Caetera norunt et Tagus et Ganges forsan et Antipodes”
“Qui Giace Giovanni il Mirandola.
“Qui Giace Giovanni il Mirandola.
Il resto lo sanno il Tago, il Gange e forse anche gli Antipodi"
L’autore si cimenta, con lo stile coinvolgente del thriller storico, su l'umanista e filosofo Giovanni Pico dei conti della Mirandola e della Concordia meglio conosciuto come Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494), che da qualche tempo sembra godere di rinnovato interesse da parte dei cultori del genere; si pensi solo al successo ottenuto in passato da capolavori del calibro de “Il nome della rosa”, o anche ai più recenti romanzi di Dan Brown. Tanto più che la storia del libro di Carlo Adolfo Martigli sembra sapientemente dipanarsi tra differenti cronologie e contesti ambientativi, al fine di intrappolare il lettore in un crescendo di colpi di scena e di genuina suspense, a cominciare dalle prime battute.
Il romanzo inizia con una data, quella del 26 luglio 2007, giorno in cui viene rimossa la lapide del famoso filosofo e cabalista del XV secolo, Giovanni Pico della Mirandola, ad opera di un comitato di studiosi e carabinieri del RIS, decisi a far luce sul dilemma della sua morte. L’arcano comincia a prendere forma proprio quando viene trovata una misteriosa cassa nascosta all’interno della tomba, che darà vita a un intreccio suggestivo di eventi, intrighi e morti inspiegabili che, attraverso l’arco della Storia, proseguiranno fino ai giorni nostri. La vicenda procede a ritmo serrato, tra continui colpi di scena, ma soprattutto addentrandosi sempre più nell’analisi della figura geniale del conte della Mirandola, tacciato di eresia proprio nel momento in cui nel 1487, a Roma, si preparava a presiedere al Concilio sulla Filosofia Universale, nel quale avrebbe rivelato al mondo le 900 tesi, una raccolta di dogmi volti ad unificare Ebraismo, Islamismo e Cristianità sotto l’egida di un unico Dio. Andando avanti nella lettura del libro, si scoprirà infine l’esistenza di altre 99 tesi segrete, che riveleranno una scomoda verità.
“999 - L’Ultimo Custode” può apparire a tratti “pesante”, a causa della densità di avvenimenti, di date e di flashback narrativi presenti, soprattutto per chi è avvezzo a trame più lineari, ma è un romanzo che appassiona e si fa leggere fino alla fine, come il più emozionante dei gialli.
Edizioni Castelvecchi - Roma
Collana: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2009
Formato 15x22 - brossura
Pagine: 400
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