La realizzazione del Museo è stata curata da Nicolas Ballario direttore artistico e da Cesare Inzerillo per la progettazione e gli allestimenti insieme a 15 giovani del “Laboratorio creativo Città di Salemi” e Oliviero Toscani che ha creato l’immagine: una macchia di sangue a forma di Sicilia.
Il percorso museale inizia con 10 stazioni, ovvero 10 cabine elettorali dentro ognuna delle quali viene trattata Cosa Nostra legata a vari elementi: dalle stragi al rapporto con la religione, dalle intimidazioni alla gestione dell'energia e dell'acqua.
E poi ancora il carcere, il ruolo della famiglia, la politica, l'nformazione, la sanità.
Poi si passa alla sala “Palermo felicissima”, dentro la quale Cesare Inzerillo ha riprodotto un vero e proprio abuso edilizio, che culmina nella mummia di un morto ammazzato dalla mafia incastonata in un pilone di cemento.
Ai lati del tunnel, da una parte le fotografie della Palermo devastata dall'edilizia selvaggia, dall'altro le immagini di quando poteva dirsi una delle città più belle del mondo.
Continuando si trova una sala allestita interamente con sculture di Inzerillo, altre mummie, cadaveri legati a le immagini di quando poteva dirsi una delle città più belle del mondo.
Nelle sale successive un labirinto conduce alla storia cronologica di Cosa Nostra attraverso la riproduzione di centinaia di prime pagine di quotidiani riportanti i più significativi eventi di mafia degli ultimi 150 anni.
Poi la sala delle pale eoliche: un manto erboso anziché un pavimento, che sembrerà continuare naturalmente attraverso le proiezioni che abbracceranno tutte le pareti, con i paesaggi devastati dall'eolico, impresa nella quale la mafia si è riciclata e continua indisturbata e silente i suoi affari.
Nelle tre sale dedicate alle mostre temporanee, un'esposizione di Patrick Ysebaert, pittore fiammingo che ha riprodotto in 80 opere le più celebri vittime della mafia, ritraendole in momenti della Sicilia di oggi che continua a vivere; e ancora la mostra di Gaspare Mutolo, tra i più importanti pentiti della storia di Cosa Nostra, che attraverso 10 opere in stile naif racconta la Sicilia vista da mafioso prima, da carcerato poi e infine da uomo libero. In una intervista riprodotta all'interno del Museo, Mutolo racconta dei quadri che dipingeva sui quali avrebbe messo la firma Luciano Liggio, la “Primula rossa” di Corleone.
Al termine del percorso, nella sala espositiva del Museo, si vedono documentari e interviste dei protagonisti della storia di Cosa Nostra.
A Washington nel mese di maggio 2008 è stato inaugurato il “National museum of crime and punishment”, su iniziativa dell’imprenditore John Morgan che ha avuto alcune idee brillanti. Innanzitutto, ha creato un museo interattivo, dove il visitatore fa da protagonista. Poi lo ha dedicato al crimine in genere, dai pirati ai pistoleros ai mafiosi ai serial killer. Infine lo ha impostato dalla parte dei tutori della legge. Il visitatore può fare il poliziotto, il tecnico del laboratorio del CSI - Crime Scene Investigation, il giudice ma non il gangster. Può vincere uno scontro a fuoco, risolvere un giallo e assicurare un delinquente alla giustizia, ma non commettere una rapina o un omicidio nè finire su una sedia elettrica.
A Las vegas, invece, c’è il progetto per realizzare un altro Museo della Mafia e si chiamerà “Las Vegas Museum of Organized Crime and Law Enforcement”, avendo avuto anche il consenso del sindaco di Las Vegas Oscar Goodman. Sarà dedicato alle attività e alle operazioni di polizia compiute negli anni negli Stati Uniti contro il crimine organizzato e godrà di un finanziamento di 42 milioni di dollari. Il curatore Dennis Barrie assicura che sarà esposto pure l’originale muro di mattoni della Strage di San Valentino di Chicago, compiuta dagli uomini di Al Capone il 14 febbraio del 1929: i mattoni conservano ancora i segni della fucilazione nei confronti di sette uomini del boss irlandese George “Bug” Moran.
Era inevitabile che prima o poi qualcuno aprisse un Museo della mafia negli Stati Uniti d’America.
Nessun commento:
Posta un commento