TOTTA e DYLAN

CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea

Foligno (Perugia) torna a essere un centro di cultura attiva.
Si inaugura oggi, 14 novembre 2009, il CIAC - Centro Italiano Arte Contemporanea, un nuovo spazio espositivo nel cuore della città umbra.

Il progetto è nato da un’idea del Maestro Getulio Alviani e dell’architetto Alberto Zanmatti, successivamente realizzata dall’architetto Giancarlo Partenzi e dall’ingegnere Fausto Mariotti, grazie anche alla sinergia del Comune di Foligno, della Regione Umbria, della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e della Cassa di Risparmio di Foligno.

Il Centro Italiano Arte Contemporanea apre al pubblico con una mostra

Spazio, Tempo, Immagine

curata da Italo Tomassoni e coordinata da Diora Fraglica, dal 15 novembre 2009 al 31 gennaio 2010.

L’evento riprende, a oltre quarant’anni di distanza, l’iniziativa dal titolo Lo spazio dell’immagine, tenutasi nel 1967 nei saloni di Palazzo Trinci, che ha segnato l’identità di questa città nel suo rapporto con l’arte contemporanea e che sovvertiva il rapporto che legava l’opera d’arte e lo spazio che la conteneva, presentando, per la prima volta al mondo, un insieme composto unicamente da ambienti ideati dagli artisti.
Da quel momento, sarebbero saltati i vecchi parametri che avevano, fino ad allora, regolato le vicende artistiche segnando gli indirizzi futuri dell’arte moderna.
L’esposizione venne curata da un gruppo di storici dell’arte formato da Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Gillo Dorfles, Christopher Finch, Udo Kultermann, Giuseppe Marchiori, Lara Vinca Masini.
Proprio Giuseppe Marchiori, nel suo testo in catalogo, ne spiegava le finalità: “Abbiamo affidato ad alcuni giovani che noi consideriamo i migliori in Italia, la possibilità di creare un insieme di sale indipendenti l’una dall’altra ma legate da un filo conduttore che è il senso del tempo, che è qualche cosa che non appartiene più alla cultura di un tempo ma è la proposta di una nuova cultura...”.

Lo spazio dell’immagine venne salutata da commenti entusiasti da artisti e critici; Mario Ceroli, ad esempio, affermò che fosse “la cosa più interessante che si sia fatta negli ultimi anni in Italia e in Europa”, o Gregory Von Rezzori, “La più bella cosa che abbia visto recentemente. Né in America né tanto meno a Parigi si sono mai viste cose di questo genere. A mio parere questa mostra rappresenta un momento importantissimo, direi addirittura una svolta decisiva”, e ancora Getulio Alviani, “la mostra di Foligno rappresenta un fatto coraggioso, stimolante e da continuare”. In un’intervista televisiva dell’epoca Lucio Fontana dichiarava, con infallibile preveggenza, che a Foligno stava nascendo un nuovo fatto talmente importante che avrebbe modificato il corso dello sviluppo stesso dell’arte futura.

E ora, a più di quarant’anni di distanza, Spazio, Tempo, Immagine torna per testimoniare quanto quell’esperienza sia rimasta ben presente all’interno della storia artistica di Foligno.

Al Centro Italiano Arte Contemporanea, il percorso espositivo segue due sezioni ben distinte.

La prima sezione, dal titolo Lo spazio dell’immagine e il suo tempo, dimostra la vitalità, nel tempo, di quell’operazione, documentando le ricerche rimaste coerentemente legate alle premesse di quegli anni, con la ricostruzione degli ambienti di Luciano Fabro, Gino Marotta e Michelangelo Pistoletto, e le opere, sia sculture che pitture, di tutti quegli artisti che allora parteciparono a quella innovativa mostra, da Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani a Lucio Fontana, da Luciano Fabro ai gruppi T e gruppo N, ma anche di quelli che, pur non essendo presenti, facevano parte di quel momento culturale, come Giulio Paolini, Yannis Kounellis, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Bruno Munari, Francesco Lo Savio.
La mostra è introdotta da una ricca documentazione archivistica dell’archivio Radi e da una documentazione fotografica di Claudio Abate.

La seconda sezione, dal titolo Il tempo dell’immagine e il nostro tempo, documenta un altro evento, dal titolo Il tempo dell’immagine, tenutosi nel 1983 a Foligno e curato allora da Italo Tomassoni, con una selezione degli artisti più rappresentativi presenti allora (Barni, Bartolini, Di Stasio, Mariani) che incentrarono la riflessione figurativa sul tempo. Questa sezione giunge fino ai giorni nostri e si concentra su una serie di artisti, Mario Giacomelli, Gabriele Basilico e Grazia Toderi testimoni di una sensibilità specifica del nostro tempo, sviluppata attraverso strumenti linguistici, come la fotografia e il video, divenuti protagonisti già alla fine del secolo scorso.
La linea che lega la fotografia all’immagine è tracciata da Mario Giacomelli che presenta inedite ricerche sulla luce e lo spazio, mentre Gabriele Basilico, riflettendo per immagini sul rapporto tra l’oggetto-sedia e il corpo umano, mette da parte la formale fotografia di still-life, per esporre la serie ludica, in cui le texture delle sedute lasciano la propria impronta sui corpi nudi, quasi come se fossero dei tatuaggi a rilievo. Il percorso si conclude con un video di Grazia Toderi immerso tra fantasia, immagine e spazio.

Accompagna la mostra un catalogo Skira, in due volumi.

Nessun commento: