combattere e fiduciosi nelle capacità diplomatiche di Geronimo, gli Apache accettarono di vivere in varie riserve tra la Florida e l'Oklahoma, formalmente come prigionieri di guerra.
Le famiglie furono divise dai guerrieri, nonostante fu promesso il contrario, con grande nostalgia delle loro terre originarie nel sud-ovest, Geronimo rivolse quindi una petizione al presidente Theodore Roosevelt dichiarandosi disposto ad: “imparare a condurre una vita simile a quella dei bianchi e rispettando le leggi degli Stati Uniti, paese che ci appartiene per diritto divino” vivendo e coltivando la terra natale “che l'Onnipotente ha creato per gli Apache”.

A Fort Sill Geronimo diventò un pacifico contadino e grande attrazione per i visitatori incantati dai racconti delle imprese eroiche del capo indiano.

Il 17 febbraio 1909 morì in una piccola capanna vicino all'ospedale di Fort Sill per una forte polmonite che prese poco prima durante una cavalcata.
Poco prima di morire, fece mettere il basto e imbrigliare il suo cavallo. Alla sua morte il cavallo fu ucciso.
Le sue spoglie furono sepolte nel cimitero apache a Cache Creek e la sua tomba è sormontata da un'aquila.

Notizie tratte da: peacereporter / Giacomo Corticelli

Alpine Capsule


Un’avveniristico rifugio hi-tech in cui trascorrere la notte, dotato di tutti i servizi necessari, con una vista panoramica a 360°, progettato del designer inglese Ross Lovegrove (1958), da un’idea di Moritz Craffonara, il patron del Club Moritzino Piz La Ila, altopiano a 2.100 metri di quota sopra la località La Villa, in Alta Badia - Alto Adige.

Ross Lovegrove ormai lo si riconosce per il design biomimetico che è stato la sua arma vincente, l’innovazione e il design organico sono da sempre i suoi tratti distintivi con i quali firma tutti i suoi progetti.

Le capsule aranno realizzate nel 2010, avranno un diametro di m 8 ed una struttura in doppio vetro ricoperta con uno speciale materiale riflettente, in modo da non inquinare, visivamente, l’ambiente circostante dolomitico.
Gli interni realizzati sempre con forme organiche e continue per assicurare il massimo relax ed un’integrazione perfetta esterno-interno.

L’energia alle capsule sarà garantita, ad impatto zero, grazie alle “power plants”, celle solari complete di mini turbine eoliche, progettate sempre da Ross Lovegrove Studio.

In primo piano le power plants

Stagione della Prevenzione 2009


Una iniziativa giunta alla quarta edizione voluta dall’A.NM.V.I. - Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani e dall’Hill’s Pet Nutrition, leader mondiale nella nutrizione e dietetica di cani e gatti, con il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e della FNOVI - Federazione Nazionale Ordini Veterinari.

Lo scopo è sensibilizzare i proprietari di questi animali domestici all’importanza di visite periodiche presso specialisti veterinari per una corretta prevenzione, per il benessere di cani e gatti ma soprattutto come tutela della salute pubblica.

Collegandosi al sito Stagione della Prevenzione 2009 o telefonando al numero verde 800 189 612, è possibile da marzo conoscere la lista dei veterinari, aderenti all’iniziativa, che saranno a disposizione ad effettuare una visita gratuita per controllare la salute del proprio cane o gatto.

Inoltre, dopo l’avvenuta registrazione ed entrati nell’area riservata ai proprietari si ha la possibilità di partecipare al concorso 1 ANNO IN SALUTE e scaricare uno screen server, una gradevole passerella di immagini, di cani e gatti, dove si evidenzia una valenza fotografica di altissimo livello professionale.

Consiglio di scaricarlo e buon divertimento.

Enzo Mari

Calendario Timor - Danese, 1966

La GAM - Galleria civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino, in occasione della mega manifestazione Torino 2008 World Design Capital, ha organizzato dal 29 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009 un’ampia e particolare mostra antologica: Enzo Mari. L’arte del design.

Enzo Mari (1932), designer e ingegnere è un grande personaggio del design italiano, attivo fin dagli anni Cinquanta con un'intensa attività artistica, quando si distingueva quale esponente di punta dell'arte programmata e cinetica. Interamente prodotta dallo studio di Enzo Mari, si è sviluppata attraverso una scansione cronologica che volutamente non ha distinto, in sezioni separate, la produzione artistica dalla creazione di oggetti di design per le aziende.
Una particolarità da segnalare: la scelta delle opere è stata affidata dallo stesso Enzo Mari a un gruppo di amici che hanno indicato i lavori che secondo il loro punto di vista hanno toccato il cuore e l'immaginario comune.

Attraverso una selezione di 250 opere, il percorso espositivo ha tenuto conto delle due fondamentali esigenze che hanno guidato le scelte creative di Enzo Mari:
- le opere realizzate su richiesta implicita che seguono il richiamo personale e interiore a cui Mari risponde attraverso opere entrate a far parte della storia dell'Arte Contemporanea;
- i lavori realizzati su richiesta esplicita, ovvero su richiesta delle aziende, imprese di produzione o enti che hanno affidato a Mari la progettazione di oggetti che hanno introdotto un approccio rivoluzionario al design.

Caratteristica dell'opera di Enzo Mari è la continua ricerca e sperimentazione di nuove forme e significati del prodotto, anche in contrapposizione con gli schemi tradizionali del disegno industriale. Autore di pezzi che hanno contribuito in modo significativo a fare la storia del design, non solo italiano, ben quattro volte vincitore del Compasso d'Oro, si è reso protagonista, inoltre, del dibattito sulla professione mediante testi di vario respiro, opere dissacranti e interventi in prima persona.
Ha lavorato con le più prestigiose aziende del panorama italiano e internazionale, tra cui è celebre la sua lunga e fattiva collaborazione con Danese, con la quale crea una vera e propria immagine coordinata, oltre a disegnare decine e decine di oggetti che sono ritenuti i capostipiti dello sviluppo del design, non solo italiano, dai calendari agli appendiabiti, dalle porcellane ai vetri, dalle sedie ai tavoli.
Enzo Mari dedica da sempre particolare attenzione ai meccanismi meno conosciuti del mercato e della produzione, alla riscoperta di fattori come l'artigianato, creduto perduto e invece rinato in forma diversa nei modi di produzione industriale, anche quella più sofisticata. Pertanto, rappresenta un caso pressoché unico di critica costruttiva all'interno del sistema del design.

Il catalogo, curato da Andrea Rovatti, esprime una variegata documentazione con un flusso di immagini accostando oggetti o opere d’arte con un ritmo determinato da analogie o contrasti formali, da legami progettuali o concettuali. Alla fine si leggono i contributi critici, i testi d'accompagnamento e le note biografiche curate dallo stesso Enzo Mari.

Vassoio Putrella - Danese, 1958

Interessante ritrovare nel Phaidon Design Classic (raccolta qualificata di 999 oggetti di produzione industriale accuratamente selezionata) ben 9 oggetti di Enzo Mari, un numero molto alto rispetto ad altri designer italiani.

Così introduce Marco Belpoliti in un articolo su SPECCHIO+ intitolato Enzo Mari il puro folle. Inoltre evidenzia: “L'oggetto che riceve il maggior plauso in questo volume - in assoluto uno degli oggetti più stimati – è il Vassoio Putrella del 1958… Un oggetto d’uso industriale nelle strutture portanti che Mari ha modificato appena. Il colpo di genio non consiste nell’oggetto trovato, oppure nel suo riuso, bensì nello sguardo che costringe a gettare sull’oggetto stesso, e più in generale sugli oggetti intorno a noi: Mari ci fa guardare il mondo con occhi diversi. Possiede il dono della semplicità, ma una semplicità ottenuta al prezzo di una grande complicazione”.

E richiamando il sommario della titolazione, concludo a proposito: Follia come poesia. Purezza come rigore.

Link utili:
Marco Vallora
- Enzo Mari monaco del design
Cristina Favento - Enzo Mari, (tra) etica e design

Project Mars

Jaroslaw Kozakiewicz (1961), architetto e scultore polacco, è riuscito a combinare utopia e realtà in un progetto fantasioso con la pretesa di proiettare la mappa del sistema solare su quella dell’Europa, collegando l’anatomia e la fisiologia del corpo umano con la struttura cosmica, attraverso dieci aperture del nostro corpo che rappresentano anche i dieci pianeti del sistema solare, nove più il mitico Pianeta X individuato oltre Plutone.

Project Mars, facente parte di un ampio progetto, Landscapes Project, nasce nel 2003 come vincitore di un concorso indetto dalla città di Boxberg, a 150 km da Berlino, per riqualificare tutta la zona post-industriale presso i grandi laghi artificiali.
Il progetto consiste in un “orecchio” avente la lunghezza di m 350, la larghezza di m 250 e l’altezza di m 18, il cui “lobo” è ubicato nelle vicinanze del lago artificiale Barwalde.
All’interno, ella zona del “timpano”, è situato un anfiteatro all’aperto, inaugurato nel giugno 2008.

Nella sua attenta ricerca si evidenzia il progetto Oxygen Towers, due torri ispirate alla struttura ossea della gabbia toracica, ideato nel 2005 per la zona Tor Bella Monaca a Roma.

Inoltre, Ghost Bridge, un ponte in legno avente la lunghezza di m 200 che architettonicamente definisce una torsione strutturale, realizzato dopo aver vinto un concorso internazionale nel 2005 per commemorare le vittime di Auschwitz, collega il campo di Auschwitz-Birkenau alla riva del fiume Sola, nel Parco della Riconciliazione delle Nazioni.

Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani















E’ il provvedimento d'urgenza, firmato dal Sottosegretario Francesca Martini - Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, che dovrà passare al vaglio della Corte dei conti prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, in vigore fra circa un mese, andrà a sostituire i precedenti regolamenti voluti dagli ex ministri Girolamo Sirchia e Livia Turco.
L'ordinanza vuole dare una risposta ai recenti gravi episodi di aggressione da parte dei cani che hanno colpito soprattutto bambini.

Molte le novità.

- Eliminata la "black list"
- Introdotta la responsabilità civile e penale dei proprietari
- Obbligo di utilizzo del guinzaglio in ogni luogo
- Percorsi formativi per i proprietari dei cani
- Registro dei cani morsicatori e con problemi di comportamento a cura delle ASL
- Ruolo dei medici veterinari libero professionisti
- Assicurazione obbligatoria di responsabilità civile per cani iscritti nel registro

- Obbligo della raccolta delle feci

Ed infine l’Ordinanza conferma il divieto di addestramento inteso ad esaltare l’aggressività dei cani, le operazioni di selezione ed incrocio tese allo stesso fine, la pratica del doping, gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia dell’animale (recisione delle corde vocali, taglio delle orecchie e taglio della coda), fatto salvi gli interventi curativi certificati dal medico veterinario.