Cassette
della posta prese d’assalto. La corrispondenza aperta, visionata e poi lasciata
sul posto. Nel mirino soprattutto quella proveniente dalle banche con gli
estratti conto. Un fenomeno nuovo. Inquietante. Ma che preoccupa, al punto che
almeno una decina di denunce, nelle ultime tre settimane sono state presentate
alla polizia di Ostiglia. Il sospetto, più che fondato, è che a monte di questa
attività criminale ci sia un obiettivo ben preciso: accaparrarsi dei dati
sensibili delle persone che, a quanto pare, non vengono selezionate a caso.
Tutto ciò può portare a un numero considerevole di truffe. Come la sostituzione
di persona ad esempio.
Il
reato rientra nell’articolo 616 del codice penale: violazione, sottrazione e
soppressione di corrispondenza:
“Chiunque
prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa - recita la
legge - è punito, con la reclusione fino
a un anno di reclusione. Se il colpevole, inoltre senza giusta causa, rivela,
in tutto o in parte, il contenuto della corrispondenza, è punito, con la
reclusione fino a tre anni.”
Ma
il problema è un altro. Anche se su questi episodi le forze di polizia,
preferiscono tenere la bocca chiusa, le possibili conseguenze potrebbero essere
davvero gravi.
Conoscere
il numero di conto corrente, la disponibilità, il codice fiscale, la banca di
riferimento, l’indirizzo di casa potrebbero consentire e agevolare attività
truffaldine di non poco conto. Frugare nella corrispondenza altrui è un reato
grave. Basti pensare che ancora oggi, per posta, vengono inviate le carte di
credito. Che possono essere clonate. Ci troviamo di fronte a una nuova
frontiera criminale? Forse si. Ma quel che è certo è che numerosi cittadini di
Ostiglia sono corsi ai ripari, preoccupati. È una violazione della proprietà,
al pari di una razzia ladresca nella propria abitazione. Così la vive uno di
quelli che ha presentato denuncia.
Giancarlo
Oliani - 10.02.2014 - gazzettadimantova.gelocal.it
Nessun commento:
Posta un commento