Alberto Burri - foto di Aurelio Amendola
La mostra a cura di Maurizio Calvesi e Chiara Sarteanesi, attraverso opere storiche e opere inedite, alcune per l’Italia, altre in assoluto, presenta l’artista, l’uomo e le influenze che ha esercitato sulla cultura dell’epoca: una selezione di capolavori, che non si limitano alle più note creazioni degli anni cinquanta, ma testimoniano l’intero svolgimento, nei decenni successivi, dell’opera di Burri e della sua capacità di rinnovamento.
La Triennale di Milano continua il suo impegno nell’arte contemporanea dedicando una grande retrospettiva ad un artista italiano anche in vista del Museo di Arte Contemporanea di Milano di prossima realizzazione.
È dal 1984 che Milano non vede una mostra di Alberto Burri. Nel 1989, infatti, l’artista dichiarò che non avrebbe mai più esposto a Milano in aperta polemica con l’amministrazione cittadina che aveva autorizzato la distruzione del Teatro Continuo, struttura progettata da Burri nel 1973 nel parco Sempione in occasione della XV Triennale.
Assume così un’importanza rilevante l’omaggio della Triennale, anche per la presenza del ciclo dei Neri (1986-1987), cellotex mai esposti precedentemente in nessuna sede, e del ciclo Architetture con cactus (1991) presentato al pubblico nel 1992 ad Atene e fra la fine del 1994 e l’inizio del 1995 presso l’Istituto Italiano di Cultura a Madrid, ma sconosciuto al pubblico italiano.
Combustione Sacco, 1956
Gretto G2, 1975 (Collezione Fondazione Palazzo Albizzini)
Cellotex, 1974
Cartella serigrafica Sestante 9, 1989
Cartella serigrafica Sestante 7, 1989
Cartella serigrafica Sestante 1, 1989
Notizie e immagini tratte da: triennale.it/press
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