TOTTA e DYLAN

Genesi del fare

La galleria A arte Studio Invernizzi di Milano dall’11 dicembre 2012 al 30 gennaio 2013 ospita la mostra dal titolo “Genesi del fare” che, attraverso diversi artisti, ripercorre l’evoluzione di una linea dell’arte contemporanea che ha privilegiato la ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e forma.


Il percorso espositivo parte dall’opera ”Spazio totale“, progressioni ritmiche simultanee in variazione vibratile, realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origini di un’esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull’essenza dell’esistenza umana. Al piano superiore, le opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Varisco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell’immagine. Questa ricerca trova, poi, nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Rodolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, che indagano forme e colori in una sintesi che tende all’universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate all’idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall’essenzialità geometrica delle strutture, sono l’esito di una riflessione sull’idea stessa di scultura, divenendo un elemento specificatamente pensato per lo spazio di destinazione. David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticalità e orizzontalità tra forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l’espressività artistica di materiali legati all’uso quotidiano, come carta, cartoncino e MDF. I lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulrich Rückriem, Niele Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L’utilizzo di un elemento reiterativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pietra dolomitica in forme primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken. Infine, i risultati più recenti di questo percorso: le opere degli anni Ottanta caratterizzate dalla riflessione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, di Nelio Sonego, che trascrive sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, gli éclairages di Michel Verjux, che indagano gli ambienti con le loro proiezioni, le forature di Riccardo De Marchi su superfici in plexiglas e le considerazioni dell’architettura come parte fondante nell’opera di Francesco Candeloro.

Notizie e immagine tratte da: aarteinvernizzi.it

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