TOTTA e DYLAN

Enzo Mari

Calendario Timor - Danese, 1966

La GAM - Galleria civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino, in occasione della mega manifestazione Torino 2008 World Design Capital, ha organizzato dal 29 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009 un’ampia e particolare mostra antologica: Enzo Mari. L’arte del design.

Enzo Mari (1932), designer e ingegnere è un grande personaggio del design italiano, attivo fin dagli anni Cinquanta con un'intensa attività artistica, quando si distingueva quale esponente di punta dell'arte programmata e cinetica. Interamente prodotta dallo studio di Enzo Mari, si è sviluppata attraverso una scansione cronologica che volutamente non ha distinto, in sezioni separate, la produzione artistica dalla creazione di oggetti di design per le aziende.
Una particolarità da segnalare: la scelta delle opere è stata affidata dallo stesso Enzo Mari a un gruppo di amici che hanno indicato i lavori che secondo il loro punto di vista hanno toccato il cuore e l'immaginario comune.

Attraverso una selezione di 250 opere, il percorso espositivo ha tenuto conto delle due fondamentali esigenze che hanno guidato le scelte creative di Enzo Mari:
- le opere realizzate su richiesta implicita che seguono il richiamo personale e interiore a cui Mari risponde attraverso opere entrate a far parte della storia dell'Arte Contemporanea;
- i lavori realizzati su richiesta esplicita, ovvero su richiesta delle aziende, imprese di produzione o enti che hanno affidato a Mari la progettazione di oggetti che hanno introdotto un approccio rivoluzionario al design.

Caratteristica dell'opera di Enzo Mari è la continua ricerca e sperimentazione di nuove forme e significati del prodotto, anche in contrapposizione con gli schemi tradizionali del disegno industriale. Autore di pezzi che hanno contribuito in modo significativo a fare la storia del design, non solo italiano, ben quattro volte vincitore del Compasso d'Oro, si è reso protagonista, inoltre, del dibattito sulla professione mediante testi di vario respiro, opere dissacranti e interventi in prima persona.
Ha lavorato con le più prestigiose aziende del panorama italiano e internazionale, tra cui è celebre la sua lunga e fattiva collaborazione con Danese, con la quale crea una vera e propria immagine coordinata, oltre a disegnare decine e decine di oggetti che sono ritenuti i capostipiti dello sviluppo del design, non solo italiano, dai calendari agli appendiabiti, dalle porcellane ai vetri, dalle sedie ai tavoli.
Enzo Mari dedica da sempre particolare attenzione ai meccanismi meno conosciuti del mercato e della produzione, alla riscoperta di fattori come l'artigianato, creduto perduto e invece rinato in forma diversa nei modi di produzione industriale, anche quella più sofisticata. Pertanto, rappresenta un caso pressoché unico di critica costruttiva all'interno del sistema del design.

Il catalogo, curato da Andrea Rovatti, esprime una variegata documentazione con un flusso di immagini accostando oggetti o opere d’arte con un ritmo determinato da analogie o contrasti formali, da legami progettuali o concettuali. Alla fine si leggono i contributi critici, i testi d'accompagnamento e le note biografiche curate dallo stesso Enzo Mari.

Vassoio Putrella - Danese, 1958

Interessante ritrovare nel Phaidon Design Classic (raccolta qualificata di 999 oggetti di produzione industriale accuratamente selezionata) ben 9 oggetti di Enzo Mari, un numero molto alto rispetto ad altri designer italiani.

Così introduce Marco Belpoliti in un articolo su SPECCHIO+ intitolato Enzo Mari il puro folle. Inoltre evidenzia: “L'oggetto che riceve il maggior plauso in questo volume - in assoluto uno degli oggetti più stimati – è il Vassoio Putrella del 1958… Un oggetto d’uso industriale nelle strutture portanti che Mari ha modificato appena. Il colpo di genio non consiste nell’oggetto trovato, oppure nel suo riuso, bensì nello sguardo che costringe a gettare sull’oggetto stesso, e più in generale sugli oggetti intorno a noi: Mari ci fa guardare il mondo con occhi diversi. Possiede il dono della semplicità, ma una semplicità ottenuta al prezzo di una grande complicazione”.

E richiamando il sommario della titolazione, concludo a proposito: Follia come poesia. Purezza come rigore.

Link utili:
Marco Vallora
- Enzo Mari monaco del design
Cristina Favento - Enzo Mari, (tra) etica e design

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