TOTTA e DYLAN

Riceviamo e pubblichiamo


Luca a 63 giorni...

...Tu si' guaglione!...
Che t'hê miso 'ncapa?
va' a ghiucá 'o pallone...

In aria

Un nuovo progetto espositivo prodotto e curato da Contrasto per Alitalia. Cinque fantastiche mostre allestite presso il prestigioso Spazio Alitalia in Piazza di Spagna a Roma.

Fino al 20 gennaio 2013

A dare il via al progetto la mostra “Giostre” con fotografie di autori vari che presenta scatti realizzati in diverse città del mondo. Ogni immagine mostra una giostra in movimento o anche un solo dettaglio della stessa, l’espressione delle persone nel pieno del turbinio ludico. Giovani, anziani e bambini: l’ebbrezza del volo inteso come divertimento non ha età.

Febbraio / marzo 2013

In occasione del lancio della nuova rotta Alitalia sulla destinazione Abu Dhabi sarà poi la volta della serie “Dall’alto, dal basso. I grattacieli di Abu Dhabi”, una selezione di immagini di grandi autori internazionali che consentiranno di esplorare fotograficamente la verticalità della città degli Emirati Arabi. I grattacieli avveniristici creati dai grandi architetti contemporanei, sono immortalati da diverse prospettive, in un gioco di vertigine verticale della costruzione umana.

Aprile / maggio 2013

A seguire la serie inedita delle “Nuvole” di Irene Kung, artista di origine svizzera, apprezzata a livello internazionale. Fotografate proprio dall’interno di un normale aereo di linea, le nuvole di Kung sono soffici omaggi alla fantasia umana, che riconosce proprio nelle nuvole le forme, questa volta aeree, della vita di tutti i giorni.

Giugno / luglio 2013

Dopo le "Nuvole", saranno protagoniste le “Mongolfiere” di Massimo Siragusa, le magnifiche, scenografiche e colorate mongolfiere, arrivate fino a noi direttamente dall’Ottocento. Si alzano nel cielo azzurro come sospese nel tempo oltre che nello spazio. Queste opere daranno vita a una mostra-installazione del tutto innovativa e suggestiva.

Agosto / settembre 2013

Il progetto espositivo chiuderà con un allestimento insolito e innovativo, “Jump”, collettiva dei fotografi Reuters, che esplora l’universo del parkour e immagine dopo immagine, permette di seguire le evoluzioni, i salti, le piroette di un popolo di atleti metropolitani davero spettacolari.

Ingresso libero.
Dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 19.
Sabato dalle ore 10 alle ore 18.

Bicicletta in cartone riciclato

Costruire unabicicletta con soli 9 dollari utilizzando cartone riciclato? Impossibile, viene da pensare. Devono averlo pensato in molti davanti alla proposta di Izhar Gafni che vive in un Kibbutz in Israele. Da tempo l'uomo covava il sogno di dimostrare ai colleghi ingegneri che era possibile costruire una bicicletta, mezzo ecologico per eccellenza, quasi a costo zero.


“Tutti mi hanno detto era impossibile” racconta Gafni. Ma l'uomo non si è rassegnato e ha deciso di provarci da solo tentando di cambiare il concetto stesso di veicolo verde. Ovviamente riuscendo nell'impresa di costruire la sua bici total green, non solo perché non produce emissioni inquinanti ma anche perché fin dalle origini è concepita in chiave sostenibile, utilizzando materiali riciclati e riutilizzabili.

A giudicare dai numerosi prototipi appoggiati al muro della sua abitazione, l'idea è più che realizzata. Difficile credere che ci fosse una qualche relazione tra la bicicletta e il cartone. Ma così è stato. La sua bici è rivestita da uno strato di materiale forte e solido marrone e bianco. Il materiale di partenza è cartone riciclato, in grado di resistere all'acqua e all'umidità, e caratterizzato da un costo quasi nullo.

Oltre a prevenire l'inquinamento, la facilità a reperire il materiale e il basso costo della bici la renderebbe accessibile a tutti, incoraggiando l'attività fisica. E c'è di più. In un'intervista rilasciata al quotidiano israeliano Newsgeek, Gafni ha rivelato che il costo di produzione per le sue biciclette riciclate è di circa 9-12 dollari ciascuna, e si stima che potrebbero essere vendute al consumatore per 60 dollari, a seconda delle parti che si decide di aggiungere.

Un altro vantaggio della bici è che è facilmente smontabile e si può portare con sé evitando così anche il rischio di furti. È possibile inoltre personalizzarla ad esempio aggiungendo un motore rimovibile per renderla elettrica (portando il costo a 60 dollari), smontarlo e portarlo con sé dopo aver parcheggiato. Azzerato così anche il problema furto.

"Mi piacciono molto le biciclette, e quando ho lavorato negli Stati Uniti ho chiesto in California per vedere se qualcuno aveva già pensato al concept di bicicletta in cartone. Con mia grande gioia, ho scoperto che esistevano solo concept simili ma a base di bambù. Ma quando ho iniziato a chiedere ai tecnici circa la possibilità di produrre una bicicletta di cartone, sono stato mandato via e mi è stato detto che la realizzazione della mia idea era impossibile” spiega Gafni, che non si è dato per vinto. “I miei primi prototipi sembravano scatole di consegna su ruote. Erano pesanti e non ci voleva molta immaginazione per capire che erano fatte di cartone”.
Successivamente e grazie all'aiuto di alcuni investitori l'uomo ha capito che occorreva rendere la bici più confortevole e più leggera.

Una bici che può essere facilmente assemblata e smontata, che può trasportare un peso fino a 140 chilogrammi e soprattutto che sia ecologica e green, a partire dai materiali che la compongono.

Speriamo diventi presto realtà

Genesi del fare

La galleria A arte Studio Invernizzi di Milano dall’11 dicembre 2012 al 30 gennaio 2013 ospita la mostra dal titolo “Genesi del fare” che, attraverso diversi artisti, ripercorre l’evoluzione di una linea dell’arte contemporanea che ha privilegiato la ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e forma.


Il percorso espositivo parte dall’opera ”Spazio totale“, progressioni ritmiche simultanee in variazione vibratile, realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origini di un’esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull’essenza dell’esistenza umana. Al piano superiore, le opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Varisco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell’immagine. Questa ricerca trova, poi, nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Rodolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, che indagano forme e colori in una sintesi che tende all’universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate all’idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall’essenzialità geometrica delle strutture, sono l’esito di una riflessione sull’idea stessa di scultura, divenendo un elemento specificatamente pensato per lo spazio di destinazione. David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l’espressività artistica di materiali legati all’uso quotidiano, come carta, cartoncino e MDF. I lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L’utilizzo di un elemento reiterativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in forme primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken. Infine, i risultati più recenti di questo percorso: le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla riflessione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, di Nelio Sonego, che trascrive sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, gli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli ambienti con le loro proiezioni, le forature di Riccardo De Marchi su superfici in plexiglas e le considerazioni dell’architettura come parte fondante nell’opera di Francesco Candeloro.

Notizie e immagine tratte da: aarteinvernizzi.it

Oscar Niemeyer

Il visionario architetto brasiliano si è spento nella notte del 5 dicembre scorso nell’ospedale samaritano di Rio de Janeiro, sua città natale, dove era ricoverato dal 2 novembre scorso.

Oscar Ribeiro de Almeida Niemeyer Soares Filho, noto come Oscar Niemeyer, il 15 dicembre avrebbe compiuto 105 anni, il più famoso architetto brasiliano, tra i più illustri e prolifici del XX secolo, sintetizzava nel modernismo le suggestioni tropicali del Brasile.

“Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell’oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita”.
Con questa frase Niemeyer sintetizzava il suo credo stilistico che ha influito su centinaia di opere, da Brasilia a tutto il mondo.
 
"Q" - barretta di cioccolato di Oscar Niemeyer per Aquim di Rio de Janeiro

Nel tour della sua vita le tappe più importanti:

1929
Si sposa con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova.
1934
Si laurea ingegnere architetto e va a lavorare nello studio dell’architetto Lúcio Costa (1902-1998), futuro disegnatore del piano di Brasilia. In questi anni il contatto con Le Corbusier influenzano molto il suo stile basato sulle estreme possibilità del cemento armato.
1945
Entra nel partito comunista brasiliano restando fedele fino alla morte.
1947
Si reca a New York per lavorare al Palazzo di Vetro dell’Onu.
1951
Disegna a San Paolo il Parco Ibirapuera con la sede della Biennale e la Oca, un padiglione per il IV centenario della città ispirato alla struttura delle capanne degli indios, e l’Edificio Copan.
1052-1053
Costruisce la propria casa a Rio de Janeiro, Casa das Canoas, il suo capolavoro domestico.

Casa das Canoas a Rio de Janeiro
1956
Vince con Lúcio Costa il concorso per il piano pilota della nuova capitale Brasilia, che sostituirà Rio de Janeiro con una città avveniristica spostata più a nord, al centro della savana brasiliana.
Niemeyer vi realizza decine di edifici. I più famosi sono il Palazzo dell’Alvorada e il Palazzo del Planalto, sedi del Presidente della Repubblica, le cupole convessa e concava del Palazzo del Congresso, il Palazzo di Itamaraty, sede del Ministero degli Esteri, e la Cattedrale, ancora oggi considerata il capolavoro di Niemeyer.

Palazzo del Congresso a Brasilia
1957
A San Paolo progetta l’immenso Edificio Residenziale Copan, alto 140 metri con 38 piani.
1963
Diviene membro onorario dell’American Institute of Architects negli Stati Uniti.
1964
Soffre sulla sua pelle il golpe militare.
“Durante la dittatura tutto è stato differente - ha ricordato -. Il mio studio è stato saccheggiato. I miei progetti poco a poco hanno incominciato ad essere rifiutati. Il posto di un architetto comunista è a Mosca, mi disse un giorno un ministro”.
È di questi anni la celebre frase di Fidel Castro: “Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti rimasti a questo mondo”.
1967
Va in esilio a Parigi.
1968
Progetta in Italia il Palazzo Mondadori a Segrate, sede dell’Arnoldo Mondadori Editore.

Palazzo Mondadoro a Segrate
1985
Torna in Brasile e progetta il Memorial da America Latina a San Paolo, e il Museo di Arte Contemporanea a Niterói, città vicino a Rio de Janeiro.

Museo di Arte Contemporanea a Niterói
1988
Negli Stati Uniti vince il premio Pritzker, il Nobel dell’architettura.
1996
Riceve il Leone d’Oro della Biennale di Venezia.
2000
Disegna il progetto dell’Auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010.
2005
La Tim inaugura l’Auditorium del Parco Ibirapuera a San Paolo, un progetto del 1954 rimasto per anni chiuso nel cassetto.
2006
Si risposa all’età di 98 anni con la sua segretaria Vera Lucia Cabreira, più giovane di lui di 38 anni, contro il volere di Anna Maria, l’unica figlia. Niemeyer è follemente innamorato.
2011
In Spagna viene inaugurato il Centro Culturale Internazionale da lui progettato e a lui dedicato.

“L’architettura è il mio hobby - diceva spesso Niemeyer - una delle mie allegrie: creare la forma nuova e creatrice che il cemento armato suggerisce, scoprirla, moltiplicarla, inserirla nella tecnica più d’avanguardia. Questo è per me inventare lo spettacolo dell’architettura”.

Vendesi voli per la Luna



Questo è il progetto presentato da due ex alti funzionari della NASA, annunciando la creazione della società privata Golden Spike Company. Un volo andata e ritorno per due passeggeri con passeggiata sulla Luna avrà un costo di 1,5 mld di dollari, pari a “una frazione di qualsiasi programma lunare mai concepito”, hanno precisato in un comunicato.



“Golden Spike Company è la prima azienda che vuole offrire in modo regolare spedizioni di esplorazione sulla superficie della Luna entro la fine del decennio”, hanno aggiunto nella nota. L’azienda precisa di voler ricorrere a “razzi disponibili e ai veicoli spaziali per passeggeri in fase di sviluppo”, per vendere i voli a “nazioni, individui e aziende con obiettivi e ambizioni di esplorazione lunare”.

La presentazione della nuova azienda è avvenuta alla vigilia del 40° anniversario del lancio di APOLLO-17, l’ultima missione che portò l’uomo sulla Luna. I due protagonisti del progetto sono Alan Stern, ex numero uno NASA per la scienza, e Gerry Griffin, ex direttore di volo di APOLLO e numero uno del Johnson Space Center Houston della NASA in Texas.

Alan Stern sarà l’amministratore delegato dell’azienda, mentre Gerry Griffin Presidente del Consiglio di amministrazione. Tra i consiglieri dell’azienda figurano anche uomini politici, tra cui l’ex Presidente della Camera dei rappresentanti Newt Gingrich e Bill Richardson, ex ambasciatore dell’ONU ed ex Segretario per l’Energia dell’ex Presidente Bill Clinton.