TOTTA e DYLAN

L’arte non è Cosa Nostra








Vittorio Sgarbi fa bene ad incazzarsi vista la situazione che esiste da tantissimo tempo nel campo dell’arte: sempre ci sono stati figli e figliastri. Il critico e storico dell’arte è contro tutti sulla 54ª Esposizione Internazionale d’Arte che si terrà a Venezia dal 4 giugno al 27 novembre 2011, dal titolo ILLUMI/NAZIONI.
Vittorio Sgarbi attaccando la curatrice della Biennale Bice Curiger e alternando lodi a Silvio Berlusconi ha presentato a Roma il Padiglione Italia, di cui è il curatore alla prossima Biennale di Venezia.

“Chi stabilisce se un artista può entrare o no alla Biennale? La mafia del mercato. Io la contrasto”. Così Vittorio Sgarbi esordisce in una torrenziale conferenza stampa.
Chiamato a questo incarico da Sandro Bondi e in lite con Giancarlo Galan, neoministro ai Beni Culturali che ha bocciato la sua nomina a sovrintendente del Polo museale veneziano, il critico aveva annunciato per due volte nelle scorse settimane le dimissioni. Poi le ha ritirate e così giovedì scorso, 5 maggio, ha presentato il suo faraonico progetto. Un progetto che dovrebbe coinvolgere tra Venezia, l’Italia e il mondo (prevede, oltre alle esposizioni in Laguna, mostre nelle varie regioni e anche negli Istituti italiani di cultura all’estero) quasi duemila artisti.

Nelle intenzioni di Sgarbi il Padiglione Italia deve documentare lo stato dell’arte italiana contemporanea con 200 artisti viventi e operanti dal 2001 ad oggi, tutti scelti da intellettuali italiani e stranieri “il cui credito è riconosciuto per qualunque riflessione essi facciano sul nostro tempo”. Tra questi Ernesto Galli Della Loggia, Tullio De Mauro, Enzo Bianchi, Dante Ferretti, Claudio Magris, Dario Fo, Giorgio Albertazzi, Ennio Morricone, Ferzan Ozpetek, Marc Fumaroli.
“A ciascuna di queste 200 persone
- ha detto il critico ferrarese - ho chiesto di indicarmi il pittore, il fotografo, il ceramista, il designer, il videoartista che egli ritenga più interessante in questa apertura del nuovo millennio”.
Il filo conduttore dell’intero Padiglione Italia è "L’arte non è Cosa Nostra".

Per Sgarbi infatti esisterebbe un sistema mafioso non solo nell’economia ma anche nel mondo dell’arte, con curatori che promuovono sempre i “loro protetti”, e questo sistema, secondo lui, va combattuto e sconfitto.

In che modo? Facendo, verrebbe da dire, “Todos caballeros”, ossia tutti curatori, tutti artisti e tutti critici. Perché a scegliere le opere in mostra, a quanto par di capire, saranno gli stessi artisti indicati dagli intellettuali (se gli altri hanno potuto indicare un solo artista, Italo Zannier ha avuto da Sgarbi la facoltà di scegliere una pattuglia di fotografi).
Non mancano tra gli artisti nomi famosi: ci sono Vanessa Beecroft, Michelangelo Pistoletto, Carla Accardi, Sandro Chia, Oliviero Toscani. Ma più che lo stato dell’arte contemporanea in Italia, si avrà un panorama del gusto attuale degli intellettuali italiani. Non c’è al momento però la certezza che nei 3000 metri quadri dell’esposizione tutte le opere possano essere esposte: “Finora - ha detto ancora Sgarbi - si è trovato posto solo per 190 artisti, mentre ne dovremo ospitare 230”. Davanti all’Arsenale, nelle Tese di San Cristoforo, troveranno spazio invece le opere dei 200 artisti scelti nelle Accademie di Belle Arti italiane. E per chi il posto non lo avrà, Sgarbi sta pensando con l’architetto Benedetta Tagliabue ad un allestimento con grandi gommoni che sullo specchio d’acqua dell’Arsenale ospiteranno le opere “clandestine”, tra cui anche quelle di artisti stranieri, come Cy Twombly, che hanno lavorato in Italia.

Ma l’incertezza, a un mese dall’inaugurazione, riguarda anche il finanziamento dell’intera operazione: “Finora - ha affermato Sgarbi - non ho avuto una lira per il mio lavoro, ho dovuto anticipare le spese e i viaggi di tasca mia: lavoro da un anno come curatore ma c’è una totale assenza di finanziamenti pubblici. L’unica garanzia l’ho avuta da Berlusconi. Non ho visto ancora un contratto e non è detto che lo accetti quando mi verrà presentato”.
La dottoressa Antonia Pasqua Recchia, direttore generale del MiBAC, ha puntualizzato: “Il ministero ha destinato 1 milione di euro alla Biennale per l’allestimento del Padiglione Italia, che servirà a coprire varie voci, dall’assicurazione delle opere alla pubblicità, e che comprende anche il compenso del curatore: questo è stato possibile solo grazie all’intervento del ministro Galan, che ha stanziato un fondo aggiuntivo di 750 mila euro oltre i 250 mila previsti prima del reintegro del FUS - Fondo Unico per lo Spettacolo”.

Vittorio Sgarbi non ha risparmiato attacchi nei confronti di precedenti curatori della Biennale come Francesco Bonami e Achille Bonito Oliva e verso l’attuale curatrice, la svizzera Bice Curiger: “Non è accettabile - ha detto - che per la sua vanità si spostino delle opere da un museo all’altro della stessa città. È una bestemmia trasferire ai Giardini il Trafugamento di Tintoretto”.
Dimentica, replicano dalla Biennale, le opere di Giorgione o di Bosch che in passato lui stesso a Venezia ha spostato per allestire le mostre di Palazzo Grimani.
Da Sgarbi lodi incondizionate solo per l’ex ministro Bondi e per Berlusconi: “Mi ha anche proposto di fare il sottosegretario ai Beni culturali, ma ho rifiutato perché dal 18 maggio conduco un programma in tv”.

Notizie tratte da: lastampa.it / Rocco Moliterni

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